Attacco d'ansia ogni volta che esco con la mia ragazza

Inviata da francesco · 18 set 2022 Ansia

Salve

Sono un ragazzo ormai ventenne e sono fidanzato da quasi un anno; da quasi 6 mesi ormai soffro di un problema che sta condizionando in modo non indifferente la mia vita sentimentale e non. Questa problematica riguarda lo stare male/avere sensazioni di malessere quando esco a mangiare con la mia ragazza; la cosa che mi fa sentire frustrato è che prima di uscire mi sento perfettamente bene, quindi: molto appetito, non essere pervaso da pensieri negativi, non essere preoccupato di poter star male ecc... vivo la vita serenamente diciamo. Però non appena mi siedo al ristorante e aspetto l'arrivo del piatto ecco che iniziano a farsi avanti i primi pensieri negativi che alla fine mi portano ad avere perdita di appetito, sudorazione e un nodo alla gola che non mi permette di mangiare (da specificare che quelle poche volte in cui mi sono sforzato di mangiare nonostante tutte queste sensazioni sono stato costretto a vomitare visto gli spasmi allo stomaco che avevo).
Andando avanti da un pò di tempo tutto questo si è esteso all'azione di andare fuori in generale; la cosa che poi non mi riesco a spiegare è che queste sensazioni nonostante si presentino come detto prima ogni qualvolta io vada fuori a mangiare/bere in compagnia (sia con amici che con perfetti sconosciuti) non arrivano mai al livello di intensità che percepisco quando sono fuori con la mia ragazza. Tengo a precisare poi che tutto questo (almeno io ritengo che sia questa la causa scatenatrice) è iniziato poiché una volta sono stato male a casa dei suoi tanto da dover vomitare. Da quel momento ogni volta che andiamo a mangiare fuori insieme parte sempre un attacco di panico che se non riesco a gestire immediatamente non fa altro che portarmi irrimediabilmente al vomito o comunque a concentrarmi sul non stare male impedendomi il godimento della serata (come se il mio corpo avesse associato l'uscire con lo stare male).
All'inizio, sia perchè non ci ho dato troppa importanza e sia perchè credevo si sarebbe risolto in poco tempo ho cercato di lasciar perdere, però vedendo che la situazione non accennava a migliorare non sapendo che fare ho iniziato a evitare queste situazioni inventando qualche scusa; quindi cercando di nascondere questa mia problematica agli altri. Qualche mese fa poi dovendo andare dallo psicologo per motivi familiari ne ho approfittato e ho fatto presente questo problema; quello che mi disse era che dovevo bloccare il meccanismo mentale che associava l'andare fuori con lo stare male, che l'evitare la situazione era la cosa più sbagliata e che solo con l'esposizione a questa mia paura sarei riuscito a risolvere il problema definitivamente.
Francamente ho provato ad applicare i consigli ricevuti però ogni volta che affronto questo tipo di situazioni sento uno stato ansiogeno che peggiora sempre di più perchè ormai associo l'evento (quindi il mangiare fuori con la mia ragazza) allo stato ansiogeno in se e ciò non mi permette di migliorare la situazione; anzi tutto il contrario; se prima avevo un briciolo di speranza riguardo il poterlo risolvere ora mi sento in balia di queste emozioni negative che non mi permettono di risolvere nulla, quasi come se quel malessere avuto a casa della mia ragazza si sia trasformato nel tempo in un cancro che non i permette di vivere la vita serenamente e che sembra impossibile da eliminare. A chi dovrei rivolgermi e come potrei scegliere il giusto psicologo che faccia al caso mio? Grazie anticipatamente.

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Miglior risposta 23 SET 2022

Buongiorno Francesco,

mi sembra che questa situazione ti stia creando davvero disagio e che tu stia cercando di uscirne anche se pare impossibile.

Mi sembra che tu sia riuscito a descrivere nel dettagli un meccanismo noto: quello che parte come un caso isolato (esco con la mia ragazza una volta e ho l'ansia), si estende (quando esco con la mia ragazza e devo mangiare ho l'ansia), si allarga ad altri ambiti e piano piano si cominciano ad evitare queste situazioni e diventa un incubo.

L'indicazione del collega era di per sé corretta (da quello che ho capito era un "evitare di evitare"), ma mi sembra di capire che per te sia stato un po' troppo tutto assieme. Se uno ha paura dei topi forse ha senso "esporsi" prima ad una foto di un topo, o se è troppo a un "topo immaginato", e non andare a chiudersi subito in una stanza piena di topi.

Forse la soluzione sta proprio, come hai detto tu, nel cambiare questa associazione tra evento e stato ansiogeno. Tecniche di tipo cognitivo-comportamentale o strategiche sono utilissime in questo senso, ma sono di parte perché le utilizzo anche io.

Voglio comunque lasciarti qualcosa di concreto: una domanda rispondendo alla quale potresti avere molto più chiaro quali sono le cose che fai che contribuiscono a mantenere questa situazione che non ti piace.

Se per assurdo tu fossi impazzito e decidessi di voler peggiorare la situazione, quali azioni potresti mettere in atto? Dalle più piccole alle più assurde, cosa potresti fare per peggiorare la situazione?

Rispondere a questa domanda, senza fare quelle cose ovviamente, può aiutarti a capire molto meglio come funziona e quindi a farti sentire più in controllo.


Rimango a tua disposizione, lavoro online.
In bocca al lupo,

Paolo Perez

Dott. Paolo Perez Psicologo a Torino

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19 SET 2022

Buongiorno Francesco, grazie innanzitutto per aver condiviso qui un pezzetto della tua storia.
Mi sono molto piaciuti i tuoi collegamenti tra il sintomo ansioso e la reazione automatica del tuo corpo, proprio come se il tuo corpo avesse associato lo stare fuori con il disagio. E' proprio un po' questo che accade quando si instaura una sintomatologia ansiosa, il corpo parla in determinate circostanze.
Aprire uno spazio di dialogo con lui attraverso una psicoterapia può realmente aiutarti a capire meglio ciò che ti pone in questa situazione. Lo psicoterapeuta "giusto" in quanto tale non esiste, ciò che cura è prima di tutto la relazione di fiducia che si instaura; il suggerimento dunque può essere di rivolgerti ad un/una professionista che si occupi di ansia con cui ti trovi bene e su cui far fiducia.

Ti saluto cordialmente, Marta Lanfranco

Dott.ssa Marta Lanfranco Psicologo a Torino

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19 SET 2022

Gentile francesco,
posso capire come questo sintomo stia diventando sempre più invalidante ma si rassereni perchè la situazione non sarà sempre così ed è risolvibile...ci si deve lavorare però su. Sicuramente quello che le ha detto il collega è giusto, ossia che l'evitamento non è mai una strategia funzionale nel lungo periodo e che l'esposizione graduale alla fobia potrebbe essere una strada percorribile ma non bastano di certo questi pochi rimandi a far cambiare la situazione..non si senta affranto, sbagliato o addirittura di aver perso le speranze per far cambiare la situazione perchè, in realtà, mi sembra di capire che non ha fatto ancora niente, se non evitare l'evitamento (che però la espone sempre più a situazioni altamente stressogene, verso le quali non ha ancora le giuste risorse per farvi fronte).
Le consiglio di portare nuovamente il tema in terapia per rivedere i vostri obiettivi terapeutici ed inserirlo nel vostro lavoro.
Quando viviamo delle situazioni apparentemente neutre ma le percepiamo particolarmente stressanti (come quando è stato male a casa dei genitori della sua fidanzata), esse lasciano il segno nella nostra mente e nel nostro corpo e, se non trattate, riemergono con la carica destabilizzante ogni volta che riviviamo situazioni similari; purtroppo far passare del tempo non basta, anzi, tendenzialmente fa peggiorare le cose. Le consiglio quindi di poter trattare il suo sintomo con l'EMDR. Nel caso il collega non fosse formato in merito, si potrebbe pensare di avviare una co-terapia e mi rendo disponibile in tal senso.

Cordialmente,
dott.ssa Carucci.

Dott.ssa Elena Carucci Psicologo a Torino

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19 SET 2022

Buongiorno Francesco,
La difficile situazione che descrive andrebbe approfondita con maggiori particolari, a cominciare da un'esame della relazione con la sua ragazza nel complesso, alle sue emozioni/esperienze passate/aspettative/paure legate all'idea della relazione di coppia, a quella situazione familiare cui accennava. Per questo sostengo senz'altro il suo progetto di iniziare un percorso di terapia per affrontare il disagio che prova. Credo le sara' molto utile sia per individuare le cause della sua ansia sia per sviluppare strategie per gestirla. Per quanto riguarda la scelta del professionista, e' sempre un processo squisitamente personale. Alcuni affermeranno che un certo approccio o tecnica sia il piu' adatto ad affrontare certi problemi, ma la verita' e' che non c'e' ricerca che provi la maggior efficacia di un approccio rispetto ad un altro, al contrario molti dati indicano l'opposto: l'efficacia della terapia e' data principalmente dalla relazione che si stabilisce tra la persona ed il terapeuta. E' importante quindi che scelga qualcuno che le ispiri fiducia e con cui senta di poter parlare: esplori il portale, legga i profili e le risposte date ai quesiti di altri, in molti poi offriamo un primo colloquio a titolo gratuito, proprio per dare la possibilita' di farsi un'idea.
Spero di esserle stata d'aiuto, se vuole, resto a disposizione.
dott.ssa Francesca Calvano

Dott.ssa Francesca Calvano Psicologo a Roma

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19 SET 2022

Buongiorno Francesco, comprendo che sia una situazione molto spiacevole e che possa crearle delle difficoltà anche nella sua relazione e più in generale con la vita sociale. Allo stesso tempo la invito a non disperare in quanto è possibile trattare il suo disturbo con una psicoterapia. In tutta probabilità, ma quest'ipotesi andrà confermata con una puntuale diagnosi differenziale, lei soffre di ematofobia associata ad ansia sociale.
Ha fatto cenno a dei problemi familiari per cui ha fatto psicoterapia e forse questo dato andrebbe preso più in considerazione per inquadrare il suo disturbo in una cornice più completa. L'ansia del giudizio che caratterizza la fobia sociale, innesta l'ansia di vomitare di fronte ad altre persone o che queste possano sapere che sta male ed è andato a vomitare. Ciò induce un senso di vergogna che rende ancora più penosa questa esperienza. Il fatto che l'ansia inizi appena si siede a tavola è dovuto al fatto stesso che anticipa la sua paura di vomitare in pubblico, anche sull'onda del fatto che la situazione (rumori, odori e altri stimoli sensoriali della situazione ristorante) funge da trigger di questa paura.
L'ansia sociale è un disturbo più ampio e generalizzato di una fobia specifica e necessità un trattamento che potenzi l'autostima e le capacità relazionali, nonché aiuti ad elaborare situazioni spiacevoli o traumatiche avute durante lo sviluppo. Non è sufficiente procedere con un intervento di desensibilizzazione sistematica, seppur il collega le ha sommariamente dato un'indicazione non essendo l'obiettivo del vostro incontro quello di trattare la sua fobia. Anche se è vero che l'evitamento tende a peggiorare, è necessario procedere con un percorso strutturato per affrontare la situazione in maniera controllata, dando la possibilità di verbalizzare pensieri ed emozioni e soprattutto di potersi allontanare dalla situazione in qualsiasi momento quando si sente di essere arrivati al limite.
Il suggerimento è quello di contattare uno specialista che l'aiuti a lavorare sulla sua ansia sociale e strutture degli interventi di desensibilizzazione strutturati.

Dott. Lelio Bizzarri Psicologo a Roma

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19 SET 2022

Buongiorno Francesco. Leggo della situazione di ansia e forte disagio che prova in queste situazioni, specialmente in presenza della Sua ragazza.
Dal Suo racconto noto che l'ansia e il disagio si manifestano con intensità e frequenza differenti a seconda delle situazioni sociali in cui si trova. Sarebbe interessante analizzare bene, fra le situazioni di "uscita al bar/ristorante, ecc." con la Sua ragazza, se ci sono volte in cui si trova meglio e più a suo agio e volte in cui sta peggio, e, allargando il discorso, capire bene il ventaglio di situazioni sociali in cui si sente male. Quali sono i Suoi pensieri, le Sue emozioni e le Sue reazioni comportamentali in ciascuna di queste situazioni?
Sarebbe importante anche riflettere sull'episodio a casa dei genitori della Sua fidanzata. Cosa ha causato il Suo malessere in quella circostanza? Come si è sentito Lei prima, durante e dopo? Quali sono stati i Suoi pensieri? Era la prima volta nella Sua vita che accadeva un episodio simile?

Leggo che Si è aperto con un collega su questa questione. Ritengo che sia necessario però per Lei approfondire ulteriormente la questione. Mi permetto di consigliarLe o di chiedere un ulteriore consulto allo stesso professionista ma specificando che si tratterebbe di un lavoro questa volta su di Sé e non sulla famiglia, oppure di chiedere a Lui di essere inviato ad un altro collega di fiducia. Un'altra alternativa potrebbe essere quella di cercare su questo portale un professionista che si occupi di "ansia", "ansia sociale", "attacchi di panico" o altre categorie affini. DA NOTARE BENE: Le suggerisco queste categorie solo perché i sintomi da Lei riportati si sposano ANCHE con queste, ma la mia NON E' E NON POTREBBE MAI ESSERE una diagnosi. Non ho elementi sufficienti per fare diagnosi.

Se volesse eventuali approfondimenti è libero di contattarmi.

Cordiali saluti,
Silvia Testoni

Dott.ssa Silvia Testoni Psicologo a Parè

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19 SET 2022

Buongiorno Francesco, comprendo la situazione che stai descrivendo, e me ne dispiaccio. Sicuramente potrebbe non essere facile gestire questo tipo di relazioni e sentimenti, spesso incontrollati e poco comprensibili. Hai pensato ad intraprendere un percorso di terapia? parlare con uno specialista potrebbe aiutarti ad esplorare e comprendere meglio le motivazioni sottostanti a queste difficoltà e comportamenti che esponi, in quanto si evince dalle tue parole che stanno compromettendo il tuo normale svolgimento delle attività quotidiane e piacevoli.
Resto a disposizione!
AV

Dott.ssa Antea Viganò Psicologo a Pessano con Bornago

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19 SET 2022

Salve Francesco, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Sarebbe fondamentale capire nel profondo cosa pensa e cosa prova quando le si presentano queste situazioni.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Anonimo-181068 Psicologo a Roma

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19 SET 2022

Buongiorno Francesco,
lo stato di agitazione è alimentato dai pensieri negativi di cui parlavi. Quei pensieri probabilmente sono indotti da ricordi intrusivi; parlavi di un'esperienza in concreto che leghi a questa reazione disfunzionale. Il consiglio del collega di esporsi all'evento problema è certamente utile. Occorre rielaborare parallelamente l'evento scatenante. Ti consiglio la terapia EMDR che può sciogliere in tempi brevi la associazione negativa e le emozioni connesse.
Puoi cercare un terapeuta abilitato nella tua zona o fare terapia online.
Sono a disposizione se vorrai. Ti auguro il meglio
Dott.ssa Oriana Parisi

Dott.ssa Oriana Parisi Psicologo a Bari

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