E' una cosa alquanto strana..ma ho paura del mio capo. Vi spiego, non ho paura in di per se di lui, ma ho paura di essere licenziato! Ho paura, perché è una persona aggressiva, senza scrupoli, senza amore. E' una persona che sfrutta solo e se ne frega degli altri. Ama e favorisce le persone che stanno da lui da anni e anni, denigra i ragazzi come me che invece stanno li da 7/ anni! Non ci può ragionare, è una persona che legge solo nel suo libro e che non ti da possibilità di avere un dialogo o altro. E io ho l'ansia, la paura...perché so che se non faccio tutto quello che mi chiede, come turni o orari, lui mi cacci via. E io non voglio restare senza lavoro. Purtoppo ho inviato varie candidature...ma non sono mai riuscito a trovare niente. Fino ad oggi ho tamponato accettando quasi in toto tutto quello che mi chiedeva. Solo che le richieste aumentano sempre di più! Non riesco più a dormire la notte, ho l'ansia, lo stomaco chiuso! Ogni volta che lo vedo ho paura!
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27 OTT 2021
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Buongiorno.
Sono il dott. Massimiliano Castelvedere, di Brescia. Sono tra quei professionisti che ritengono che il cambiamento personale sia un processo lungo e complicato. Purtroppo non ci sono scorciatoie percorribili e i consigli che uno psicologo potrebbe dare in una chat lasciano il tempo che trovano: non esiste la “bacchetta magica”. Per inquadrare l’eventuale problematica di un paziente serve invece una consulenza approfondita (almeno 4 sedute). A seguire, se nella consulenza si evidenzia un problema significativo, per trattarlo e cercare di risolverlo è necessaria una vera e propria psicoterapia o una psicoanalisi.
È illusorio credere che si possa fare qualcosa scrivendo in una chat, serve solo a perdere tempo e significa che non si è pronti a mettersi in discussione. Se lei è una persona veramente motivata a capirsi e a cambiare, le do la mia disponibilità per fissare un appuntamento (anche online).
10 GEN 2018
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Caro Marco, comprendo la sua ansia. A oggi i disagi legati all'ambiente di lavoro sono tra i più frequenti.
Sembra che il suo problema, in particolare, sia legato al diritto di mettere dei sani confini tra sé e l'Altro. Intanto, al suo posto, mi chiederei se questo problema lo percepisce solo a lavoro o se lo ritrova anche nella sua vita in generale. perché in quest'ultimo caso può è probabile che l'ansia derivi proprio dalla difficoltà a confinarsi e dire di "no".
Capisco la sua ansia rispetto alla eventualità di perdere il lavoro ma cerchi di accorgersi della differenza tra quello che "immagina" e quello che accadrebbe.
Lavorando tanto per il suo capo, ed accettando le sue richieste, si è reso, immagino, anche affidabile e in ambito lavorativo questo è importante.A tal proposito mi viene da darle uno spunto su cui riflettere, cioè che il suo diritto di mettere confini è proporzionale anche al valore che lei si da a lavoro.spesso l'ansia è proprio il segnale del nostro tentativo di uscire da un impasse o da una difficoltà divenuta insostenibile.
Per altri chiarimenti sono a sua disposizione.
Cari saluti