Cambiare scuola???

Inviata da Barbara · 8 mar 2016 Crisi adolescenziali

Buongiorno nostro figlio 17 anni quasi 18, è in terza superiore, rimandato e poi promosso in prima, bocciato in seconda, ripetuta la seconda, rimandato e poi arrivato in terza. In tutti questi anni mi è stato ripetuto che poi maturava.. ma questa maturazione nello studio non arriva. E' un ragazzo sintetico di poche parole, a volte balbuziente, pertanto abbiamo affrontato degli incontri con una psicoterapeuta per valutare eventuali Dsa, non è emerso nulla, se non la sua superficialità nell'affrontare gli impegni. Più volte in questi anni abbiamo provato a convincerlo a spostarsi in un Istituto Professionale (attualmente è iscritto ad un ITC), ma non ne vuole sentire parlare. Abbiamo anche provato a dirottarlo su un ITC privato dove sarebbe stato seguito meglio, ma anche in questo caso rifiuto totale. Adesso gli abbiamo dato un ultimatum, o salva l'anno, magari anche a settembre o comunque cambia scuola. La scelta non sarà facile in quanto le sue amicizie si sono dirottate esclusivamente in ambito scolastico. Ci troviamo davanti ad una situazione senza vie d'uscita, speriamo sempre di alzarci una mattina e trovare la svolta, vedere la maturazione, ma sono pure illusioni per il momento. Gli è stato proposto anche un percorso con la psicoterapeuta, ma dice di non aver bisogno di nulla. Voi cosa consigliereste???

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Miglior risposta 18 MAR 2016

Cara Barbara
a me sembra positivo il fatto che il ragazzo non abbia accettato la proposta di cambiare scuola...mi da l'impressione che, nonostante le sue difficoltà, ami rimanere ancorato a quello che ha iniziato.
Non so come motiva lui il fatto di voler rimanere nella stessa scuola però, a mio parere, indica un ancorarsi a questo ambiente che forse gli da sicurezza.
Forse, a questo punto, la soluzione migliore potrebbe essere quella di trovare qualcuno che gli dia una mano a casa con lo studio, soprattutto mostrandogli dei metodi pratici di studio.
Se vostro figlio, anche con qualche anno di ritardo, si diplomerà in questa scuola, non vedo un grosso problema.
Questi anni gli serviranno a formarsi e alla fine, il senso di continuità gli darà senzsazione di progresso e da qui stabilità.
Da questa lettera, nonostante l'innegabile "andar piano" del percorso del ragazzo (magari anche un poco menefreghista), io ho ricavato di lui una sensazione positiva.
Secondo me, ha bisogno di molta fiducia e di non sentirsi svilito ma incoraggiato in quello che fa.
Sarò io troppo positiva? Non credo!
Un caro saluto
Dott. Silvana Ceccucci Psicologa Psicoterapeuta.

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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15 MAR 2016

Gentilissimi, mi sembra che abbiate tutte le ragioni per essere tesi e preoccupati del futuro di vs figlio. Mi sembra che si possa parlare di inibizione scolastica. Nn sarei favorevole a consigliarvi un altro terapeuta, a meno che esperto in tali problematiche. Vostro figlio va riattivato verso la normale voglia di crescere e imparare e progredire nella sua vita. É intelligente ma bloccato e nn apprende perché nn trova motivazione, orientamento al futuro. Lo potete aiutare spostando il focus dalla scuola alla persona e costruendo con lui la sua personalità. Forse aiuterebbe responsabilizzarlo a molti livelli. Un caro saluto. Patrizia amici

Dott.ssa Amici Patrizia Psicologo a Bergamo

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11 MAR 2016

Gentile Barbara,
vi sono poche informazioni per cui non è possibile un inquadramento diagnostico del disagio di suo figlio sia riguardo al rendimento scolastico che ad altre problematiche.
E' consigliabile che lei chieda per suo figlio una consulenza con uno psicoterapeuta esperto su temi di orientamento scolastico e lavorativo affinchè possa essere aiutato a fare una scelta di studio più consapevole sulla base delle sue attitudini e delle sue capacità.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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9 MAR 2016

Gentile Barbara,
sono un po' perplessa sull'inefficacia del lavoro della psicoterapeuta. Adesso, però, anche volendo cambiare professionista, non riuscireste ad ottenere nulla poichè vostro figlio non collaborerebbe, pertanto l'intervento sarebbe inutile. Ora, vostro figlio, nonostante l'evidente disagio scolastico dovuto all'insuccesso, non vuol cambiare scuola, perchè ha trovato lì il suo "nido" di amicizie che non lo mettono probabilmete in eccessivo disagio e lui si sente accolto nonostante la balbuzie. Cambiar scuola vorrebbe dire metterlo in una situazione sociale altamente ansiolitica e lui teme l'esclusione sociale. Arrivato alla terza, con la legge della buona scuola, dovrebbe anche fare degli stage/tirocini. Questa potrebbe essere una buona occasione per mettersi alla prova e capire che strada prendere. Potreste anche proporgli esperienze lavorative extra-scolastiche. Cercate nella vostra zona uno psicologo specialista in disturbi d'apprendimento che potrebbe fare una valutazione specifica sul metodo di studio e poi aiutarlo in maniera mirata. Potrebbe essere un buon modo per vostro figlio di acquisire sicurezza, esperire qualche successo in più e rendersi conto di cosa vuole fare della sua vita.
Cordiali saluti
Dott.ssa Sabrina Fontolan

Dott.ssa Sabrina Fontolan Psicologo a Piove di Sacco

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8 MAR 2016

Gentile Barbara,
suo figlio finora ha perso un anno e perciò la situazione non mi sembra ancora drammatica. A parte questa considerazione, mi sembra un po' strano che la psicoterapeuta abbia limitato le sue osservazioni alla "superficialità negli impegni" e non abbia aggiunto altre considerazioni sulla socialità, la sicurezza, le relazioni familiari ecc. insomma su altri aspetti della personalità del ragazzo e delle sue relazioni con l'ambiente.
Nel caso di adolescenti spesso si può intervenire per il tramite dei genitori: se si riesce ad ottimizzare la comunicazione tra i membri della famiglia, molte cose possono cambiare per cui le consiglierei di consultare una psicoterapeuta in grado di favorire una comunicazione più efficace. I terapeuti della Gestalt dovrebbero essere molto indicati, ma anche gli strategici.
cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologo a Roma

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8 MAR 2016

Buongiorno signora Barbara,
a leggere la situazione così come la presenta mi sento abbastanza d'accordo nel dire che, forse, quella che suo figlio sta frequentando potrebbe non essere la scuola adatta a lui. Tuttavia il problema delle amicizie, da cui il ragazzo non vuole separarsi, non è da sottovalutare.
Le chiedo pertanto se suo figlio ha qualche passione che possa essere utilizzata o come incentivo, o per indirizzarlo verso un diverso corso di studi.
Ognuno di noi è diverso ed esistono diversi tipi di intelligenza: il mio consiglio è di considerare ciò in cui il ragazzo riesce meglio o che gli piace maggiormente, fosse anche uno sport, piuttosto che il disegno o l'informatica, ecc... in modo da cercare in questa direzione una possibile soluzione.
Si faccia comunque consigliare di persona, ad esempio da un professionista esperto in psicologia scolastica, che in questo senso potrebbe anche fare a suo figlio un bilancio delle competenze e un servizio di orientamento, circa le scuole superiori, ma anche iniziando a coinvolgere la sfera lavorativa, per farlo riflettere su cosa lui voglia fare "da grande". Contemporaneamente si può lavorare su diverse strategie per mantenere la sua rete di amicizie, nonostante il passaggio ad una scuola diversa; ormai il ragazzo è quasi maggiorenne e ha tutti gli strumenti per continuare a vedere gli amici anche al di fuori del contesto scolastico.
Spero di aver potuto fornire dei differenti spunti di riflessione e vi auguro buona fortuna.
Dott.ssa Cinzia Beluardo

Dott.ssa Beluardo Cinzia Psicologo a Torino

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8 MAR 2016

Buongiorno Barbara,
deve essere molto difficile da genitore gestire una situazione di questo tipo.
Mi chiedo come mai questo ragazzo abbia bisogno di differenziarsi in questo modo dagli altri; cioè mi sembra che questo ragazzo voglia dirci qualcosa con questo suo comportamento.Il rischio è che così vi metta in scacco e, in fondo, si metta in scacco, rinunciando ad un futuro e esponendo, comunque, a tutti questi fallimenti. Mi sembra che lui è voi abbiate bisogno di un aiuto per srotolare questo blocco evolutivo. A presto
dott.ssa Claudia Giangregorio

Dott.ssa Claudia Giangregorio Psicologo a Milano

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8 MAR 2016

Gentile Barbara,
mentre leggevo il Suo messaggio mi domandavo: Quali sono le cose importanti per Suo figlio? Cosa gli piace fare e che ritiene importante fare?
Inoltre mi domandavo: Se Lei dovesse dare un nome al problema legato alla situazione di Suo figlio che assilla la Vostra famiglia, che nome gli darebbe? E Suo figlio, secondo Lei, come chiamerebbe questo problema?
Infine, mi domandavo: In che modo le cose che a Suo figlio piace fare possono aiutare lui e la Vostra famiglia a d affrontare il problema? Quali risorse, invece, può mettere Lei in campo per affrontare questo problema?

Rimango a disposizione, qualora volesse rispondere alle mie domande e condividere con me le Sue riflessioni.

Un saluto,
Dr. Luigi Frezza, lo psicologo delle storie

Studio di Psicologia del dott. Luigi Frezza Psicologo a Battipaglia

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