Bugie a fin di bene?

Inviata da Giulia · 1 feb 2016 Disturbo ossessivo compulsivo

Un anno fa mi ero presa una cotta per un collega che non mi era mai interessato prima, però c'è stato un periodo in cui dovevamo fare un progetto assieme, e a furia di lavorarci a stretto contatto mi ero presa una cotta. Non credo che lui fosse interessato a me, e in realtà anche nel mio caso era solo una cosa passeggera (dopo due settimane mi è passata). Lui ogni giorno voleva fermarsi un oretta in più dopo il lavoro per questo progetto e ci lavoravamo moltissimo perché ci teneva che venisse bene, ma da parte sua era solo lavoro, io invece approfittavo di questo suo voler lavorare tanto per stare con lui, non dicevo mai di no. Mi sentivo giustificata dal fatto che era tempo passato insieme solo per lavorare, non per altro. Però ero contenta, la mattina andavo volentieri a loro perché sapevo che avrei passato del tempo con lui. Per un paio di settimane ho sofferto molto, ero davvero presa da lui, fantasticavo sul fatto che mi lasciassi addirittura col mio compagno per poter stare con lui. Ed era assurdo perché io e il mio compagno conviviamo da tre anni e ci amiamo da 5. Però era anche un periodo in cui non facevamo mai sesso e io non ero più abituata a sentire le farfalle nello stomaco. Risentire in emozione o un brivido mi faceva stare bene. Ma allo stesso tempo soffrivo. Però con questa persona non c'è mai stato niente! Neanche un flirt, neanche un caffè preso assieme. Era solo lavoro. Non ho mai detto niente al mio compagno, né che lavoravo con lui ne che mi fermavo più a lungo per stare con lui. Ho sbagliato? Credetemi, non avrei mai potuto parlargliene, è gelosissimo e avrebbe sofferto moltissimo. Davvero tanto. Il nostro rapporto si sarebbe rovinato. Avrei causato una ferita indelebile.
Io credo di aver fatto la cosa giusta anche nel NON rifiutare di fare gli straordinari con questa persona, perché se avessi cercato di stare lontana da lui mi sarebbe rimasto il dubbio se mi piaceva davvero o se era una cosa momentanea, invece a furia di fermarmi con lui a lavorare tutti i giorni, nel giro di poco mi è passata la cotta e mi sono resa conto che era solo un illusione passeggera dovuta allo stretto contatto lavorativo. Dopo un paio di settimane mi dava quasi fastidio, infatti prima di allora non mi era mai piaciuto. Quindi credo di aver fatto la cosa giusta sia nel passare tanto tempo con questa persona, sia nel non aver detto niente al mio compagno, perché così facendo dopo un mese già era tutto finito, io non ho fatto niente con questa persona e l'ho presto dimenticata, e il mio compagno ha evitato di soffrire, e il nostro rapporto è più bello che mai.
È capitato che lui mi chiedesse se mi piaceva qualcuno al lavoro, perché mi vedeva strana, ma io ho sempre negato.
Mi porto dentro un senso di colpa, e ora dopo un anno mi sento di volerglielo confessare, ma sarebbe assurdo dopo un anno. Credo di aver fatto la cosa giusta per il suo/nostro bene, e dopotutto non ho fatto niente. Erano solo pensieri. Se avessi flirtato o tradito la cosa sarebbe diversa. Ma era lavoro. Io avrei potuto limitare le ore passate insieme ma ripeto: credo sia stato meglio così, perché più tempo ci passavo assieme e meno mi piaceva. Mi confermate che ho fatto la cosa giusta? Fino ad ora mi sembrava di aver dimenticato tutto questo, di essermelo lasciato alle spalle, ma ora all'improvviso mi è tornato in mente e mi sono sentita molto il colpa. Ma sono convinta del fatto che non avrebbe senso dirlo solo per liberarmi la coscienza, è stata comunque una cosa da niente, non è successo niente e non voglio far soffrire il mio amore. Può capitare a tutti di prendersi una cotta nella vita, e credo che a volte si debba fare il sacrificio di vivere con un piccolo peso sulla coscienza pur di salvare un rapporto e non far soffrire una persona. Quello che mi da fastidio è che dopo che mi sembrava di aver lasciato tutto alle spalle mi sia tornato in mente all'improvviso facendomi stare male e con l'istinto di confessare tutto.

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Miglior risposta 1 FEB 2016

Buongiorno gentile Chiara,
se le è tornata in mente questa esperienza dopo un anno potrebbe significare che il suo riflettere sulla sua vita concerne un giudizio costante sul suo operato e sui suoi desideri. Forse non è tutto perfetto con il suo compagno, forse ci sono delle zone d'ombra che lei ha difficoltà a vedere chiaramente ma che intuisce dalla sua irrequitezza. Ma queste sono solo delle ipotesi che andrebbero indagate all'interno di un percorso psicologico in presenza. Ci chiede rassicurazioni, quelle che lei non riesce a dare a se stessa, eppure nei fatti non è successo niente che possa minare davvero il suo rapporto, è dentro di lei che esiste la sensazione di minaccia, come se lei non si sentisse degna di vivere una relazione con tranquillità e con amore. Ci sono i presupposti per un lavoro su di sè, ma non on line.
Spero di averle fornito degli spunti di riflessione che non coinvolgano il suo implacabile giudizio su se stessa.
Cordiali saluti
Dr.ssa Anna Mostacci Psicologa Psicoterapeuta Roma

Dr.ssa Anna Mostacci Psicologa Psicoterapeuta Psicologo a Roma

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5 FEB 2016

Gentile Chiara,
lei è troppo severa nel giudicare se stessa e contemporaneamente abbastanza insicura da chiedere a noi delle rassicurazioni essendo assediata da sensi di colpa per delle fantasie fatte in un breve periodo di insoddisfazione e di auto-osservazione.
Può succedere che, quando nella coppia uno dei due si sente trascurato viva questa cosa con frustrazione e fantastichi gratificazioni alternative ma una cosa è un tradimento fantasticato, altra cosa è un tradimento realizzato!
Tuttavia, in situazioni del genere, al conforto della fantasia è preferibile il dialogo e una buona comunicazione col partner per segnalare i propri bisogni, i propri timori e i propri pensieri perchè è possibile che questi, preso da troppi impegni o preoccupazioni non se ne sia nemmeno accorto!
Ad ogni modo, per raggiungere un miglior equilibrio e una maggiore sicurezza personale le suggerisco un percorso di psicoterapia.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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3 FEB 2016

Cara Chiara
nella vita succedono tante cose e non è che sempre sia necessario fare confessioni e puntualizzare tutto.
Di fatto lei con questo collega non ha fatto nulla, si è solo limitata a fare degli straordinari di lavoro e a "sentire" qualcosa per lui, anche stando in osservazione di se stessa e valutando gli sviluppi di quello che sarebbe successo.
Siccome non è successo un bel niente e la cosa è perfettamente rientrata da sola, non si capisce come mai vorrebbe fare una "confessione" (confessione poi di cosa? del nulla!) perché si sente in colpa... ma per? Essere stata al lavoro e per essere stata in osservazione di ciò che succedeva dentro di sé'?
Insomma, in realtà, è tutto quanto un poco campato sul nulla, tranne il fatto che lei si sente in colpa con niente e credo ciò significhi che si svaluti e che non abbia pieno senso del suo valore.
Al massimo può, se vuole, riflettere su questi ultimi due concetti.
Un caro saluto
Dott. Silvana Ceccucci psicologa psicoterapeuta

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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2 FEB 2016

Gentile Chiara,
penso abbia fatto bene a non dar peso alla vicenda, per cui se ora le torna in mente, forse dovrebbe piuttosto interrogarsi se ci sia qualcosa che turba il vostro rapporto, poichè questa "rivelazione" rischierebbe di incrinarlo e quindi è lecito porsi la domanda del perchè lei abbia dei dubbi e pensieri in tal senso.

Sono certa che una psicologa psicoterapeuta saprà individuare i motivi di questi suoi "sensi di colpa" o scrupoli che non sembrerebbero produttivi e trovarvi soluzione. Forse è necessario soltanto migliorare la comunicazione.

Cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologo a Roma

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