Salve, mio figlio ha 11 anni e frequenta la prima media. È stato riconosciuto bes con disturbo dell'attenzione e con comportamenti oppositori provocatori (prevalente compromissione della componente attentiva). Attualmente è in cura con la psicologa e la neuro psichiatra che hanno fatto la relazione circa da 1 anno. Il problema è che le insegnanti mi scrivono e mi chiamano in continuazione perché il bambino soprattutto nell'ultima ora non sta attento e si distrae facilmente e ora hanno iniziato a dargli delle note di demerito e io non so più come comportarmi, cerco di parlare con il bambino e fargli capire che a scuola si deve stare attenti, ma non risolvo nulla. La psicologa è contenta perché secondo lei ha già fatto dei grossi passi, ma le insegnanti mi hanno già avvertito che se il bambino non starà attento come tutti i suoi compagni metteranno un voto basso sul comportamento che lo porterà alla bocciatura. Per il momento siamo alla seconda nota di demerito e mi hanno detto che a tre note lo sospenderanno per fargli capire che a scuola non è permesso distrarsi nemmeno per 1 minuto. Come mi posso comportare? Ringrazio per l attenzione.
Cordiali saluti
Jessica.
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23 FEB 2016
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Buona sera Jessica,
mi permetto di dissentire dal personale docente di cui non condivido l'atteggiamento. E' vero che a scuola si deve stare attenti ma i momenti di distrazione sono comuni tra i bambini e i ragazzi e sono anche la parte più divertente della scuola. Inoltre, suo figlio ha una diagnosi certificata e la scuola deve integrare le esigenze del suo piccolo nella classe. Le consiglio di concordare un incontro tra la scuola e i professionisti che seguono suo figlio per il problema attentivo e comportamentale al fine di definire il modo di procedere più corretto e utile al bambino. Un caro saluto.
1 MAR 2016
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Buona sera Jessica,
Condivida questo aspetto con la psicologa e il neuropsichiatra. Diventa importante un incontro di condivisione tra gli insegnanti e i professionisti che seguono suo figlio. Dire al bambino di stare attento in classe purtroppo non è una strategia efficace.
Un saluto
Dr.ssa. Stefania Stocchino
1 MAR 2016
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Cara Jessica, deve essere certamente doloroso vedere che le difficoltà di tuo figlio non sono innanzitutto comprese. E dov'è la tanto discussa didattica inclusiva?
Ti consiglio di chiedere un incontro congiunto tra NPI e insegnanti, in modo che il clinico possa spiegare loro come si debbano comportare nei momenti critici, cosa fare e soprattutto cosa non fare (come la sospensione o le note).
In bocca al lupo. C. Stampatori.
24 FEB 2016
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Gentile Jessica,
concordo pienamente con la risposta che le ha dato la collega dott.ssa Vian.
Purtroppo accade spesso che alcuni insegnanti non si rendano conto della loro responsabilità nel contribuire a costruire oppure demolire il benessere psicologico dei ragazzi e a maggior ragione dovrebbero essere più cauti e attenti con quelli che hanno delle difficoltà.
Non si perda d'animo e si attivi per quanto le è stato consigliato.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
24 FEB 2016
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Gentile Jessica,
in questo momento il problema non è suo figlio ma le incomprensini di chi gli sta attorno. Ovvio che come genitori non potete far altro che le dovute "ramanzine esortative" ma se vi è una certificazione il problema è neuropsicologico e non di buona bolontà del bambino. Suggerisco un colloquio fra i professionisti che seguono il bambino e gli insegnanti. Un "teacher training" sarebbe l'ideale per il trattamento delle problematiche di vostro figlio. Se non vi è la disponibilità della scuola, purtroppo, l'unico a rimetterci sarà il vostro bambino.
Cordiali saluti
Dott.ssa Sabrina Fontolan
23 FEB 2016
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Buongiorno Jessica,
capisco la sua difficoltà in questa situazione non facile. Le consiglierei di chiedere un colloquio con il corpo docente in cui sia presente anche la Psicologa così da poter meglio illustrare loro quali siano le difficoltà (certificate per altro) di suo figlio nello stare in classe e seguire adeguatamente le lezioni. Probabilmente le insegnanti non sono completamente al corrente di cosa significhi disturbo dell'attenzione e comportamento provocatorio. Questo incontro potrebbe aiutarli a comprendere le reali difficoltà di suo figlio e contemporaneamente trovare delle strategie che da un lato lo tutelino e dall'altro aiutino le insegnanti a superare le difficoltà di gestione quotidiane .
Rimango a disposizione,
cordialmente
Dott.ssa Martina Valdemarca
23 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Cara Jessica, mi sento molto vicina a lei in questa situazione paradossale che sta vivendo. Suo figlio ha un deficit riconosciuto, da autorità competenti, nell'aspetto dell'attenzione e a scuola le insegnanti si lamentano e puniscono il bambino proprio perchè non sta attento come gli altri!! E' come quando in passato si obbligava i mancini a scrivere con la destra nonostante le loro difficoltà e contro la loro naturale diversità. Suo figlio non sta attento non perchè non ha voglia, ma perchè il suo cervello non è in grado di farlo, è molto diverso!
Forse le insegnanti non sono molto aggiornate sulla difficoltà specifica di suo figlio, pertanto le direi di chiedere un incontro urgente tra il corpo docenti e la sua psicologa di riferimento che possa spiegare bene la situazione e le tecniche per aiutare suo figlio nel modo più adeguato.
Eventualmente vada a parlare anche al dirigente scolastico e chieda spiegazioni del comportamento delle insegnanti, dato che suo figlio ha tutto il diritto di essere rispettato e sostenuto nella sua difficoltà e non punito per essa.
Se lei possiede delle informazioni chiare, su libri o file digitali, sulla difficoltà di suo figlio, dove vengono spiegate le modalità di intervento più adeguate, potrebbe darne copia personalmente alle insegnanti, in attesa dell' incontro ufficiale con la psicologa.
Non si faccia abbattere!Lotti per il bene di suo figlio!
Rimanendo a sua disposizione, la saluto cordialmente!