Ansia per università e di non terminare il percorso di studi

Inviata da Kai · 30 set 2019 Ansia

Salve. Sono un ragazzo di 22 anni.
Frequento il terzo anno di ing.informatica.
Ho appena terminato gli esami del primo anno. Mi restano ancora 15 esami, tutti quelli del secondo più quelli del terzo anno che ancora devo iniziare.
Ho completato gli esami del primo con ottimi voti, però ciò che mi tormenta é il tempo. Ho l'ansia perenne di non riuscire a terminare tutto in tempo.
Subito dopo il liceo, sono stato un anno fermo a causa di un'operazione, così ho iniziato l'università un anno dopo ai miei coetanei. Questa cosa mi ha sempre provocato ansia e un senso d'inferiorità. Vedere come abbiano già terminato il loro percorso di studi mentre mi mancano ancora 15 esami, mi fa sentire una vera e propria nullità.
Questa facoltà la amo davvero tanto ed é quello che voglio fare con tutto il mio cuore, ma ho la tremenda paura di non riuscire a terminarla presto.. In casa non ho problemi. I miei genitori mi sostengono, però io mi sento un peso nei loro confronti. Sento che non sono d'aiuto in nulla e che sono solo una fonte di spese e problemi.
Questi pensieri negativi mi tormentano spesso, mi fanno sentire impotente e mi creano un peso in petto da "levarmi l'aria".

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Miglior risposta 1 OTT 2019

Buonasera Kai, la tua situazione accademica può effettivamente generare ansia.
Credo che per te sia utile provare a "fare pace" con la tua condizione e accettarla per quello che è, per poi cercare la motivazione reale di questo rallentamento e usarla come sprone per mettercela tutta a portare a termine il tuo percorso universitario. Quindi, quando hai la tentazione di "piangerti addosso", cerca di trasformarla piuttosto in una spinta ad andare avanti.
Per contenere l'ansia, ti consiglio di porti dei piccoli obiettivi su cui concentrarti: nel tuo caso, pianifica in modo realistico le sessioni d'esame, in modo da riuscire a sostenere gli esami prefissati e poter essere orgoglioso di te stesso; questo ti aiuterà ad essere più ottimista. Non pensare costantemente a quanto ti manca per finire, quanto piuttosto agli esami che hai già sostenuto con ottimi esiti: questo pensiero è sicuramente più incoraggiante!
Prova poi a ripensare al tuo metodo di studio: forse è da migliorare, da rendere più efficiente.
Per quanto riguarda il fatto di sentirti inutile e un peso, potresti superarlo provando a cercare un piccolo lavoretto, che ti occupi poco tempo e ti permetta comunque di studiare. Ad ogni modo, pensa che ti stai impegnando al massimo per raggiungere un obiettivo per te importante: questo non è affatto inutile, è un investimento per il tuo futuro!
Infine ricordati sempre che il tuo valore non dipende solo dal tuo successo universitario, quindi fai in modo di arricchire la tua vita di diverse esperienze da cui trarre soddisfazione personale: quindi, non solo università, ma anche sport, amici, hobby, passioni...
Spero di averti dato qualche spunto... In bocca al lupo!
Dottoressa Silia Lafortezza (Buccinasco, Milano)

Dott.ssa Silia Lafortezza Psicologo a Assago

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1 OTT 2019

Gentile Kai,
i pensieri negativi che la tormentano possono essere legati ad alcune convinzioni su "come si devono fare le cose" (ad esempio, finire l'università entro una certa età, non pesare sui propri genitori, ecc.) e sul valore che ci diamo come persone (ad esempio: "se non finisco l'università entro una certa età sono un fallito", "se non faccio come i miei coetanei sono sbagliato"). Può accadere di prendere queste convinzioni come oro colato e non metterle in discussione. Invece può essere importante chiedersi: "Ma siamo proprio sicuri che le cose debbano andare così, oppure ci sono altri modi?".
Le convinzioni sono interpretazioni di come funzionano le cose, ma se guardiamo bene, possiamo vedere che esse non sono le uniche e scopriamo che possono esserci altri punti di vista. Invece quando le convinzioni sono rigide e non danno via di scampo, non ci aiutano a prendere in considerazione altre opzioni, come ad esempio che una persona possa avere valore anche se non finisce l'università entro un dato anno. Oppure non aiutano a tenere nella giusta considerazione alcuni fattori che possono intervenire nel prolungare il perseguimento di un obiettivo e dar loro una legittimazione (come aver incontrato problemi di salute nel proprio percorso di vita).
Queste convinzioni possono funzionare da sabotatori interni, nel senso che alla lunga invece che motivare a fare meglio, fanno aumentare l'ansia di non farcela e, con l'ansia, compromettere il risultato, perché siamo distratti dal malessere e dal pensiero di non farcela. Così ci deconcentriamo da quello che stiamo facendo e soprattutto smettiamo di provare piacere nel farlo.
Un altro aspetto è che spesso condizioniamo il nostro valore come persone (la nostra autostima) a quello che facciamo oppure a come appariamo agli occhi degli altri, dimenticandoci che abbiamo valore in quanto essere umani, a prescindere dal lavoro che facciamo, dai soldi che abbiamo in banca, dalle persone che frequentiamo.
Quello che può aiutarla credo sia anzitutto tenere in giusta considerazione tre aspetti, che forse sta svalutando a causa delle convinzioni di cui sopra. Il primo è che, a causa dell'operazione, il suo percorso si è inevitabilmente allungato, ma questo non è un demerito rispetto ad alcuni dei suoi colleghi che già si stanno laureando. Il secondo punto è il sostegno dei suoi genitori, che sembrano essere molto più comprensivi di lei rispetto ai tempi che ci possono volere a portare a termine un percorso di studi e che riconoscono il suo valore indipendentemente da quello che fa. Il terzo è la sua passione verso gli studi che fa facendo, un aspetto da non dare per scontato, perché non tutte le persone che studiano ce l'hanno, ma che potrà portarla a fare bene il suo futuro lavoro.
Probabilmente anche l'aiuto di una psicoterapia potrebbe facilitarla nel disinnescare i pensieri negativi e sostituirli con pensieri più benevoli nei suoi confronti, per mettere in discussione convinzioni che la lasciano senza via di scampo. Sono convinta che già a partire da un lavoro di questo tipo la sua ansia potrebbe calare.
Spero di esserle stata di aiuto.
Un saluto e in bocca al lupo per i suoi studi,
dott.ssa Valentina Giovannetti

Dott.ssa Valentina Giovannetti Psicologo a Pisa

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1 OTT 2019

Buongiorno,
lei non dà dettagli sulla sua operazione ma immagino che per fermarla un anno debba aver affrontato un lungo percorso di guarigione. Questo evento accade in un momento molto critico che è appunto quello del passaggio all'università e capisco la sua sua sensazione di aver perso tempo. Credo che ancora non sia del tutto superato e attraversato il dolore per quello che è successo, tanto che lo vive anche con un certo senso di colpa.
Mi sento di suggerirle di intraprendere un percorso di psicoterapia personale che la aiuti ad affrontare la situazione e a liberarsi dagli strascichi di questo eve

Dott.ssa Monia Crimaldi Psicologo a Palermo

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1 OTT 2019

Gentile Utente,
dalla sua descrizione si comprende la passione che nutre verso la materia e la consapevolezza di aver intrapreso un percorso didattico e professionale che ha scelto con cura di pianificare, e successivamente seguire. Questa chiarezza di idee e capacità di pianificazione sono qualità non sempre frequenti nei giovani ragazzi come lei.

Detto questo, dalla descrizione, seppur generale, si percepisce la frustrazione dovuta alla tematica temporale. Cerchi di portare a consapevolezza la situazione nella sua interezza, non sempre nella vita è richiesto il rispetto rigoroso di una tempistica in relazione ad un percorso, tra cui anche quello universitario. Sicuramente, osservare i propri amici avanti negli esami, può non essere confortevole ad una prima vista ma, consideri che nella vita, ognuno di noi procederà per un proprio percorso e spesso se non sempre, con una propria e specifica tempistica. Importante è il ruolo della sua famiglia che sente vicino e che presumo abbia sicuramente stima di lei. Le fa onore la consapevolezza di voler “restituire” in un certo senso, ciò che la sua famiglia spende attraverso il superamento degli esami.

In conclusione, un percorso di supporto e gestione dello stress universitario le potrà essere di sicuro aiuto, soprattutto nello accettare la sua condizione attuale, sia in relazione agli esami che mancano, che con la sua famiglia, nello specifico nei sensi di colpa che prova e che dovrebbe individuare e gestire.

Rimango disponibile.

Un Cordiale Saluto,
Dott. Fabio Romanelli
Psicologo del Lavoro e delle Organizzazioni

Dott. Fabio Romanelli Psicologo a Fiumicino

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