Amicizia psicoterapeuta-paziente?

Inviata da Giulio F. · 10 nov 2020

Buongiorno,
Mi rivolgo agli psicoterapeuti di orientamento cognitivo-comportamentale.
E' possibile, nel vostro caso, che durante la terapia, invitiate a casa un vostro paziente per un pranzo/cena, in forma amicale, senza interrompere la terapia? E' vero che con il vostro orientamento siete più elastici nella gestione dei confini del rapporto coi pazienti? O non è in nessun modo lecito 'mostrarsi' al di fuori del setting terapeutico per questioni che non riguardino la terapia? Se un vostra collega si comportasse così vi sembrerebbe strano?
Grazie a chi mi risponderà.

Risposta inviata

A breve convalideremo la tua risposta e la pubblicheremo

C’è stato un errore

Per favore, provaci di nuovo più tardi.

Prenota subito un appuntamento online a 44€

Ricevi assistenza psicologica in meno di 72 ore con professionisti iscritti all’ordine e scegliendo l'orario più adatto alle tue esigenze.

Miglior risposta 11 NOV 2020

Buongiorno Giulio.
In realtà la domanda che sta ponendo può essere rivolta a qualsiasi psicologo o psicoterapeuta di qualsiasi orientamento, in quanto è inerente al Codice Deontologico della nostra professione.
In particolare, il caso di cui ha accennato credo che violi l’Articolo 28 del nostro Codice: “lo psicologo evita commistioni tra il ruolo professionale e vita privata che possano interferire con l’attività professionale o comunque arrecare nocumento all’immagine sociale della professione. Costituisce grave violazione deontologica effettuare interventi diagnostici, di sostegno psicologico o di psicoterapia rivolti a persone con le quali ha intrattenuto o intrattiene relazioni significative di natura personale, in particolare di natura affettivo-sentimentale e/o sessuale. Allo psicologo è vietata qualsiasi attività che, in ragione del rapporto professionale, possa produrre per lui indebiti vantaggi diretti o indiretti di carattere patrimoniale o non patrimoniale, ad esclusione del compenso pattuito. Lo psicologo non sfrutta la posizione professionale che assume nei confronti di colleghi in supervisione e di tirocinanti, per fini estranei al rapporto professionale“. Ciò ovviamente non significa che la sua terapeuta le abbia proposto questo incontro con intenzioni specifiche, concedo il beneficio del dubbio e posso presumere da parte sua un atteggiamento di ingenuità che tuttavia rischia di compromettere la condotta etica richiesta alla nostra professione. E’ importante, anzi fondamentale, che il rapporto terapeuta-cliente resti tale, ben definito nei ruoli e all’interno di un setting dai confini chiari e sicuri. Qualsiasi violazione di tale setting potrebbe rischiare di inquinare la vostra relazione e dunque, conseguentemente, il lavoro che state facendo assieme. Oltre che rischiare di portare squilibrio nella posizione dei vostri ruoli, portando la sua terapeuta in una posizione di superiorità e lei in una di inferiorità. Potrebbe essere utile per lei chiedere dei chiarimenti alla sua terapeuta durante il vostro prossimo colloquio, esternandole i suoi dubbi ed i suoi vissuti a tal proposito. Se si tratta solamente di una “svista” da parte della sua terapeuta, tale comunicazione potrebbe divenire campo fertile per il proseguimento del vostro lavoro.

Buona fortuna,
Dott.ssa Caterina Berti

Dott.ssa Caterina Berti Psicologo a Torino

133 Risposte

133 voti positivi

Contatta

Ti è stata utile?

Grazie per la tua valutazione!

18 NOV 2020

Gentile Giulio, un professionista non è un amico è un professionista! I confini devono essere ben definiti per il buon risultato della terapia e per mantenere il rapporto di fiducia e stima che si dovrebbe voler creare in una relazione terapeutica. Non si tratta di elasticità nessun orientamento prevede pranzi amicali è scorretto dal punto di vista etico e deontologico. Silvana Perino

Dott.ssa Silvana Perino Psicologo a Pinerolo

110 Risposte

51 voti positivi

Fa terapia online

Contatta

Ti è stata utile?

Grazie per la tua valutazione!

11 NOV 2020

Gentile Giulio,
di norma non è considerato oppurtuno frequentare il paziente al di fuori della terapia. Tuttavia ogni relazione tareutica ha le proprie peculiarità e specificità. Di questo suo dubbio ne deve parlare con il suo terapeuta, in modo tale che tutte le dinamiche fra voi vengano elaborate e valutate in terapia. Probabilmente il collega ha un proprio stile di gestione della relazione che continua ad essere terapeutica anche fuori dal setting. A mio avviso non esistono regole rigide quando il professionista è consapevole e restituisce al paziente i feedback necessari per il raggiungimento degli obiettivi terapeutici.
Saluti
Dott.ssa Maria Luisa Strano

Dott.ssa Maria Luisa Strano Psicologo a Giugliano in Campania

23 Risposte

11 voti positivi

Contatta

Ti è stata utile?

Grazie per la tua valutazione!

11 NOV 2020

Gentile Giulio,
la Collega dr.ssa Berti le ha già spiegato esaurientemente come stanno le cose. Concordo pienamente. Non so perché presuma che la sua terapeuta l'abbia invitata, visto che Lei non fa cenno di questo. Comunque stiano le cose, la mia posizione è ancora più severa della Collega, nel senso che a mio parere non è una svista, ma una violazione del nostro Codice Deontologico gravissima ed inaccettabile. Può succedere, è umano che si possa provare un interesse per un/a paziente che vada al di là della terapia, ma è assolutamente necessario attendere la fine della terapia stessa, o in casi gravi porvi termine. Diversamente è come se il nostro medico, a meno che non sia un amico di vecchia data, ci inviti a pranzo: è una cosa gravissima ed inaccettabile, una confusione tra il ruolo professionale e quello amicale.
Un cordiale saluto
dr. Leopoldo Tacchini

Dott. Leopoldo Tacchini Psicologo a Figline Valdarno

1012 Risposte

499 voti positivi

Fa terapia online

Contatta

Ti è stata utile?

Grazie per la tua valutazione!

10 NOV 2020

Buongiorno Giulio, mi permetta ma la sua domanda mi sembra un "tantino" provocatoria. E, soprattutto, riflette ancora il pensiero sul modello Cognitivo-Comportamentale di una 50-ina di anni fa. La vorrei informare che, così come tutti gli altri modelli terapeutici, anche quello Cognitivo-Comportamentale ha subito trasformazioni, integrazioni, etc. dovute alle nuove scoperte in ambito di neuroscienze affettive, avvicinamento (intelligente) tra modelli un tempo distanti tra loro,

Dott. Massimo Bedetti Psicologo a Roma

766 Risposte

1307 voti positivi

Contatta

Ti è stata utile?

Grazie per la tua valutazione!

Spiega il tuo caso ai nostri psicologi

Invia la tua richiesta in forma anonima e riceverai orientamento psicologico in 48h.

50 È necessario scrivere 21750 caratteri in più

La tua domanda e le relative risposte verranno pubblicate sul portale. Questo servizio è gratuito e non sostituisce una seduta psicologica.

Manderemo la tua domanda ai nostri esperti nel tema che si offriranno di occuparsi del tuo caso.

Il prezzo delle sedute non è gratuito e sarà soggetto alle tariffe dei professionisti.

Il prezzo delle sedute non è gratuito e sarà soggetto alle tariffe dei professionisti.

Introduci un nickname per mantenere l'anonimato

La tua domanda è in fase di revisione

Ti avvisaremo per e-mail non appena verrà pubblicata

Se hai bisogno di cure psicologiche immediate, puoi prenotare una terapia nelle prossime 72 ore e al prezzo ridotto di 44€.

Questa domanda esiste già

Per favore, cerca tra le domande esistenti per conoscere la risposta

psicologi 26350

psicologi

domande 21750

domande

Risposte 140700

Risposte