Buongiorno, vi ringrazio anticipatamente per il tempo che impiegherete per leggere e rispondere alla mia domanda. Sono una ragazza di 18 anni che ormai da un po’ non sta più bene con se stessa. Non ho grandi problemi, ho una bella famiglia, una media scolastica accettabile e presto andrò all’università. Inoltre sono fidanzata con un ragazzo che amo e mi sostiene sempre, ho anche alcuni amici che mi vogliono bene davvero. Eppure non so essere felice, non ci riesco. Spesso accade che per una minima cosa, che non farebbe male neppure ad una mosca, passo giornate intere a piangere e ripensarci. Spesso mi odio... Sento di non fare bene nulla, e che tutto quello che ho non me lo sono meritato. Ho paura che prima o poi qualcuno capisca che non sono una brava persona, che non valgo niente e mi smascheri. Vivo nel terrore di ferire o deludere qualcuno, senza un apparente motivo. Mi scuso sempre, mi sento di troppo. È come se in alcune situazioni io stessa partissi rassegnata, come se già sapessi che tutto quello che faccio andrà male e alla fine va male davvero: ma non perché io non abbia le capacità, ma perché me ne auto convinco. Sono stufa di far vivere male le persone che ho intorno e vorrei davvero un cambiamento. Che cosa mi consigliate?
Inoltre ho parlato con i miei genitori della mia volontà di iniziare un percorso di supporto psicologico, ma sono un po’ restii, sembrano evitare l’argomento nonostante io provi spesso a parlargliene. Cosa posso fare? Grazie mille e scusate per il disturbo.
Risposta inviata
A breve convalideremo la tua risposta e la pubblicheremo
C’è stato un errore
Per favore, provaci di nuovo più tardi.
Prenota subito un appuntamento online a 44€
Ricevi assistenza psicologica in meno di 72 ore con professionisti iscritti all’ordine e scegliendo l'orario più adatto alle tue esigenze.
Miglior risposta
11 FEB 2021
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Ciao Ale, il bello di avere 18 anni è che non Le serve il permesso dei suoi genitori per andare dallo psicologo! Se si sente così giù, una prima azione di auto-cura è proprio quella di contattare uno specialista e insieme a lui affrontare quello che Le sta capitando.
Ha bisogno di aiuto e lo riconosce, quindi, si autorizzi di ricevere quell'aiuto! Le auguro il meglio Ale. Resto a disposizione.
Dott.sa Greta Lorini
10 FEB 2021
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Ale,
forse le cose non sono proprio come credi. Permittimi di aver qualche dubbio sulla tua famiglia. Se hai sviluppato questa problematica, forse non ti hanno fornito, almeno non completamente, il supporto di cui avevi bisogno. E se minimizzano quelli che a mio avviso sono sintomi importanti e seri, forse non sono in sintonia con te, almeno non in modo soddisfacente. Se i tuoi non ti supportano economicamente non puoi fare altro che cercare aiuto nei servizi ASL con l'aiuto del tuo medico di famiglia, in alcuni casi non è neppure necessario ma basta chiedere un appuntamento ai Servizi psicologici. Il quadro che presenti indica una depressione piuttosto seria, sopratutto se non vi sono motivi apparenti. Ti svegli stanca al mattino? Fatichi ad affrontare la giornata? In questo caso potrebbe esserci un coinvolgimento della tiroide, seppure in forma lieve. Resto a disposizione, auguri.
dr. Leopoldo Tacchini
10 FEB 2021
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Cara Ale,
nonostante la giovane età, complimenti per la consapevolezza che dimostri.
Credo tu abbia ragione a voler intraprendere un percorso psicologico. Hai perfettamente ragione : non si fa una scelta simile solo se ci sono gravi patologie.
Nel tuo caso sembrerebbe più un problema di autostima, senso di inadeguatezza e senso di colpa. Al di là di tutto il discorso è semplice : se intorno a te tutto va abbastanza abene, ma non sei felice, hai bisogno di cercare il motivo dentro di te. Ciò non significa assolutamente che tu abbia qualcosa che non va, anzi! Le tue parole dimostrano il contrario. Probabilmente c'è qualcosa che ti convince o ti ha convinto di non avere valore, ed è lì che bisognerebbe lavorare. Prima si inizia, più il percorso solitamente tende ad essere breve e favorevole. Forse i tuoi genitori sono restii perché hanno paura, non sanno cosa sia un percorso di sostegno o non sanno come affrotare la cosa, o magari è un discorso economico, o magari tutte queste cose insieme. Tu non demordere. Non prendertela se non capiscono sibito, ma cerca di fargli capire che per te è importante, che non sei felice. Forse ci vorrà un po'. Puoi provare a informarti intanto, a muoverti tu e magari trovare un compromesso con i tuoi genitori: ad esempio un ciclo di tot sedute di sostegno. Se dovessi decidere di informarti e prendere contatto con qualcuno (molti professioni fanno il primo colloquo scontato o gratuito:tieni conto che che tu ti senta a tuo agio col professionista è importante, non andrebbe scelto a caso) potresti chiedergli/le se è disposto a parlare con i tuoi semplicemente per spiegare loro come funziona. Se sono loro a dover pagare ma sono restii, magari vedere in faccia una persona e togliersi dei dubbi può aiutare. Questo non significa assolutamente che il professionista parla di te con loro, ma può rispondere (anche davanti a te, si concorda insieme) a domande molto comuni, tipo a cosa serve, quanto dura... Se poi non dovessero cambiare idea, essendo maggiorenne puoi comunque farlo tu. Certo dovresti aver qualche soldo per pagare in autonomia e questo potrebbe allungare i tempi. In alternativa puoi consultare la ASL, con ticket, ma considerando il periodo emergenziale e la tua situazione è probabile che anche in quel caso i tempi di attesa siano lunghi.
Spero di esserti stata utile,
Dr.ssa Barbara Bertolina Civera
10 FEB 2021
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno,
mi dispiace molto per le emozioni che prova. Credo sia essenziale che lei riesca ad aprirsi ai suoi genitori poiché potrebbe esserle molto utile approfondire l'origine di queste emozioni che comprendo essere molto invalidanti! Qualora non ne sia a conoscenza in ogni città ci sono i Consultori pubblici che offrono supporto psicologico gratuitamente, potrebbe informare quindi i suoi genitori di questa possibilità ed eventualmente informarvi insieme.
Resto a disposizione,
Dr. Matteo Radavelli