sono un soggetto ansioso che negli anni si è dovuto confrontare con diversi eventi traumatici, se così vogliamo definirli, come separazioni, lutti, frequenti trasferimenti per lavoro e conseguente solitudine. Ultimamente, dopo una prima esperienza da adolescente (ora ho 35 anni), ho visto un terapeuta per oltre sei mesi dopo un periodo in cui mi sembrava davvero di non farcela senza un aiuto esterno. In effetti il mio umore, ora tendenzialmente depresso, era migliorato. Alcuni dei rapporti che ritenevo conflittuali o dolorosi, specie quello con me stesso, che da sempre è stato minato dalla mancanza di autostima, anche. È stato davvero utile, ma alcune delle questioni che pensavo di aver risolto si sono ripresentate come se niente fosse cambiato, e mi trovo nella dolorosa situazione di dover gestire un'ansia che dà anche sintomi fisici (respiro corto, insonnia, palpitazioni, tutte cose che negli anni ho controllato per assicurarmi non fossero correlate a una qualche patologia) e che rende impossibile anche pensare di viaggiare. L'umore è inoltre ai minimi storici, al punto che mi sveglio con pensieri negativi su tutto: me stesso, le mie scelte, il mio presente, il mio futuro. So che avrei bisogno di intraprendere di nuovo un percorso terapeutico, ma mi trovo all'estero e non padroneggio affatto la lingua, per cui al momento è da escludere. In zona non ci sono professionisti italiani. Siccome ormai sono al limite delle forze, volevo chiedere se per tamponare, in attesa di poter fare qualcosa di più concreto, fosse possibile prendere per qualche tempo del Valium o altro ansiolitico (ho preso Tranquirit nei momenti difficili, come lunghi viaggi in aereo) che mi consenta di affrontare la vita di ogni giorno meno dolorosamente, perché sto trovando delle difficoltà da cui mi sento veramente sovrastato. Grazie per i consigli che mi vorrete dare.
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21 DIC 2017
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Gentile Mario,
credo abbia capito da solo di aver fatto un errore ad interrompere precocemente il precedente percorso di psicoterapia che avrebbe dovuto avere la durata di almeno un anno.
Gli ansiolitici non sono una soluzione valida perchè possono attenuare i sintomi dell'ansia ma non agire sul problema che è all'origine di essi.
Tuttavia, finchè è all'estero, può intraprendere una psicoterapia online via Skype con un terapeuta della sua città di provenienza (o con lo stesso terapeuta di prima) potendp così continuare agevolmente dal vivo il percorso terapeutico una volta rientrato in sede.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
22 DIC 2017
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Mario,
comprendo il disagio di non comprendere la lingua nel paese in cui è ospite. In passato ha ottenuto risultati utili con l'approccio psicologico.
Ora riemergono nodi e blocchi emotivi non risolti nel breve percorso psicoterapico.
Intanto potrebbe consultare un medico specialista per dosare e monitorare i farmaci di cui ha bisogno. Gli ansiolitici e gli antidepressivi in genere migliorano velocemente il quadro clinico nel qui ed ora, anche se non risolvono la causa della difficoltà.
La consulenza in line è applicata da numerosi psicologi, se lo ritiene opportuno intanto potrebbe tamponare in questo modo.
I miei migliori auguri
Dott.ssa Donatella Costa
21 DIC 2017
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Caro Mario, per il quesito che pone ě bene rivolgersi ad uno psichiatra....resta il fatto che la psicoterapia resta necessaria nella sua situazione. Potrebbe valutare intanto la possibilitâ di fare delle sedute online per essere accompagnato nell'urgenza del suo momento di crisi. Le faccio un grosso in bocca al lupo per la sua vita, dott. ssa Daniela Cannistrâ
21 DIC 2017
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno, Mario.
Come Lei stesso scrive la cosa migliore sarebbe intraprendere un percorso psicoterapeutico?
Il professionista che l’ha seguita per sei mesi ha anche questo titolo? Magari, una volta contattato, potreste accordarvi per fare le sedute via Skype oppure se non fosse psicoterapeuta, potrebbe contattarne uno della zona in cui poi rientrerà in modo da iniziare ora via Skype e poi di persona...
Il supporto farmacologico può essere utile, soprattutto se affiancato alla psicoterapia e non visto come un sostituto di questa. Rispetto invece al farmaco specifico non posso dirLe nulla in quanto questo non è di nostra competenza come Psicologi e/o psicoterapeuti. I farmaci possono solo essere prescritti da medici, meglio se psichiatri...
Cordiali saluti
21 DIC 2017
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Caro Mario, come lei stesso ha evidenziato, sarebbe opportuno che riprendesse il percorso terapeutico iniziato in funzione soprattutto del fatto che aveva trovato miglioramenti. Ma, se cio' non e' possibile al momento, credo che potrebbe intanto fare una visita da uno psichiatra questo non perche' credo che la situazione sia piu'grave di prima ma perche' possa prescrivergli dei farmaci con un dosaggio adeguato a lei e seguirla eventualmente anche nella riduzione di essi. Tutto cio' per tamponare questa situazione: I farmaci possono aiutare alleviando i sintomi ma non lavorano sulle cause che li hanno scatenati. Un caro saluto, Dott.ssa Sara Silvan