Salve
Sono la mamma di un bambino di 6 anni appena approdato alla scuola elementare. Purtroppo durante il primo colloquio avuto con le maestre e' emerso un disagio di mio figlio nell'affrontare situazioni nuove. Il bambino piange ogniqualvolta non riesce a finire in tempo oppure se sbaglia qualcosa, piange anche quando perde una forbice o una penna, piange se non riesce a mettere il cappotto. Premetto che a livello scolastico non ha nessun problema, ma ovviamente questo atteggiamento lo sta limitando parecchio. Diciamo che tendenzialmente e' sempre stato un bambino facile al pianto, e' sempre stato il suo modo di reagire alle situazioni difficili, il pianto aumenta se gli viene messa fretta nello svolgere un'attività. Inutile dire che non viviamo serenamente questo nuovo inizio. Sarò lieta di ricevere consigli.
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24 NOV 2016
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Cara Mati, mi sembra di sentire la storia di mio figlio...ormai molti anni fa. Sappiamo benissimo che i bambini sono molto abitudinari e non vorrebbero mai cambiamenti. Poi ci sono bambini particolarmente sensibili che manifestano, attraverso il pianto, il loro disagio. Certo le maestre possono molto nel tranquillizzarlo e lasciarlo libero di fare le sue cose secondo i suoi ritmi.
La serenità è essenziale. Nel pomeriggio quando lei è con il bambino si faccia un po' raccontare, anche se non sono ancora in grado di esprimere le proprie emozioni, quello che fa a scuola. Fate qualche disegno insieme, gli faccia mettere il cappotto da solo, gli faccia fare piccole cose in autonomia. Senta se può fare un po' di sostegno a suo figlio, oppure fargli fare un orario ridotto inizialmente. Sarà opportuno chiedere il sostegno anche di qualche mamma e fargli frequentare qualche amichetto, magari quelli con i quali si trova di più, o il suo compagno di banco, nel pomeriggio per una merenda, per una passeggiata...in questo modo prenderà più dimestichezza e piano piano si abituerà. Coraggio e auguri dr. Annalisa Lo Monaco
1 DIC 2016
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Gentile Mati,
le consiglierei di consultare uno psicologo psicoterapeuta perché è possibile che il disagio lamentato si inserisca in una più generale difficoltà del bambino nelle interazioni che potrebbe essere utilmente supportata e compensata grazie anche alla collaborazione dei familiari.
cordiali saluti
29 NOV 2016
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Gentile signora, la difficoltà che lei riferisce non è rara nei bambini, soprattutto in un momento difficile quale può essere l'ingresso nella scuola primaria. Il modo in cui può supportare suo figlio è chiedergli quale emozione prova quando gli viene da piangere (agitazione? Angoscia? Preoccupazione? ). Poi rievochi qualche episodio in cui anche lei ha provato quella stessa emozione e il modo in cui ha gestito/risolto la situazione e racconti tutto ciò a suo figlio per aiutarlo a trovare pian piano un modo di gestire quelle situazioni critiche (es.del cappotto: "vuoi provare a esercitarti con il cappotto?). Inutile dirgli di non piangere. Può piangere ma intanto trovare qualche altra possibilità di gestione dei momenti difficili.
Cordiali saluti .Paola Brera
29 NOV 2016
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Buongiorno sono la dott.ssa Elena Conter e le volevo dire di chiedere alle maestre un po' di comprensione. Ogni bambino ha i suoi tempi e ritmi. Ha bisogno di più tempo. A volte i bambini hanno bisogno di aspettare a crescere magari un pochino di più di altri. Magari lasciato senza pressioni lavora meglio a casa cerchi di sostenerlo lavorando con lui nel pomeriggio.
Spero che con un po' di tempo migliori
29 NOV 2016
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Gentile signora,
come ha evidenziato lei, l'atteggiamento di suo figlio non è una novità. Le maestre hanno confermato una situazione che lei già conosceva e immaginava (ma che di certo non sperava). La cosa positiva è che le maestre le hanno espresso questo problema subito, in quanto può compromettere altre situazioni che non riguardano solo il mero andamento scolastico. Potrebbe essere interessante sapere poi se le hanno suggerito qualcosa o se le hanno manifestato situazioni o momenti in cui questa facilità al pianto viene aumentata.
La questione è che l'atteggiamento di questo bambino dev'essere rafforzato non perché va a scuola, ma va rafforzato per la vita in generale e dalle situazioni descritte credo che sarà difficile che "passi da sola", sarebbe opportuno contattare uno psicologo che tratti il sostegno genitoriale.
A sua disposizione,
Saluti
24 NOV 2016
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Gentile Mati, comprendo la vostra preoccupazione anche perché il bambino trascorre molto tempo a scuola ed è bene, quindi, che lo trascorra serenamente. L'emotività in realtà non è di per sé negativa, anzi, può essere un punto di forza per il quale essere orgogliosi se rende persone più sensibili e attente ai bisogni degli altri. Però se diventa un'intralcio al proprio benessere, forse è il caso di intervenire per aiutare suo figlio a diventare più tollerante alla frustrazione. Le suggerisco di rivolgersi ad uno psicologo dell'infanzia che la aiuterà a capire come incrementare autostima e autoefficacia del suo bambino.
Dott.ssa Serena Costa, psicologa dell'infanzia Trentino
24 NOV 2016
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Il passaggio alla scuola elementare è molto impegnativo e richiede al bimbo capacità di controllo e di autogestione che non sempre sono immediatamente possedute dai bimbi. Il pianto è una modalità liberatoria di ansia e tensione che passerà man mano che si sentirà più tranquillo in questo nuovo ambiente che richiede tanto. Bisognerebbe anche avere altre informazioni su come ha gestito finora le novità e i cambiamenti, Sostenetelo e rassicuratelo nel frattempo, fategli sentire che credete in lui è che sapete che può farcela.
La saluto cordialmente,
Dott.ssa Maura Lanfri
24 NOV 2016
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Gentile signora, penso per quel poco che ha scritto, che suo figlio possa non aver ancora accettato il nuovo ambiente scolastico, mle ripeto è solo una primissima valutazione. Avrei bisogno di maggiori informazioni suo figlio ha fatto la scuola materna e come si è trovato? Come ha vissuto il distacco con quella scuola? In casa come si svolgono le vostre giornate? Quanto tempo passa con i genitori, il bambino?
Mi faccia sapere. Saluti.
Dott.essa Barbara De Luca
24 NOV 2016
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Cara Mati,
certamente la turba vedere suo figlio così angosciato e comprendo la voglia di stargli vicino.
Non ho ben compreso se l'ingresso a scuola lei lo abbia vissuto diversamente rispetto a quello che si aspettava e ciò è quanto percepisco da ciò che riferisce all'inizio o se non si presenta come qualcosa di inaspettato, data la modalità di affrontare le difficoltà del suo bambino, in cui ha riscontrato in più di un occasione la tendenza a segnalare il suo disagio con il pianto. In che modo di fronte a situazioni simili si è comportata? Che comportamento si aspettava da suo figlio? L'inizio della scuola pone il bambino di fronte ad una situazione nuova, in cui emergono nuovi bisogni, nuove responsabilità, nuove figure di riferimento, nuove situazioni relazionali. In questa fase della crescita i bambini definiscono ciò che sono in base a ciò che sanno fare e non sono capaci di separare un giudizio dal contesto e dal momento, ma lo estendono alla loro persona. Ha cercato di comprendere il significato di quel pianto, parlandone con lui? Il suo bambino le sta comunicando che ha un disagio è importante che questo disagio venga indagato e compreso.
24 NOV 2016
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Gentile Mamma, il suo bambino non è diverso dagli altri, anzi forse è piu' sensibile e speciale.
Sono convinta che parlandone di persona si possano esprimere meglio le emozioni e sia significativo inquanto anche il solo parlare guarisce. Sono disponibile ad un colloquio privato.
Cordiali Saluti!