Buonasera, mia figlia di 5 anni è una bimba emotiva. Vorrei spesso interpretare le sue emozioni che si trasformano in pianti ma non so come fare.
Spesso piange per cose banali, faccio degli esempi:
- È ora di andare a nanna. Lei m piange perché magari vuole stare ancora sveglia.
- La sgrida e piange.
- ha un taglietto minuscolo e piange
Sembra che usi il pianto per esprimersi.
Spesso le dico dolcemente che alla mamma può dire tutto, anche a se è arrabbiata. Che a me oup dire tutto.
Lei a volte racconta, ma a volte è evidente che ha difficoltà a dirmi il perché prova quello. Spesso di mi dice " a me viene da piangere".
Se litiga con un amico piange, se deve rispondere a me piange, vorrei invece reagisse rispondendo a tono.
Adesso poi si è aggiunto il cambiamento della maestra ed è triste, non ha mai pianto per andare all'asilo, piange se la lascio a pattinaggio, la vedo triste in quel contesto, poi a casa a suo agio è la solita pazzerella.
Non si vuole staccare da me adesso e ci può stare.
Rimane sempre questa sua gestione del pianto che non so come gestire.
Ho comprato dei libri, fiabe sul credere in sé stessi, autostima e altro, spero possa servire un po'.
Grazie
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13 FEB 2023
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
20 FEB 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno,
ogni bambino esprime i propri sentimenti nel modo a lui più congeniale. I genitori hanno il ruolo di rassicuratori, soprattutto in certe fasi della giornata o della vita in quanto i piccoli non hanno ancora gli strumenti che hanno gli adulti nel fronteggiare le difficoltà. L'emotività dei bambini tende a modularsi e a regolarsi anche attraverso il vissuto genitoriale che li accompagna nei momenti di maggior difficoltà. Cerchi insieme col suo compagno di filtrare maggiormente i vissuti della bambina fornendo essa un valido sostegno; non la giudichi ma e allo stesso tempo la faccia sentire accolta. Vedrà che col tempo la sua bambina potrà apparirle più forte e con maggior fiducia in se proprio perché sarete stati prima voi a farla sentire al sicuro.
Cordiali Saluti
Studio associato Dott. Ferrara Dott.ssa Simeoli
9 FEB 2023
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Buongiorno cara Eliana, grazie per aver condiviso con noi la sua esperienza.
E' normale che una bambina così piccola utilizzi il pianto come modalità di espressione delle sue emozioni più forti.
Tutte le situazioni che lei ci racconta, infatti, sembrano riportare a vissuti molto importanti: la richiesta di accudimento, la paura della solitudine dell'abbandono, il timore di essere giudicata.
A questa età i bambini imparano, con l'aiuto di adulti di riferimento, a gestire queste emozioni così pervasive, ma questo è un processo lento e difficile. Probabilmente la sua bimba ha scelto questa "strategia" perchè è la più efficace per attirare la sua attenzione e chiedere il necessario contenimento emotivo. Rileggendo il pianto in quest'ottica, trovo molto efficace la sua sollecitudine e il suo tentativo di comunicare con la bambina: ciononostante, a volte un gesto può valere più di mille parole, soprattutto per una bambina che di parole ne sa ancora poco.
Sarebbe utile approfondire il significato che lei attribuisce al pianto della sua bambina, per comprendere la dinamica relazionale che state costruendo insieme e, soprattutto, cosa lei sta restituendo alla bambina con le sue risposte.
E' anche importante tenere a mente che, nonostante la piccola abbia solamente 5 anni, si sta formando il suo carattere e la sua personalità, che poggiano su alcuni fattori innati, tra cui il temperamento, e fattori esterni. Riconoscere che i nostri figli - così piccoli e indifesi - siano in realtà dei piccoli esseri umani meravigliosamente simili e sorprendentemente così diversi da noi, può aiutarci a comprendere come per la bimba il pianto possa avere un significato differente da quello che gli attribuisce lei.
Spero di esserle stata di aiuto,
un abbraccio.
Dott.ssa Annalisa Magnaneschi
8 FEB 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buonasera signora
Vada a scuola per sapere che cosa è successo.
La faccia andare insieme agli altri bambini
Più sta con gli. Altri e meglio.
Si le favole sono importanti, ma l esempio fi un'altro bambino è un' altra cosa.
Dottssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Rkma
8 FEB 2023
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Gentile Eliana, grazie per aver condiviso qui una parte della sua storia di vita.
Per i bambini, e spesso anche per noi adulti, non è sempre semplice spiegare tramite il linguaggio cosa sta accadendo loro dentro, dunque ricorrono a dei comportamenti, a volte il pianto a volte altro.
Questo a volte può sorprendere noi adulti che ci aspetteremmo una risposta diversa!
Il pianto è una sorta di linguaggio segreto che va di volta in volta interpretato.
a volte può significare "sono arrabbiata!"
altre volte "ehi, sono qui guardami!"
altre volte ancora " sono triste"
Di solito "il messaggio segreto" diventa meno oscuro quando si osserva attentamente, con un affiancamento professionale, cosa lo precede o lo segue.
In Psicologia questo viene chiamata analisi funzionale è un processo molto più complesso di così, ma vista la sede in cui scrivo penso possa rendere l'idea.
Se ciò la preoccupa un incontro con uno psicoterapeuta specializzato in età evolutiva potrebbe aiutarla a comprendere questa dinamica e fornirle delle strategie per aiutare sua figlia e lei a regolare le emozioni in modo funzionale.
8 FEB 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Eliana,
ha scritto una bellissima frase: "Sembra che usi il pianto per esprimersi". Questa frase, infatti, oltre ad essere molto bella è anche molto vera. Il pianto è una delle modalità comunicative e relazionali, usata dai bambini, per ottenere l’attenzione dell’adulto, per soddisfare i propri bisogni e/o per esprimere un disagio. Ma cosa provoca tutto ciò nel genitore? Solitamente la sensazione che predomina, oltre alla frustrazione, è quella di essere messi sotto scacco a livello emotivo e, inoltre, la “sofferenza” del proprio figlio spesso offusca a tal punto il genitore che, per alleviare la situazione, mette in atto delle risposte disfunzionali, dettate e sollecitate anche da altri motivi (ad esempio dopo una giornata di lavoro, un comportamento simile può essere mal tollerato e per placarlo il genitore può decidere di assecondarlo). Queste risposte disfunzionali, anche se vengono fatte con le migliori intenzioni, rischiano di incrementare o di mantenere il "problema".
Nel caso dei bambini che presentano queste difficoltà è consigliato un intervento di “Terapia indiretta”. Infatti l’intervento indiretto elegge i genitori come primi e principali artefici e protagonisti del cambiamento. Si lavora con loro senza portare il figlio in seduta e senza andare alla ricerca del “colpevole”. L’obiettivo è quello di renderli dei punti di riferimento affidabili in quanto autorevoli per il bambino. Lo specialista li guida a diventare i terapeuti dei propri figli, prescrive loro modalità e strategie costruite ad hoc che condurranno i figli al superamento del disagio e al riequilibrio dell’intero sistema familiare.
Spero di esserle stata utile e resto a sua disposizione per un'eventuale consulenza psicologica.
Saluti.
Dott.ssa Deborah De Luca
8 FEB 2023
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Buongiorno Eliana,
sua figlia sta imparando a gestire le proprie emozioni. In più non è facile per i bambini passare dal rapporto diadico "mamma-bambino" a quelli che includono più persone. Sarebbe interessante per entrambe approfondire attraverso un percorso di supporto psicologico volto ad un lavoro sulle emozioni e la regolazione delle stesse.
Rimango a disposizione per un colloquio, anche online.