Salve poco tempo fa ho scritto la domanda "come far smettere a fare capricci ad una bimba di 3 anni" tanti mi hanno risposto,ma quasi tutti scrivono che devo essere piu sicura nel dire di no alla bambina.s ono una mamma premurosa e affetuosa ma quando arrivano cappricci urla e pianto sono decisa a non far vincere alla bambina.vi do essempio di oggi,siamo andate dal pediatra,nella sala datesa cerano giochi appena lei le ha viste iniziato giochare finqua vabenissimo,appena dico di metersi giubotto che dobbiamo andare via li inizia inferno si butta a terra piange urla ecc perche vuole continuare a gioccare io dico no e insisto a meterli giubotto che e una impresa impossibile perche lei si muove e scappa allora siamo uscite fuori dove lei si butta a terra sull asfalto prende la sabbia e inizia strisciare su essa caminava a gattoni pianti urla ....questo e durato 20 min,io mentre lei urla e si lancia a terra cercavo di parlare con calma che nn si fa che dobbiamo andare ecc lei nn si fa prendere in braccio sembra che li viene una crisi e bisognia aspettare che le passa, e cosi e stato ha smesso piangere si e fatta vestire e si e messa nel paseggino come se fosse non e sucesso niente,ma purtroppo la gente che ci vede non fa bella faccia,a questo punto nn vorrei che qualcuno pensa che le faccio male perche la scena deve essere veramete pietosa, poi sia o arrivate a casa lei nn voleva e scuesso la stessa scena dove io nn le do retta.io amo la mia figlia ma nn riesco piu andare avanti cosi.prego di risposta per questo disaggio grazie
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23 DIC 2013
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Gentile Anna,
già nelle prime righe della sua domanda leggo che ciò che si crea immediatamente è un braccio di ferro, dove la bambina vince e sente a suo modo che deve vincere, anche perché è in gioco qualcosa di vitale per lei, cioè la sua affermazione, la sua personalità. Le strategie che lei come mamma può avere a disposizione devono dunque contemplare questo, uscendo dalla trappola del braccio di ferro tra voi due. Non basta dire no, anzi... D'altro canto mi sembra che lei cerchi di avere pazienza, ma evidentemente deve capire la bambina, abbracciarla (è stato scritto sopra), darle dei rimandi che in quel momento possano motivarla in positivo, creare fin dai momenti di gioco l'alleanza con lei. Come mamma io poi trovai anche un aiuto nelle storie e nei libri per bambini, scegliendo storie che si avvicinavano a ciò che stavamo vivendo. E' difficile ed è una strada lunga, ma la potrà percorrere a patto di farsi aiutare (dal papà, dai parenti, dagli amici, dai professionisti, dai gruppi di confronto tra genitori.. la scelta è vasta). E spesso ciò parte anche dal rivedere i nostri modelli interni, le matrici, come siamo stati allevati, come ci sono state trasmesse le regole e i limiti, rivedendo anche le rabbie che sono rimaste silenziose dentro di noi e le parti bambine a cui i colleghi hanno già fatto riferimento.
19 DIC 2013
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Gentile signora, mi inserisco ora nel dibattito, dunque non ho letto le risposte che le hanno fornito altri colleghi. So di un'esperienza molto ben riuscita di una mamma alle prese con i suoi stessi problemi: dunque, appena la bambina comincia a fare i capricci, anzi un secondo prima che cominci lei non le parli ma L'ABBRACCI! La tenga stretta a sé senza parlare finché non le passa, le trasmetta tutto il suo amore e la sua fermezza attraverso le sue braccia e i suoi baci, ma SENZA PARLARE. Vedrà che dopo un po' si calmerà e non ci penserà più. Mi faccia sapere se ha funzionato. Buona giornata. dott.ssa Monica Introna
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19 DIC 2013
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Gentile Anna, in che altro modo ina bambina di tre anni può farsi sentire quando non vuole fare qualcosa come la visita dal pediatra? Oppure per qualsiasi altra esperienza della vita che non comprende e non riesce a inserire nel sistema suo personale di cose che le piacciono , la fanno stare bene? questo perché a tre anni comincia la coscienza di s'è come persona intera separata dalla mamma e questo spaventa. Quindi il mio consiglio è di non curarsi tanto di cosa può pensare la gente vicino che la sente piangere ma al fatto che la mamma deve darle due insegnamenti in particolare: uno che è sempre presente col suo affetto e come casa base a cui far ritorno durante le "emergenze" senza sentirsi criticata, due che il mondo non è la propria madre, che esistono situazioni che possono anche non essere piacevoli (come il cibo rifiutato ma che fa bene) ,che fanno piangere ma che poi non accade nulla di male. Consiglio di lasciarla piangere . E' la sua aggressività che ha bisogno di esprimersi poi si stancherò e smetterà. Inoltre così facendo impara le due cose appena dette.
È invece poco utile spiegare a parole a in bambino di questa età le cose come se fosse un piccolo adulto. Molto più utile per lei e sua figlia mostrarle le cose, magari attraverso il gioco.
Un ultimo consiglio. Se non l'ha ancora fatto, ha provato quando andate in qualche posto pubblico dove la bimba può annoiarsi portarvi un pò di pastelli colorati con qualche foglio per disegnare?
Un saluto cordiale,
Dott.re Lorenzetto Claudio
Psicologo psicoterapeuta, Ferrara
19 DIC 2013
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Salve signora Anna, capisco la difficoltà che ci riporta. Non è mai facile fare i genitori soprattutto quando i nostri figli sembrano proprio " metterci alla prova". Non fa riferimenti al babbo, ma mi chiedo se sente che il padre l'aiuti in questo difficile compito dell'essere genitori!
Il mio consiglio è quello di rivolgersi ad un professionista della sua zona, preferibilmente famigliare, che possa aiutarla ed aiutarvi in questo momento, a trovare quelle risorse che vi permettano di essere più sereni.
Saluti
19 DIC 2013
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Buon giorno Anna. sono una ,mamma e credo che sia uno dei mestieri piu' difficili che possano esistere. Solitamente non credo nei consigli dal mio punto di vista non servono. Quello che ti suggerisco di fare e prenderti cura della Anna adulta ma anche della Anna bambina. solo un percorso di psicoterapia puo' andare in questa direzione.aiutandoti ad ossigenare e trasformare alcune tue parti rigide che ti portano sempre da una stessa direzione. se ti puo' interessare un consulto trovi un formulario per contattarmi nel mio profilo sul portale. un caro saluto
19 DIC 2013
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Gentile Anna,
se i consigli le sono stati dati, ora li metta in pratica o si rivolga a qualcuno che la aiuti, perchè è evidente che da sola non ce la fa, come è evidente che noi qui non possiamo farle una terapia.
Se non sbaglio io le ho proposto anche un corso specifico per la gestioen di bambini "difficili", lo ha valutato?
19 DIC 2013
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Carissima Anna.
Sei una mamma molto attenta e preoccupata per la tua bambina.
Mi sembra di capire che le risposte date non ti hanno soddisfatto appieno.
Purtroppo non è possibile comprendere attraverso una lettera cosa porta la tua bambina a tale comportamento. i continuti e le esperienze che tu descrivi apparentemente sono eventi semplici e normali. prova a portarla da uno specialista, psicologo dell'eta evolutivà, per una consulenza. Spesso a tut per tu si possono avere informazioni più esaustive e complete, magari avrai la risposta che cerchi.
saluti
Dott.ssa Carmela Di Blasio
19 DIC 2013
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Gentile Anna,
il fatto che lei si sia preoccupata del giudizio altrui è già un indicatore della sua "insicurezza" anche rispetto all'educazione di sua figlia. Immagino che possa essere complesso gestire una bambina che ha queste reazioni, ma lo stile educativo non si limita alla gestione della "crisi", è qualcosa che assomiglia ad una "linea" da seguire.
Cordiali saluti,
Dott. Giuseppe Del Signore - Psicologo Viterbo