Bambino ha paura di fare i compiti

Inviata da Emanuela · 16 nov 2016 Fobie

Salve sono una ragazza di 21 anni e faccio il doposcuola ad un bimbo di 5 elementare del mio paese. Ho un grosso problema con lui perché, al di là, delle sue lacune e carenze scolastiche non indifferenti, ho notato che il bambino ha paura di fare i compiti. Questo perché ogni volta che facciamo materie orali come storia o geografia piange a singhiozzi e si ostina a non volerle studiare. Cerco in tutti i modi di tranquillizzarlo ma niente. Mi dice che ha paura della maestra. Gli ho chiesto se magari a volte la maestra ha esagerato qualche volta con lui con qualche parola ma mi ha detto di no. È da due mesi che lo aiuto nel fargli vedere i compiti. E devo dire che è anche migliorato. Ma ultimamente piange in continuazione perchè ha paura di fare i compiti. Io sono gentile con lui, anzi lo aiuto in tutti i modi se c'e da spiegargli un argomento più di una volta lo faccio volentieri. Ma lui non mi aiuta se continua con questi pianti. Ne ho parlato anche con i genitori ma da quanto ho capito loro sanno bene che il bimbo ha questo problema e non sono in grado di risolverlo,anzi a mio parere non vogliono perchè il bambino manifesta questo disagio dalla prima elementare che si ostina a non voler studiare. La madre l ha portato da me al doposcuola perchè non ha tempo per fargli vedere i compiti ma il problema a questo punto non è solo la carenza nello studio ma è una questione emotiva che non riesco a capire.A quanto pare i genitori non lo capiscono e non lo aiutano per niente a superare questa cosa. Io non so più che fare per aiurarlo più di dire loro quello che vedo io costantemente tutti i giorni. Di carattere è gia un bambino chiuso,introverso e timido. Io sono cordiale con lui. Cerco anche di parlare d altro dei suoi hobby,di quello che fa a casa,a scuola. Di essergli un pò come una sorella maggiore. Ma è da un po che piange disperato xke non vuole fare i compiti ed io non so più che fare

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Miglior risposta 22 NOV 2016

Salve Emanuela,
anche se sei molto giovane mi sembra doveroso sottolineare la tua sensibilità nei confronti di questo bambino. L'infanzia è l'età più bella della nostra vita ma anche la più complicata perchè da piccoli sappiamo e/o possiamo esprimere il nostro disagio attraverso emozioni quali la rabbia o la paura (come in questo caso), senza capirne il motivo.
Ti consiglio di suggerire ai genitori di rivolgersi ad un neuropsichiatra, magari dell' asl di appartenenza, per capire se in qualche modo la paura del bambino non possa essere collegata a qualche disturbo dell'apprendimento che gli sta causando disagio. Questo passaggio potrebbe essere importante a prescindere, perchè il professionista di riferimento potrebbe suggerire ai genitori la giusta via da seguire senza far passare ulteriore tempo.
Cordiali saluti,
Dr.ssa Rosaria Pandolfi
Psicologa/Psicoterapeuta- Sant'Antimo (NA)

Dott.ssa Rosaria Pandolfi Psicologo a Sant'Antimo

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24 NOV 2016

Gentile Emanuela,
innanzitutto mi complimento con lei, come hanno già fatto gli altri colleghi, per la disponibilità e sensibilità che sta mostrando nei confronti della problematica in questione.
Detto questo sarebbe opportuno che i genitori valutino la possibilità di portare il bambino da un neuropsichiatra infantile o da uno psicologo che lavora nell'ambito dell'infanzia.
Il pianto del bambino rispetto la preparazione delle materi orali, può essere legato a diversi fattori, sia di tipo cognitivo, che emotivo.
Diventa necessario, quindi, effettuare una buona anamnesi ed una valutazione, che sia non solo centrata sul bambino, ma anche sul contesto di riferimento.
Detto questo, la sua strategia supportiva e di accoglienza nei confronti del bambino è ottima, ma al momento non può far altro, se non consigliare ai genitori un percorso di valutazione.
Cordiali saluti.

Dott.ssa Teresa Furino
Psicologa (Paese, TV)

Dott.ssa Teresa Furino Psicologo a Treviso

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22 NOV 2016

Buongiorno Emanuela, purrtoppo devo dire che, ammirevole la Sua buona volontà, in alcuni punti si riscontrano le manovre tipiche (IN TOTALE BUONA FEDE E ANIMATE DALLE MIGLIORI INTENZIONI) in casi di questo tipo. Naturalmente escludendo deficit cognitivi che spiegherebbero in tutto o in parte il comportamento del bambino.
La ricerca di cause, del comportamento/pianto del bambino, in atteggiamenti o frasi della maestra può portare alla ricerca del colpevole e questo di certo non giova per una serie di motivazioni logiche. Sicuramente il bambino va aiutato, e con esso Lei ad aiutare il bambino, ma mediante manovre che non siano già state messe in atto poichè è impensabile che facendo le stesse cose si pssano ottenere risultati diversi. E' utile che rifletta su ciò che ha fatto e sembra funzionare (e quindi mantenerlo) e su ciò che va cambiato poichè non funziona e di conseguenza mantiene il problema.

Dott. Massimo Botti Psicologo a Genova

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17 NOV 2016

Gentilissima Emanuela,
è ammirevole la tua sensibilità e disponibilità nel cercare di aiutare questo bambino ed è buono che tu continui a farlo anche se non è sufficiente a risolvere il problema.
Intanto potresti suggerire alla madre del bambino di parlare con la maestra della paura che il piccolo dice di avere di lei.
Anzi, vista la tua grande disponibilità, potresti offrirti di accompagnare questa mamma al confronto con l'insegnante.
In un secondo momento, qualora le ansie del bambino non dovessero recedere, potresti suggerirle di chiedere l'aiuto di uno/a psicologo/a dell'infanzia per impedire che ci siano ulteriori strascichi negativi nel futuro di questo bambino.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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16 NOV 2016

Cara Emanuela, lei si sta comportando a mio avviso molto bene. Di certo non può fare di più di quello che già fa.
Il consiglio è quello di cercare sempre il contatto con i genitori dicendo loro che probabilmente una consulenza con uno psicologo può aiutare a capire e risolvere la difficoltà del figlio.
Può continuare a fare quello che già fa, cioè parlare con il bimbo anche di cose extra compiti, quindi compagni, maestre, hobby. Se i genitori non vogliono attivarsi per trovare un confronto purtroppo lei non può costringerli.
Saluti
Dott.ssa Denaro Francesca

Dott.ssa Francesca Denaro Psicologo a Prato

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16 NOV 2016

Cara Emanuela,
sembra proprio che il disagio di questo bimbo sia legato ad una questione emotiva ed é forse difficile per lei poter intervenire su questo fronte, sebbene si stia prodigando offrendogli la maggior comprensione e sostegno possibili.
Proverei ad invitare i genitori a pensare ad un sostegno psicologico per aiutarlo quanto più possibile, ovviamente peró questa é una decisione che solo loro potranno prendere.
Rimango a disposizione.
Cordialmente,

Annalisa Anni
Psicologa Psicoterapeuta Padova

Alternativamente Psicologo a Padova

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16 NOV 2016

Buongiorno Emanuela,
Credo che il suo dovere, cioè segnalare che secondo lei il bambino è in difficoltà, lo abbia già fatto. Purtroppo se i genitori non vogliono indagare oltre non può di certo costrigengerli.
L'unica cosa che può fare visto che lo segue nei compiti giornalmente è cercare un contatto con la scuola per capire come si comporta in quel l'ambiente e se loro hanno osservato le sue stesse difficoltà.
Certo anche questo andrà fatto in accordo con i genitori, starà a lei trovare il modo per convincerli.
Ci tenga aggiornati.
Saluti

Dottoressa Lorico Psicoterapeuta a Piacenza

Dott.ssa Concetta Lorico Esposto Psicologo a Piacenza

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