Buongiorno,
Ho 27 anni e da qualche mese ho dei problemi di ansia e tristezza. Ho lavorato due anni in un negozio ma, non trovandomi bene con capo e colleghi, mi sono licenziata. Sono stata un annetto a casa in cerca di lavoro, sperando di trovare qualcosa che mi piacesse fare, sebbene non sappia nemmeno io cosa mi piacerebbe fare. Da poco ho iniziato un lavoro d’ufficio e da qui nasce la tristezza perenne. Penso sia in parte dovuta a un viaggio di lavoro al quale dovrò partecipare, visto che ho sempre sofferto la nostalgia di casa arrivando al punto di piangere diversi giorni prima. Il lavoro mi mette ansia, ogni cosa che faccio non mi convince e mi sento in qualche modo criticata dai miei colleghi, sebbene non dicano nulla di esplicito ma mi facciano solo notare i difetti del mio lavoro. Da un lato mi dico anche che non va bene pensarla in questo modo, agitarsi, potrebbe essere un lavoro decente.
Non so continuo ad avere crisi di pianto e ansia per tutto ciò che faccio.
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29 AGO 2020
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Buongiorno,
ci mancano molti elementi per poterle dare indicazioni. Da una parte può essere utile lavorare sull'ansia, rivolgendosi ad un esperto che si occupa di questa area. C'è da aggiungere che all'interno del contesto lavorativo l'ansia può essere determinata a volte anche da fattori organizzativi (prassi migliorabili di gestione del tempo e degli obiettivi; se così fosse potrebbe lavorare su questi punti).
Da un'altra parte, all'interno del lavoro, anche quando ci sono difficoltà, queste potrebbero essere trasformate in opportunità per porsi degli obiettivi di crescita. Ad esempio potrebbe lavorare sia sul miglioramento mirato di alcuni aspetti del suo lavoro, per diventare gradualmente più sicura, più soddisfatta, più abile, sia sulla comunicazione e sulla qualità delle relazioni con i colleghi. Potrebbe prendere in considerazione il fatto che, anche cambiando lavoro, ci saranno sempre colleghi che criticano, a ragione o no, e in entrambi i casi può essere utile aumentare le proprie capacità di gestire le critiche. Se ingiustificate, imparare a sopportarle; se giustificate, imparare a incassare e farne tesoro, così come saper far tesoro degli errori per far leva sul miglioramento continuo della qualità del proprio lavoro, cosa utile per tutti in qualsiasi contesto.
E' consigliabile un consulto con un esperto, che approfondisca la sua situazione e con il quale valutare obiettivi per migliorare la qualità delle sua vita e il suo benessere lavorativo, e gli eventuali altri punti per lei sensibili e che ha a cuore.
Le faccio tanti auguri
dott. Giovanni Iacoviello
31 AGO 2020
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Buongiorno AnsiaTriste18,
già dallo pseudonimo che si è data emerge quanto si senta "sopraffatta" da questi stati d'animo, tanto da aver sostituito il Suo nome....
Ritengo che questo difficile momento sia una grande opportunità di crescita per Lei; cercare di capire cosa Le genera tanta ansia e tristezza, così come la Sua profonda nostalgia di casa, sia fondamentale per poterLe dare i giusti strumenti per acquisire maggior autonomia, consapevolezza di sè e dei Suoi bisogni, inquadrare quali possono essere i Suoi progetti di lavoro e di vita in generale...insomma, un'occasione per scoprire chi si nasconde davvero dietro ad "AnsiaTriste18".
Chieda aiuto ad un Professionista, che La saprà accompagnare in questo viaggio dentro sè stessa, esplorando aspetti che ora Le fanno male ma che certamente hanno grandi significati da mostrare.
Ha diritto di vivere serenamente la Sua giovinezza e di trovare ciò che La rende felice. In bocca al lupo di cuore,
resto a disposizione,
Serena
29 AGO 2020
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Buongiorno,
dalle sue parole sembra che lei si sia rivolta a noi come in cerca di una bussola che possa orientarla in merito all'ansia e al pianto che la assalgono.
Senza conoscere le circostanze della sua vita è molto difficile darle un orientamento e anche lei sembra non conoscere le cause della sua sofferenza.
Forse se fosse disposta a condividere con uno psicoterapeuta, anche solo per alcuni colloqui, qualcosa di più sulla sua storia e sui suoi pensieri, sarebbe possibile capire se questo per lei è uno stato che fa parte del suo carattere ( e che quindi ha bisogno di una psicoterapia specifica) o se lei è in un ambiente non adeguato per lei. Magari un ambiente che va bene per altre persone, ma non per lei e quindi cercare di cambiare ancora.
Dott. Giuliana Gibellini
29 AGO 2020
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Buongiorno, ansia e tristezza sono legate a una progettualità che si è modificata e ad oggi non è particolarmente solida ne identitaria. Non sa cosa vuole fare, il lavoro attuale non Le da certezze ne soddisfazioni, ma al contempo il limite temporale che si è data La forza a proseguire. Per comprendere come questa limitazione di possibilità esistenziali e future si sia costruita e come sia possibile risolverla, e necessario raccogliere una serie di informazioni sul suo contesto macro esistenziale, sui suoi modi di essere nel mondo e con l'altro, sui motivi del trasferimento e su quale fosse il progetto prima del licenziamento. Questo viene svolto con un colloquio individualizzato che Le dedica un tempo e uno spazio più appropriati di un messaggio online. Una volta ottenute queste informazioni è più semplice dare un senso a quanto riporta e, soprattutto, organizzare un percorso finalizzato alla risoluzione della problematica è una progettualità nuova, identitaria, autentica: la riapertura di possibilità di azione nel futuro comporterà il venir meno dell'umore basso e delle crisi di pianto. Valuti la possibilità di un confronto professionale rispetto alla situazione. In bocca al lupo, cordialmente. DP
