5 NOV 2025
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Gentile Massimo,
quello che sta vivendo è un momento di grande complessità emotiva, e il turbamento che descrive è del tutto comprensibile. Si trova davanti a una decisione che tocca aspetti profondamente diversi ma ugualmente importanti: la dimensione lavorativa, quella familiare e quella personale. Quando queste sfere entrano in conflitto, è naturale sentirsi bloccati, in ansia o sopraffatti dai pensieri. Le reazioni che racconta, l’insonnia, le crisi di pianto, la difficoltà a trovare chiarezza, non sono segni di debolezza, ma la manifestazione di quanto questa scelta sia per lei significativa.
Da un lato, c’è un lavoro che, pur offrendo sicurezza, comporta un forte dispendio di energie e di tempo, con un impatto notevole sulla qualità della vita. Dall’altro, c’è la possibilità di un cambiamento professionale positivo, ma che implicherebbe un distacco dalle proprie abitudini e dai legami affettivi più stretti. È una vera e propria scelta di vita, non solo di carriera, ed è quindi comprensibile che generi paura, indecisione e senso di smarrimento.
In situazioni come la sua, può essere utile cercare di separare, per quanto possibile, i diversi piani coinvolti:
- il piano pratico, che riguarda la gestione concreta del quotidiano, gli spostamenti, l’equilibrio tra lavoro e vita personale, la fatica fisica e mentale;
- il piano emotivo, che comprende il senso di appartenenza, la paura di perdere punti di riferimento, la difficoltà di abbandonare luoghi e persone che fanno parte della propria identità;
- il piano valoriale, che chiama in causa ciò che per lei ha davvero significato: la stabilità economica, la vicinanza affettiva, la crescita professionale, la qualità del tempo dedicato a sé e alla famiglia.
Mettere ordine tra questi piani può aiutarla a riconoscere quale direzione, in questo momento della sua vita, risponde meglio ai suoi bisogni più autentici. Non esiste una decisione “giusta” in senso assoluto, ma una decisione “coerente” con ciò che lei ritiene più importante ora.
È importante anche ricordare che la paura del cambiamento non è un segnale di errore: spesso accompagna proprio le scelte più significative, quelle che ci mettono alla prova ma che possono anche aprire nuove possibilità di equilibrio e soddisfazione. Le emozioni che prova vanno accolte e ascoltate, non respinte.
Concedersi tempo per riflettere, confrontarsi con la famiglia e con persone di fiducia, e cercare di immaginare in modo realistico come sarebbe la sua vita nelle due alternative, può aiutarla a ridurre la confusione. Anche visualizzare concretamente le sue giornate nei due scenari (ad esempio: come si sveglierebbe, quanto tempo avrebbe per sé, per la famiglia, quanto si sentirebbe gratificato o affaticato) può rendere la decisione più tangibile e meno astratta.
A volte, la chiarezza non arriva tutta insieme, ma emerge a piccoli passi, nel momento in cui ci si concede di ascoltarsi senza giudizio. Lei non deve “scegliere subito”, ma piuttosto darsi il diritto di comprendere meglio cosa, oggi, sente di volere e di poter sostenere.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Grazia Melchiorre - Psicologa Clinica