Ansia, angoscia e domande esistenziali
Gentili dottori, vi scrivo perché non riesco più a sostenere e tenere a bada le ossessioni che mi stanno logorando giorno dopo giorno. Inizio col dire che ho avuto a che fare con l'ansia e le ossessioni sin dall'adolescenza; ricordo di aver vissuto esperienze fuori dal corpo, con annesse domande esistenziali già a 13/14 anni, che comunque, forse perché abbastanza piccolo non mi spaventavano più di tanto. La mia prima vera esperienza con la paura e il panico la ebbi intorno ai sedici anni a scuola: ero particolarmente preoccupato quel giorno, avevo il presagio che potesse succedermi qualcosa di orribile, fortunatamente riuscì a mantenermi calmo fino al suono della campanella, quando insieme ad un mio amico mentre percorrevamo la strada per tornare a casa, la paura iniziò a prendere il sopravvento; capì per la prima volta di aver avuto un attacco di panico. L'esperienza più brutta che avessi mai sperimentato in sedici anni di vita e dalla quale non credo di essermi mai ripreso. Nostante un paio di mesi trascorsi con la paura che potesse ripresentarsi, passai i successi anni in relativa quiete, anche se di fondo una leggera paura era sempre presente. L'ansia e gli attacchi di panico si ripresentarono più tardi, nel 2010. Era una sera apparentemente tranquilla con amici, eravamo ad un concerto e feci per la prima volta uso di cannabis; due tiri all'apparenza innocui mi procurarono un attacco di panico tremendo e preso dallo sconforto decisi di andare in terapia, che durò circa un anno. La psicologa mi prescrisse una cura con antidepressivi e ansiolitici, che anche se tenevano a bada i sintomi più invasivi non mi hanno mai aiutato a superare il problema di fondo, che mi porto appresso da ormai 7 anni! Ultimamente, oltre ad un costante stato d'ansia che si alterna ogni uno/due anni, ho un forte abbassamento dell'autostima che in questi anni mi ha partato ad un ritiro sociale graduale. Negli ultimi mesi gli attacchi di panico sono devastanti e difficilmente gestibili, nononostante faccia uso di massice dosi di ansiolitici presi alla cazzo, perché non ho una terapia da seguire. Ho anche episodi di dissociazione dal corpo e da quello che mi circonda, ma la cosa che più mi spaventa, mi angoscia in modo terribile, sono le domande esistenziali che si presentano: sono vivo? Sono davvero questo? Mi chiamo davvero così? Perché sono questo e non un altro. Non mi sento più corpo, solo una serie di pensieri che vagano liberi. Insomma al momento non so chi sono, sono consapevole del mio nome è cognome, ma è come se non mi appartenesse, lo dico ad alta voce e sembra come se fosse quello di qualsiasi altro essere umano. I ricordi passati non li sento miei, quello che mi circonda mi appare estraneo, poco familiare, come fosse sotto una spessa coltre di nebbia. Spesso mi sembra di non vivere, di non esistere, al momento non sono neppure sicuro di essere io a scrivere e soffro come una bestia perché le persone mi appaiono come non vere, soprattutto i miei genitori. È davvero terribile. Inutile negare che ho pensato e penso spesso al suicidio, ma non avrei il coraggio. Oggi, a 27 anni, non so davvero cosa fare, sono disperato, passo la maggior parte delle giornate a letto divorato dall'ansia, dall'angoscia e da queste maledette domande esistenziali che mi logorano e mi sento ad un passo dalla pazzia, se non ci sono già caduto con tutti e due i piedi. Mi sto imponendo di andare ancora in terapia, anche se non ne ho voglia, perché sento che potrebbe non servire a nulla. Vi prego, ditemi che c'è una via d'uscita, non voglio impazzire.
In attesa di risposte.