Buongiorno mi chiamo Debora, ho 53 anni. Da sempre vivo nella casa dei miei genitori che dopo la loro morte ho ereditato, qui abito con mio marito e mia figlia. Il mio desiderio è di cambiare casa, acquistarne una diversa da quella attuale, diversa internamente ed esternamente, sono però in conflitto con me stessa perchè lasciando l'abitazione attuale, costruita all'epoca dai miei genitori con molti sacrifici, mi fa sentire colpevole, ingrata, mi sembra di fare un torto ai miei genitori. Resto pertanto in sospeso con le decisioni da prendere, non trovo inoltre uno stimolo al cambiamento da parte della mia famiglia. Grazie saluti
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4 OTT 2022
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Cara Debora, innanzitutto non si distragga pensando all'essere ingrata nei confronti dei suoi genitori. La casa rappresenta anche un valore che diventa parte del patrimonio famigliare che è lecito utilizzare per le necessità che dovessero palesarsi. Diverso è il discorso affettivo dell'elaborazione dell'emozione conseguente al fatto di vendere una casa in cui si è cresciuti e, come dice, costruita dai suoi genitori. Immagino però che più che lasciarle un vincolo le abbiano voluto lasciare un valore. Dovrebbe interrogarsi sulle motivazioni che la spingono a cambiare. Diverso il discorso dell'argomento in famiglia, se lei vuole cambiare per necessità personali queste potrebbero non essere condivise...
5 NOV 2022
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Quindi non le basterebbe una ristrutturazione, lei vuole proprio una casa diversa.
Cosa non le va più di questa?
Che non credo abbia grosse crepe nei muri giacché i suoi familiari non sentono questa urgenza.
Parla di tanti sacrifici...
È una casa dall'aspetto povero che le ricorda restrizioni dell'infanzia?
Le auguro di fare la giusta più adatta a voi.
6 OTT 2022
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Buongiorno. Sono il dr. Massimiliano Castelvedere, sono uno psicoanalista della Società Psicoanalitica Italiana e lavoro a Brescia. Il cambiamento personale è un processo lungo e complicato. Se ci sono voluti degli anni per determinare una sofferenza psicologica, non può certo bastare una mail per risolverla. Purtroppo non ci sono scorciatoie percorribili e i consigli che uno psicologo potrebbe dare in una chat lasciano il tempo che trovano: non esiste la “bacchetta magica”. Per inquadrare l’eventuale problematica di un individuo serve invece una consulenza approfondita (almeno 4 sedute). A seguire, se nella consulenza si evidenzia un problema significativo, per trattarlo e cercare di risolverlo è necessaria una vera e propria psicoterapia o una psicoanalisi.
È quindi illusorio credere che si possano ottenere risultati scrivendo in una chat: serve solo a perdere tempo e di solito significa che non si è pronti a mettersi in discussione. Qualora lei fosse una persona veramente motivata a capirsi e a ricercare un cambiamento personale profondo e duraturo, l’unico consiglio sensato che potrei darle è quello di fissare un appuntamento con un professionista serio e preparato.
5 OTT 2022
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Buongiorno, Debora.
Cara, lei ha 53 anni e una famiglia che si è creata, magari anche lei con molti sacrifici. Eppure descrive una situazione di dipendenza dai suoi genitori, a 53 anni. Ma al di là delle riflessioni razionali che possono essere portate avanti, è interessante il suo vissuto emotivo: si sente ingrata, colpevole, in errore. È tanta roba, Debora. Il problema qui non mi pare la casa, ma quel processo di individuazione, che di solito inizia ad attuarsi nell’adolescenza, che ancora non è stato compiuto. Vuoi rimanere figlia a vita, dipendente da mamma e papà? O vuole costruirsi una vita SUA?
4 OTT 2022
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Gentile Debora, posso comprendere ciò che prova, ma anziché vivere la questione come se stesse tradendo i suoi genitori, dovrebbe imparare ad ascoltare sé stessa. I nostri genitori ci lasciano delle cose, ma questo non deve essere sentito come se si trattasse di un vincolo, una sorta di obbligo morale, piuttosto come un'opportunità per poter usufruire di quel bene e poter realizzare ciò che può aiutarci a stare meglio. Non dovrebbe aspettarsi dai suoi familiari una qualche reazione; forse sono proprio loro che, vedendola così in difficoltà, non si pronunciano in merito. Le suggerisco di riflettere su quanto ho scritto e di cominciare ad ascoltare ciò che, in cuor suo, sente di desiderare. Credo proprio che anche i suoi genitori ne sarebbero felici! Le faccio tantissimi auguri. Dott.ssa Daniela Noccioli.
4 OTT 2022
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Salve Debora, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
4 OTT 2022
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Carissima
Capisco perfettamente le sensazioni che sta provando. Sarebbe opportuno intraprendere un percorso per esplorare come mai ha difficoltà a staccarsi da questo suo senso di colpa. I sacrifici dei suoi genitori, come li descrive lei, facevano parte dei loro progetti e la casa non è altro che uno strumento che le hanno lasciato per poter avere una base sicura da cui partire. Lei poi deve essere libera di svilupparsi in autonomia, senza costringersi in obblighi che non esistono. Rinnovo l'invito ad affrontare questi argomenti in un percorso di sostegno.
Cordiali saluti
GM
4 OTT 2022
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Buongiorno Debora,
ti chiedo cosa in particolare ti tiene stretta così tanto al ricordo da impedirti di proseguire con la tua vita, cosa si cela dietro al tuo senso di colpa. Mi piacerebbe aiutarti a capire come potresti divincolarti da questo legame che ti impedisce di proseguire con la tua vita.
Non esitare a scrivermi per un confronto,
4 OTT 2022
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Gentile Debora,
il suo desiderio è legittimo anche se probabilmente soggiace a motivazioni specifiche che sarebbe interessante esplorare.
Lei non può nè deve, a mio parere, identificarsi con i suoi genitori nè avere necessariamente lo stesso modo di pensare o le stesse preferenze e desideri.
D'altra parte il beneficio di questa eredità comunque persiste nel valore concreto di essa che lei utilizzerebbe per una diversa finalità e che quindi non andrebbe perduto.
Pertanto il senso di colpa, come spesso succede, non ha motivo di esistere ed è solo frutto di una distorsione cognitiva che può essere corretta in un percorso di psicoterapia.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
4 OTT 2022
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Cara Debora buongiorno, comprendo quanto, a volte, possa essere gravoso il peso delle lealtà che si nutrono verso la propria famiglia nonostante loro non ci siano più.
Mi chiedo che cosa lei, in questo momento, da figlia sente di stare tradendo rispetto ai suoi genitori?
Inoltre è significativo come lei sia al centro fra la "casa di famiglia" che rappresenta le sue origini ed il suo passato e il desiderio di trovarne un'altra quindi un bisogno di vivere e di configurarsi un futuro.
A volte può essere d'aiuto lavorare attraverso metafore, e quindi le propongo una riflessione.
Quali parti di lei sente di lasciare in quella casa, o meglio ancora: quali parti di lei ha difficoltà a lasciare in quella casa?
Intraprendere un percorso psicologico la potrebbe aiutare ad affrontare il "tradimento".
Resto a disposizione.
Cordiali saluti, dottoressa Gaia Cuomo.
4 OTT 2022
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Buongiorno Debora, grazie per la sua condivisione.
Succede talvolta che le eredità in qualche modo ci leghino a chi ci ha fatto il dono, in qualche modo facendoci sentire responsabili di come ne usufruiamo. Coltivare il desiderio di una nuova casa la mette, ipotizzo, un po' in conflitto con questa responsabilità che ha ricevuto e assunto. Potrebbe essere interessante esplorare con un* psicoterapeuta questi intrecci che in qualche modo la legano indietro, alla casa di origine.
Mi rendo disponibile ad ascoltarla, dott.ssa Marta Lanfranco
4 OTT 2022
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Cara Debora,
lo stimolo al cambiamento, in quanto moglie e madre, potrebbe partire proprio da lei.
I ricordi di quella casa non svaniranno solo per il fatto che desidera un rinnovamento interno ed esterno di un luogo nuovo da sentire proprio.
È legittimo e più che giusto che lei desideri questo cambiamento. Non desista e ne parli ancora con la sua famiglia.
4 OTT 2022
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Buongiorno Debora
Il suo desiderio di cambio casa è investito da una serie di motivazioni altre rispetto a quelle di suo marito e sua figlia. Quella casa ha un significato per lei diverso rispetto il loro. La comprensione che si aspetta però è legata a questo. Se non lo ha già fatto, provi a parlarne con loro anche in questi termini.
Sentire un terapeuta potrebbe poi permetterle di avere uno spazio per approfondire il senso di colpa che prova, e darle la possibilità di elaborarlo.
Resto a disposizione.
Un caro saluto
Dott.sa Martina Canzian