Buongiorno,
avrei bisogno di un chiarimento.
Ho fatto un percorso psicologico durato anni.
Da oltre un anno l'ho ripreso per provare a risolvere tre problematiche. All'ultimo appuntamento la psicologa non si è presentata (non era la prima volta).
Io non nè avvisata nè cercata, ma dopo due mesi neanche lei.
Vorrei sapere se devo essere io a richiamare oppure lei ha qualche obbligo professionale di richiamare (visto che l'errore nell'appuntamento è stato suo).
Per quanto riguarda la parte etica, dopo tanti anni di terapia, non dovrebbe cercarmi?
Sbaglio qualcosa nei miei ragionamenti.
Sono veramente confusa, ma avrei bisogno di una risposta.
Grazie.
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22 GEN 2025
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Buonasera,
La relazione terapeutica prevede l'impegno sia da parte dello psicologo che del paziente al rispetto degli appuntamenti presi.
Se lei sente che la sua psicologa ha mancato nei suoi doveri, ha diritto, come indicato anche al momento della forma del consenso informato, a interrompere il percorso.
La sua psicologa non è tenuta a cercarla, ma forse se nel frattempo neanche lei ha più tentato di contattarla, dovrebbe chiedersi se è intenzionata a continuare il percorso, magari anche chiarendo che la situazione non le è piaciuta (perché la cosa può anche tranquillamente essere discussa in seduta come elemento della relazione), oppure concludere il percorso.
28 GEN 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno,
Grazie per aver condiviso qui con noi la situazione che ha vissuto e sta vivendo con la professionista che la ha seguita.
Mi spiace, perché immagino e sento dalle sue parole che in qualche modo tutto questo la abbia ferita. In merito agli obblighi deontologici non c'è qualcosa che dica che la sua psicologa avrebbe dovuto ricontattarla, però mi domando come mai lei stessa non ha pensato di poterla sentire per comprendere cosa fosse successo. A prescindere dalla scelta che farà in merito al suo percorso, credo che questa situazione abbia in qualche modo attivato delle cose in lei. In qualche modo si è sentita "abbandonata", e non momento in cui ha percepito questo, nonostante i tanti anni di sua psicoterapia, non ha fatto nulla. Come mai? Del resto dovrebbe essere nei suoi interessi. Spero non colga questo come un attacco, ma piuttosto come uno spunto che possa in qualche modo muoverla rispetto anche alle sue responsabilità in questo "stallo", forse magari queste modalità raccontano qualcosa di lei.
Mi auguro di averla in qualche modo spronata in un ragionamento differente che possa esserle d'aiuto e qualora sentisse il bisogno di parlarne, sarei lieta di aiutarla.
Dott.ssa Giorgia Tanda.
22 GEN 2025
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Salve,
ho letto il suo messaggio e sinceramente trovo la situazione abbastanza anomala ma capisco la sua confusione e necessità di comprensione.
In teoria, il nostro codice deontologico non prevede l'obbligo di richiamare eventuali pazienti a distanza di mesi e/o anni in seguito l'interruzione e/o la fine del percorso terapeutico. Nella situazione da lei descritta invece, lei in precedenza aveva intrapreso un percorso psicologico con la collega psicologa poi interrotto e successivamente ripreso per altre problematiche. Se all'ultimo incontro con la collega nessuna delle due parti, né lei e ne la collega ha mostrato chiaramente ed espressamente l'intenzione di interrompere le sedute allora la collega doveva avvisarla che l'appuntamento fissato con lei non era possibile svolgerlo per quel giorno e semmai spostarlo in un'altra data comoda per entrambe.
Dall'altra parte però visto la relazione terapeutica durata anni con la collega sarebbe stato opportuno che Lei provasse a contattare la collega ed a chiederle una spiegazione del perché non si fosse presentata all'appuntamento. Le consiglio nel caso lei voglia continuare il rapporto terapeutico con la collega di provare a contattarla, chiederle spiegazioni e capire se la collega è disponibile a continuare il percorso con Lei, ma nel caso in cui invece lei non vuole intraprendere il percorso con la collega la capisco perfettamente perché dopo anni di percorso terapeutico con un paziente dovrebbe essersi costruito un rapporto basato sulla sincerità, fiducia, correttezza ed empatia che in questa situazione vedo mancare.
Inoltre mi sento di consigliarle che nonostante la spiacevole esperienza con la collega se Lei sente di avere problematiche da voler risolvere perché le creano disagio e sofferenza non si faccia fermare da questa esperienza che lei ha avuto ma provi a cercare un nuovo collega che la possa aiutare come lei merita.
Resto a disposizione per qualsiasi cosa.
un caro saluto
Dott.ssa Ilardi Chiara
22 GEN 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno, mi spiace per l'accaduto, quindi non era la prima volta? e come vi siete comportate quelle precedenti? Lei come si è sentita in questa situazione? Avrebbe qualcosa da dirle? In merito alla modalità di risposta della psicologa a tale situazione dipende da persona a persona, è totalmente soggettivo. Mi pare lei sia arrabbiata, forse indipendentemente dal percorso con la sua psicologa sarebbe utile approfondire ed esplicare questi aspetti alla stessa.
22 GEN 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Salve car, purtroppo devo dirle che l’atteggiamento della sua psicologa non è stato corretto, ma senza giudicarla è possibile che abbia avuto un forte disagio che l’ha allontanata e distratta. Sarebbe bene che ne parlassi magari scrivendole un messaggio e scoprendo la verità.
Ti consiglio anche di prendere questa situazione come un’opportunità per cambiare terapeuta e poterti raccontare da capo in maniera rinnovata.
Resto a disposizione
Dottoressa Anna Elena Comune
22 GEN 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno,
il codice deontologico non riporta obblighi etici a riguardo, ma le consiglierei quantomeno di fare presente l’errore alla collega. Molto probabilmente la collega si è confusa senza malafede, ma è comprensibile che lei abbia percepito una sensazione di disinteresse e abbandono da parte sua. Quest’ultima probabilmente non l’ha contattata perché, non avendo sue notizie, probabilmente non si è nemmeno accorta di aver dimenticato l’incontro. Tuttavia sarebbe utile indagare insieme alla collega le motivazioni inconsce alla base di questa dimenticanza è altrettanto della sua resistenza nel contattarla per chiederle spiegazioni.
21 GEN 2025
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Buonasera, la sua confusione è comprensibile, come anche il suo bisogno di chiarezza. Voglio rassicurarla che non sta sbagliando nulla nei suoi ragionamenti. È normale sentirsi confusa e delusa. Il punto chiave è capire cosa desidera fare: sente che questo percorso le sta ancora dando qualcosa di utile? Vuole chiarire la situazione con la sua terapeuta o preferisce cercare un altro professionista?
In generale, uno psicologo ha l'obbligo di garantire continuità nella presa in carico di un paziente, tuttavia, non esiste una regola che imponga allo psicologo di ricontattare il paziente dopo un lungo periodo di silenzio, anche se l'errore iniziale è stato suo.
Se desidera proseguire il percorso però io le consiglierei di contattarla per chiarire la situazione e capire le sue intenzioni, ma se si sente trascurata e questa esperienza la sta facendo soffrire, potrebbe essere utile riflettere sul valore che ha ancora questa relazione terapeutica per lei.
21 GEN 2025
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile utente,
non so se ho compreso bene la situazione. Se uno psicologo non può, per vari motivi ricevere un paziente, è doveroso che lo avvisi quanto prima, impegnandosi a riprogrammare l'appuntamento. Viceversa se è il paziente a non presentarsi è questo ad avere la responsabilità di avvisare lo psicologo.
Nel caso in cui invece un percorso psicologico termini, lo psicologo non ha dovere di contattare a distanza di anni il paziente, anzi, sarebbe poco opportuno lo facesse. Questo non perchè a noi psicologi non importi più dei "vecchi" pazienti ma proprio perchè, per come funziona la relazione, è il paziente a doverci ricontattare in caso di necessità.
Spero di aver fatto un pò di chiarezza sulla situazione, viceversa resto a disposizione privatamente.
Un caro saluto
Dott.ssa Vita
21 GEN 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buon pomeriggio, quello che lei racconta è una situazione abbastanza anomala; come dice lei, sarebbe stato eticamente e professionalmente corretto avvisarla qualora avesse avuto degli impedimenti. Tuttavia, mi risulta strano anche che non ci sia stato un ulteriore chiarimento nei giorni, settimane successive, non vorrei fosse successo qualcosa alla collega... Il non presentarsi lede sicuramente alla relazione instaurata ed essere puntuali è la base del nostro lavoro e della nostra professionalità. Le sugerisco quindi, per quanto immagino possa essere difficile per lei, di valutare di intraprendere il percorso con qualcun altro,qualcunoche sia più attento e scrupoloso e con cui lei possa instaurare un rapporto di fiducia reciproca.
Cordialmente,
Dott.ssa Mara Maiello
21 GEN 2025
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno,
non conoscendo la situazione risulta difficile stabile etica o non etica, non sappiamo perché la professionista non si sia presentata.
Per togliere ogni dubbio le consiglio di contattarla e chiedere spiegazioni, così da dare senso.
21 GEN 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno signora,
purtroppo non possiamo sapere i motivi per cui la sua psicologa non si è presentata né come mai non l'abbia ricontattata: avendo alle spalle anni di percorso e non essendo la prima volta, potrebbe valutare l'opportunità di contattare lei la sua dottoressa per capire cos'è accaduto.
Pur non sussistendo obblighi professionali in merito, non è sbagliato cercare delle risposte e chiarimenti rispetto a ciò che è accaduto.
Saluti,
dott.ssa Alessia Foronchi
21 GEN 2025
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Buongiorno, capisco bene la sua confusione e il disagio per la situazione che descrive. Provo a darle una risposta chiara su entrambe le dimensioni: quella professionale/etica e quella pratica.
Obblighi professionali
- Responsabilità del terapeuta: in ambito professionale, spetta al terapeuta avvisare il paziente in caso di assenza o cancellazione di un appuntamento. Se l’errore è stato suo e non si è presentata, avrebbe dovuto contattarla per scusarsi e proporre un nuovo incontro.
- Mancanza di follow-up: se un paziente interrompe improvvisamente le sedute, è buona prassi che il terapeuta lo contatti per accertarsi che non vi siano stati fraintendimenti o difficoltà. Non è però un obbligo legale, ma piuttosto un comportamento etico e rispettoso.
Aspetti etici
Dopo un lungo percorso insieme, è naturale aspettarsi un livello di attenzione e cura maggiore, anche sul piano umano. Un terapeuta dovrebbe dimostrare un interesse per il benessere del paziente, soprattutto in una situazione come quella che descrive, dove l'interruzione non è stata una sua scelta esplicita.
Cosa fare?
Non sta sbagliando nulla nei suoi ragionamenti, è normale sentirsi confusa e delusa. Tuttavia, se sente che il percorso è ancora importante per lei, può:
- Contattarla direttamente: chiedere spiegazioni su quanto accaduto e valutare se ci sono ancora le basi per continuare il percorso.
- Riflettere sull'alleanza terapeutica: se percepisce una rottura di fiducia o di sintonia, potrebbe valutare di cambiare terapeuta.
Il comportamento del terapeuta può essere stato una disattenzione o una mancanza momentanea, ma è importante che lei si senta rispettata e compresa nel suo percorso.
21 GEN 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile utente, grazie di aver condiviso la sua esperienza.
E' certamente un suo diritto chiedere spiegazioni sul perché la sua psicologa non si sia presentata e poi sia sparita (se ho capito bene). E' chiaro che anche noi professionisti possiamo avere degli impedimenti seri, ma questi vanno sempre comunicati e ove possibile sarebbe cura dello psicologo trovarle una soluzione magari indirizzandola verso un collega sia che fosse un periodo temporaneo sia che fosse una soluzione definitiva.
Le consiglio di provare a chiamarla o a mandarle una mail per qualche spiegazione e se non dovesse trovare risposta, può sempre (quando si sentirà pronta a rivedere un professionista) di provare a toccare l'argomento, questo perché posso immaginare il senso di abbandono e sfiducia che può venirsi a creare verso la professione.
Se avesse necessità può contattarmi.
Cordialità.
21 GEN 2025
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno,
Grazie molte per la sua condivisione - sicuramente dolorosa e, come è comprensibile, confondente. Sono molto dispiaciuto di sentire che a seguito di una seduta mancata la nostra collega non l'abbia ricontattata: normalmente avrebbe dovuto quantomeno contattarla per avvisarla che non si sarebbe potuta presentare. Non ci sono obblighi deontologici o professionali sul ricontattarla, ma mi permetto di dire che sarebbe stato opportuno farlo. Penso che dopo tanti anni di terapia lei possa sentire il bisogno di definire il rapporto con la sua psicologa: potrebbe provare a ricontattarla e parlarne onestamente, così da avere anche da lei un ritorno sull'accaduto e valutare di conseguenza come comportarsi. Penso che questa potrebbe essere la linea migliore da seguire, che sia per continuare il rapporto con una migliore collaborazione tra di voi (cosa che auguro a entrambe), o anche fosse per dare una migliore chiusura al vostro rapporto terapeutico. Le auguro in ogni caso il meglio
Rimango a sua disposizione per ulteriori chiarimenti.
21 GEN 2025
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno.
Sicuramente in base a quanto descritto sarebbe stata buona cosa avvisarla e ricontattarla.
Ora penso che il punto importante per lei sia però chiedersi di cosa ha bisogno a fronte di questa situazione, da un punto di vista emotivo, e agire nella direzione in cui lei ha il controllo di poter agire per rispondere a questi bisogni.
21 GEN 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno, mi spiace per la sua esperienza. Immagino sia stato un errore "umano" della collega. Probabilmente nonè stato segnato in agenda e anche lei si sta chiedendo come mai non la sta più vedendo e magari per suo modello di riferimento teorico non la sta contattando. La chiami, non si porti dietro questo dubbio che lascia ripercussioni. E' importante che vi chiariate. Dopo la ciamata deciderà cosa fare ma a quel punto avrà più elementi.
Buona giornata
Michela Romano
psicologa psicoterapeuta
21 GEN 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno,
inizio ringraziandola per aver esposto questa sua confusione. Non deve essere stato semplice e me ne dispiaccio molto.
Essendo un percorso duraturo potrei proporle di contattare lei la sua psicologa, magari concordando un nuovo incontro secondo le esigenze di entrambe, nel quale portare l'accaduto e anche il suo vissuto personale a riguardo, al fine di farne un'elaborazione costruttiva utile ad entrambe.
Un caro saluto
21 GEN 2025
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Salve, mi dispiace che si è trovata davanti a questa situazione. Non sappiamo il motivo per il quale la psicologa non si è presentata, in un rapporto terapeutico sarebbe stato di buona norma avvisarla. Premetto che non esistono in questo caso obblighi professionali nel doverla ricontattare o altro. Se lei sente il bisogno di chiarirsi con lei e magari riprendere gli appuntamenti, può chiamarla e chiarire i Suoi dubbi. Credo che questo possa essere il miglior approccio, almeno per dare lei una definizione al rapporto . Saluti