Capire il momento che sto attraversando.
Salve sono un ragazzo di 26 anni.
Vi scrivo ler cercare risposte in merito alla situazione che sto vivendo.
È più di un mese e mezzo che vivo una situazione difficile, tutto è iniziato da un attacco di panico.
Poi pensieri ossessivi in cui immaginavo di farmi del male, pensieri che odiavo che erano fuori dalla mia etica. Avevo paura pure di vedere un coltello.
Da li il rifiuto di quei pensieri e la non accettazione di essi.
Ho iniziato ad ossessionarmi alle malattie mentali, paura di essere depresso, schizofrenico e cose cosi.
I pensieri ossessivi ad oggi vengono con molta meno frequenza, ma la ricerca su internet di una malattia mentale che rispecchi i miei sintomi c'è tutt'ora. Ho fatto di tutto non riposavo durante il giorno per paura che se dormivo ero depresso, insomma per farvi capire. Ad oggi è cambiato di nuovo, durante il giorno ho come dei momenti di paura improvvisi, momenti in cui ho la sensazione di piangere ma non riesco. Non riesco a capire cosa mi succede, spesso mi dico che la tanto timorosa parola "depressione" sia giunta da me. E quando lo penso la paura aumenta,mi proietto già in un ospedale psichiatrico e odio al sol pensarci. A volte mi balenano alla testa anche domande esistenziali, ma compaioni spesso anche loro senza che ci pensi io, e anche quelle mi fanno paura. Faccio ciò che devo, mantengo i miei hobby ma sempre con quel velo di angoscia che mi prende lo stomaco. Sono tre notti che mi sveglio alle 4 senza motivo, resto a letto in dormiveglia e alle 8 mi alzo. Mi fa paura immaginarmi depresso o sol pensarci di esserci dentro e faccio in modo ossessivo test online per vedere se esce nei risultati. Assurdo, lo so bene! Ho piena consapevolezza di ciò che mi accade, voglio sempre connotare ed etichettare ogni mia emozione, manco come se fossero prodotti da mettere sugli scaffali dei supermercati. Ho avuto un'infanzia in cui mia madre è stata dura e ha avuto i suoi momenti no, momenti in cui diceva di uccidersi, lettere che scriveva a me dove diceva di togliersi la vita. E questo peso è sempre gravato su di me, mio padre è malato di sclerosi multipla da prima che nascessi. Ma lui non ha mai gravato su noi, mia madre si, lei ha usato me e mia sorella come bastone per sorreggersi. La capisco, ma un conto è avere 30 anni, un conto iniziare dall'infanzia. Quindi è come se questa mia ricerca affannata di malattia fosse legato al fatto che mia madre mi abbia fatto vivere con questa parola.
Ad oggi comunque vorrei dare un nome e un senso a questo momento. Ne ho vissuti altri, momenti di ipocondria delle malattie fisiche, ansia forte e cose varie. Questa volta mi sembra sia un episodio più introspettivo, più legato a me e alla mia mente. Vi ringrazio in anticipo per il vostro parere.