Ansia terrorizzante

Inviata da Vittoria Cerasuolo · 14 ott 2020

Cari dottori ero restia a scrivere questa domanda xke comunque quello che mi sta affliggendo riguarda la morte cosa che tutti pensiamo e dobbiamo affrontare stare ,cioe dopo la morte di mio zio mesi fa un pomeriggio mi sono stesa sul letto e mi e venuta in mente (non mi piace neanche nominare la parola) fatto sta che da quel gg avevo paura di non riuscire a fare pa scuola che poi io viziato a settembre xke sarei morta ...poi diciamo che si e affievolita ma domenica notte mi sono alzata dal nulla nella notte e ho avuto un ansia estrema sono dovuta addirittura andare nel letto cin mamma e papa ma premetto che nn stavo pensando a questo cmq sia non riuscivo 0i a chiudere gli occhi xke mi creava panico ....sono stata 2 3 ore così in preda all ansia di nn riuscire a tenere gli occhi chiusi,stanotte invece mi seno accorta che nn riuscivo a dormire xke ho inalato di nuovo a pensare a questa cosa e ho la sensazione imminente di morire e che sta succedendo nell imminenza (ho 23 anni) ..... ve una cosa che devo dire però...che ho interrotto i farmaci da poco li prendevo xke soffro di DOC ....non so se chiedevi aiuto o cmq un parere xke capsico che questa cosa la pensano tutti durante la vita xo mi sento terrorizzata ... non so nemmeno se ho scritto in modo che si capisce xke sono molto agitata stanotte nn riuscivo a dormire x la paura

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Miglior risposta 14 OTT 2020

Cara Vittoria, grazie di aver scritto su questa pagina, non sarà stato facile ma ha avuto coraggio e questo La aiuterà. La perdita dello zio, persona a Lei vicina, L'avrà particolarmente colpita, tanto da pensare maggiormente alla morte, e a star male. É vero, tutti ci pensiamo, ma se tutti ci facessimo condizionare da questo pensiero, non riusciremmo piú a vivere. Quindi cerchiamo di pensarci il meno possibile. Ma quando il pensiero diventa persistente é perché c'é qualcosa dentro noi da mettere a posto. Possono essere molteplici le cause che hanno scatenato questa Sua preoccupazione: la prima probabilmente é ciò che é accaduto allo zio; un altro fattore aggiunto potrebbe essere che, alla sua giovane età, stia iniziando a fare dei progetti, ma essendo in una fase di transizione, si senta investita dal cambiamento, cambiamento che può farci oscillare e non sentirci al sicuro; ancora, il timore della morte potrebbe significare il timore della separazione da qualcuno di significativo. Queste sono solo delle ipotesi, fattori che, presi singolarmente o insieme, potrebbero essere la causa del Suo malessere. Chieda un aiuto psicologico per affrontare e superare questa problematica, per raggiungere una consapevolezza nel gestire le Sue emozioni e vincere il malessere, per raggiungere il Suo benessere.
Qualcosa che non mi sembra da trascurare é il DOC e il trattamento farmacologico: come mai é stato sospeso? Le consiglierei, se il disagio si amplia, anche una consulenza medica sulla necessità di ricominciare la terapia.
Buona fortuna.
Dr.ssa Amanda D'Ambra.

Dr.ssa Amanda D'Ambra Psicologo a Torino

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15 OTT 2020

Buongiorno Vittoria, la morte ci fa paura perché è qualcosa che esce dal nostro controllo, qualcosa che non possiamo prevedere. Probabilmente il fulcro del problema sta proprio qui, nella tendenza a controllare anche ciò che, per natura, non possiamo prevedere.
La morte dello zio è stata, presumibilmente e a livello inconscio, quell'evento che l'ha fatta rendere conto che la morte non è sotto sua stretta padronanza.
Io lavorerei proprio su questo punto, oltre all'andare a riscoprire cosa significa per lei la morte, quale significato assume e perché...
Cordialmente

Dott.ssa Pasqualotto Chiara Psicologo a Barbarano Vicentino

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15 OTT 2020

Gentile Vittoria,
muoversi verso la descrizione di una condizione di disagio comporta fatica, mi sembra descriva una condizione di ansia forte generata dal pensiero della morte iniziata con la perdita di suo zio. Soffre di Doc, ha sospeso la terapia ed è possibile che l’evento perdita abbia accentuato manifestazioni ansiose, controllo, paure. Mi chiedo se oltre la terapia farmacologica ha avviato un lavoro psicoterapeutico, nei casi come il suo sarebbe indicato per elaborare e lavorare sulle sue manifestazioni.
Rimango a disposizione
Dr.ssa Elisabetta Ciaccia

Dott.ssa Elisabetta Ciaccia Psicologo a Milano

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15 OTT 2020

Cara Vittoria,
Sa non credo che il pensiero della morte sia un pensiero che abbiamo tutti, anzi. Credo che la maggior parte delle persone eviti di pensarci, intendo di pensarci realmente, perché altrimenti l'idea di poter essere assaliti dal nulla più assoluto, inaspettatamente in un momento della nostra vita, sarebbe insopportabile, nessuno riuscirebbe a dormire. Credo che anche lei si sia comportata così, fino a quando non è morto suo zio.
Dice di avere un DOC, di solito questa patologia è collegata all'ansia verso il controllo. La morte di suo zio potrebbe averla messa di fronte alla sua fobia più grande, l'idea di non avere il controllo sulla sua vita, per questo non riesce a liberarsene.
Richiami il suo Psichiatra e si faccia indirizzare da uno psicoterapeuta che possa aiutarla a far fronte a questo episodio che ha fatto emergere le sue paure più profonde, sicuramente complice anche il fatto che ha smesso i farmaci.
Questo momento così critico, potrebbe essere un momento molto importante.
Le auguro di rifiorire,



Dr.ssa
Michaela Mortera

Dr.ssa Michaela Mortera Psicologo a Civitanova Marche

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15 OTT 2020

Gentile Vittoria,
sono dispiaciuta per la sua perdita. Indubbiamente l'assenza di una persona cara, oltre alla sofferenza, porta con sé una serie di riflessioni legate alla vita e alla morte.
Dice di soffrire di DOC e a tal proposito vorrei chiarirle che una caratteristica di tale disturbo è la "fusione" tra pensiero e realtà, in altre parole, c'è una tendenza a considerare i pensieri reali come delle verità concrete. Il pensiero è però un contenuto della mente.
Chiunque pensi alla morte ne è spaventato, tuttavia, ciò che in generale aiuta è differenziare i pensieri dalla realtà. In questo momento magari le è più difficile farlo. Le suggerisco, quindi, di contattare il professionista che le ha prescritto la terapia farmacologica e di parlare con lui delle sue difficoltà e dell'interruzione della terapia in modo da pianificare l'idonea strategia di intervento.
Cordialmente,
Dott.ssa Elena La Gattuta

Dott.ssa Elena La Gattuta Psicologo a Riccione

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14 OTT 2020

Cara Vittoria, hai parlato con i tuoi genitori di quello che ti sta accadendo? È abbastanza normale essere scossi dalla scomparsa di una persona a noi vicina, quello che tu riporti è però una situazione di forte forte ansia e agitazione.
Dici di aver sospeso la terapia farmacologica in atto, il tuo psichiatra ne è informato? Ti consiglio di rivolgerti a lui per metterlo al corrente e aiutarti in questa fase così delicata della tua vita.
Un caro saluto.

Dott.ssa Sara Nepi Psicologo a Prato

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