Dopo tre anni di terapia cognitivo-comportamentale sento di aver risolto alcuni dei problemi che avevo inizialmente, ma di non essermi mai liberata di altri motivi di ansia e fobie. Negli ultimi mesi ci sono state incomprensioni con lo psicologo, che hanno portato alla scelta condivisa di sospendere per il momento la terapia. In questo periodo ci siamo sentiti telefonicamente, io sono piuttosto delusa e scoraggiata, lui lascia a me la decisione di continuare o cercare un'altra strada. Io sto malissimo, ma non riesco a prendere la decisione. Da una parte vorrei recuperare la fiducia e riprovare con lui, con cui ho già instaurato un buon rapporto e che conosce già tutto del mio passato e dei miei problemi. D'altra parte sarei tentata di cambiare del tutto, ma questo mi spaventa: ho paura di dover ripartire da capo, rimettere in discussione tutta la mia vita con il rischio di sentirmi dare interpretazioni diverse, e quindi andare in confusione.
Vorrei chiedere a voi professionisti se nel momento in cui si cambia psicologo, si riparte da zero, rimettendo in discussione tutti i motivi che mi hanno portato ad avere le mie ansie e fobie? ho paura che il cambiamento mi generi destabilizzazione e quindi ulteriori ansie. Ma sono anche dubbiosa riguardo la terapia svolta fin'ora, che mi ha lasciato parecchi nodi irrisolti.
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29 MAR 2017
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Gentile Sara,
è difficile darle una risposta esauriente in quanto occorrerebbe conoscere i motivi di queste incomprensioni insorte dopo 3 anni di psicoterapia che non sono pochi se vi è stata regolarità e continuità delle sedute.
E' possibile che dietro queste incomprensioni ci siano delle sue resistenze non superate riguardanti l'esecuzione di determinati "homework" assegnati come è possibile che ci siano anche altri fattori che hanno reso stagnante la relazione terapeutica.
Di sicuro, quello che lei ha acquisito nel percorso di psicoterapia già fatto, se lei dovesse decidere di cambiare terapeuta non solo non andrà perduto ma anzi le servirà per affrontare con più competenza e consapevolezza il nuovo eventuale percorso per raggiungere un migliore livello di benessere psicologico.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
2 APR 2017
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Da quanto ha spiegato, si sente confusa su come affrontare questo bivio. Certamente durante il percorso di terapia avrà avuto modo di riflettere su aspetti personali, questo non vuol dire che tutto sia stato chiarito ed affrontato in modo definitivo e che potrebbe essere utile da parte sua riflettere sul perchè ha interrotto la terapia e perchè. inoltre, la invito a dare valore alla sua risposta, magari comunicandola anche al suo terapeuta, senza pensare che ci sia una decisione giusta o sbagliata. Sicuramente iniziare con un nuovo terapeuta le solleciterà nuove esperienze, ma non necessariamente vuol dire iniziare da zero, anche perchè la terapia è un'esperienza relazionale curativa e non solo una serie di interpretazioni fatte dallo psicoterapeuta.
Pertanto, la invito a non mettersi in ansia, ma piuttosto a riflettere su ciò che, a questo punto, sente essere protettivo e buono per lei, qualunque sia la decisione finale.
30 MAR 2017
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Un nuovo psicologo dovrebbe andare a trattare solo i nodi irrisolti. Non avrebbe senso parlare di ciò che non è più un problema, a meno di diversa veduta del professionista.
Per quanto riguarda le interpretazioni, non sempre hanno una valenza operativa, vale a dire un'influenza concreta sulle possibilità di cambiamento. Una diversa interpretazione penso andrebbe data solo se importante per ottenere la risoluzione di un problema.
D'altra parte tre anni di terapia non sono pochi se hanno ottenuto miglioramenti insufficienti, a meno che non si sia in presenza di disturbi gravi di carattere psicotico, per i quali potrebbero essere più tollerati.
29 MAR 2017
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Cara Sara,
Mi sembra di capire che con tale terapeuta vi sono state delle incomprensioni. E' difficile dall'esterno darle un consiglio specifico in quanto non conosco esattamente i motivi del disaccordo. Potrebbe tentare di ricucire con lo psicologo ed andare avanti rimotivandosi, viceversa se non nutre fiducia e non si sente ascoltata come dovrebbe le consiglierei di riflettere ed eventualmente cambiare lo specialista. I traguardi che ha già raggiunto non andranno persi, inizierà semplicemente una nuova relazione con tale terapeuta. In tal modo potrà sciogliere i nodi irrisolti che ora le creano disagio e raggiungere il benessere.
29 MAR 2017
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Cara Cristina,
ogni percorso affronta il problema per come si presenta oggi, ed oggi si presenta insieme ad una Cristina che ha delle consapevolezze in più, proprio grazie al vissuto precedente!
Senza dubbio sarà un'esperienza diversa, ma si andrà ad ancorare ai passi fatti finora, magari anche esaltandoli e dandogli nuovo significato, alla luce della tua vita come è nel "qui ed ora"!
In bocca al lupo
29 MAR 2017
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Gentile Cristina, mi verrebbe da darle diversi consigli essendo la sua richiesta specifica, ma non essendoci una risposta che possa andare bene a tutti.
Innanzitutto per rispondere alla sua domanda che esprime il dubbio di dover ricominciare da capo se cambia collega mi viene da risponderle che non credo sia proprio così. Nel senso, che è vero che dovrà intraprendere un nuovo percorso di conoscenza reciproca con il nuovo collega, ma comunque il lavoro che ha fatto con il precedente terapeuta fino ad adesso le ha sicuramente dato degli strumenti e la aiutata in qualche maniera e per questo lei stessa porterebbe sicuramente altro al nuovo terapeuta con una differente consapevolezza e forse nuove esigenze.
Riguardo al cambio di terapeuta invece valuti lei, perché da un lato potrebbe essere utile il confronto con il collega per comprendere quali siano le difficoltà con lui nel superare determinati problemi, dall'altra parte magari la crescita personale che poteva far con lui in termini relazionali ha raggiunto un limite per il quale lei è pronta e potrebbe provare anche altri tipi di percorsi psicologici psicoterapeutici con altri colleghi. Questo non vuol dire non aver risolto niente o che il collega in questione non la possa aiutare, ma potrebbe trattarsi di una fisiologica necessità di cambiare che in alcuni casi si manifesta senza che ci siano mancanze o colpe da nessuna delle due parti, un po' come se fosse cresciuta abbastanza con il collega in questione e ora sentisse la necessità di qualcos'altro. Se sente di aver chiuso con il collega e di aver compreso questo, potrebbe benissimo, se ne sente il bisogno, rivolgersi a qualcun altro. Sicuramente portandosi dietro gli strumenti del percorso precedente che oramai sono suoi e cercando di risolvere le sue problematiche magari con un aiuto differente rispetto a quello che ha cercato e accolto fino ad ora.
Spero di essere stata abbastanza chiara nel risponderle
Le auguro di riuscire a trovare un suo equilibrio il prima possibile
Dott.ssa Anna Mura