Autostima e dipendenza affettiva

Inviata da Joplin · 15 nov 2021

Salve a tutti,
Sono una mamma di 37 anni di 2 splendide bambine. Purtroppo col padre non va per niene. Sono allo stremo e cerco un aiuto. La mia relazione con lui mi ha prosciugato. Da me ha preso tutto ma proprio tutto lasciandomi inerme. Io l'ho desidato tanto e quando l'ho avuto ero felicissima. Ci siamo amati e divertiti tanto fino a 5 anni fa. Mentre ero incinta della prima figlia scopro un suo tradimento. In realtà lo scopro perché l'amante me lo ha voluto far sapere. Mi si gela il sangue. Dentro di me qualcosa si rompe. Lui non è che fa molto per rimediare, o forse sono io che mi aspettavo qualcosa di più. Volevo sentirmi l'unica, amata, protetta. Decido comunque di dare un padre a mia figlia e di andare avanti. Nei mesi a seguire ho cercato di affrontare la cosa con me stessa ma avevo da pensare anche alla fine della gravidanza, poi la nascita della bambina è tutto quello che ne consegue. Lascio quindi scorrere pensando che il tempo mi avrebbe aiutata. Subito dopo la nascita della bambina inizia un vero calvario che culmina nel ricovero del padre per una ricaduta di ordine psichiatrica (ha un disturbo della personalità). Sempre intenzionata a dare un padre a mia figlia mi rimbocco le maniche e lo aiuto ad uscire da quella situazione. Da lì inizia a dire che la situazione che sta vivendo è colpa mia. Negli anni a seguire ciclicamente tornava all'attacco, mi aggredita verbalmente, mi insultava, denigrava. Il giorno dopo tornava come prima. Come se non desse peso alle sue parole. Io dentro morivo sempre più. Ai suoi attacchi non sono mai riuscita a difendermi. Erano e sono talmente cattivi che non sono mai riuscita a contrastarlo. Lascio correre pensando sia comunque parte del suo malessere e che con l'aiuto degli specialisti finiranno. Lascio che trovi il suo equilibrio anche fuori casa con amici, in viaggio eccecc sobbarcandomi la responsabilità è la fatica della bambina (e del mio lavoro). Io però mano mano mi sono sempre più spenta verso di lui fino a non accettare più il contatto fisico. L'intimità con lui ha iniziato a disgustarmi. Così come non aveva rispetto per me a parole, così lo percepivo anche a letto. In uno di quei rari momenti di intimità resto incinta della secondogenita. Gravidanza e nascita passano sempre per questi periodi up e down, in cui siamo felici e poi ci allontaniamo. Subito dopo la nascita per me le cose si fanno più faticose. Le sue uscite iniziano a pesarmi sempre più. Mi ritrovo spesso da sola con le bambine, fare una cosa semplice diventa complicato. Le cose peggiorano bruscamente quando la mamma si ammala (tra loro c'era un rapporto conflittuale e particolare). E mentre tutti ci adoperiamo per sostenerla, lui "scappa" un week end al mare con una. Scoperto invece che pentirsi inizia a darmi la colpa di non averlo soddisfatto. Iniziano gli insulti, le umiliazioni, le critiche, mi chiama patetica, mediocre. Verso gli ultimi giorni di vita della mamma la situazione precipita. Mi accusa di non fare abbastanza per lui e per lei, arriva persino ad essere aggressivo fisicamente. Mi caccia di casa con le bambine per poi farmi ritornare dopo 3 giorni. Adesso la mamma non c'è più da un mese e la situazione non è stabile ( non mi aspetto serena). Continua ad attaccarmi e sembra abbia sempre meno voglia di stare con noi. Continua con le accuse e gli attacchi personali. In questi 4 anni non ho fatto altro che nascondere e reprimere i miei veri sentimenti perché è stato un susseguirsi di eventi che mi hanno sempre fatto creder che non fosse il momento. Adesso sta arrivando tutto come un uragano ma dalla persona sbagliata, cioè lui. Possibile che non sia ancora arrivato il momento per me di reagire? Possibile che debba ancora subire? Che sia lui a dire a me che è finita? Cos'è questo, amore o dipendenza? Dove è e come recupero la mia autostima? Quella forza che mi servirà per crescere le mie figlie?

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