"Buongiorno dottoressa, ho un serio problema con mia madre.
Sono un ragazzo di 30 anni sposato con un bambino di 6 mesi, da quando me ne sono andato di casa (2 anni fa) mia madre è impazzita e continua a dire che ora si sente sola, che è esclusa dalla mia vita ecc. ci sono tante cose da dire, comunque io sono abbastanza presente nella sua vita ( 2 volte a settimana mangio da lei e 2 volte al mese andiamo con mia moglie e mio figlio a mangiare nel weekend) quasi dimenticavo, ho anche un padre e una zia (sorella di mia madre) tutti abitanti sotto lo stesso tetto ma in continuo conflitto.
La cosa giusta per me sarebbe avere un confronto tra me, mia mamma e lei dottoressa, ma non credo sia possibile perché mia madre non crede di aver bisogno di una consulenza specialistica.
Cosa mi consiglia?
Cordiali saluti
Alessandro
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14 GEN 2013
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Salve Sign. Alessandro, rispetto alla sua richiesta sarebbe utile una prima consulenza individuale per poter meglio capire il contesto relazionale che ha descritto e le difficoltà che sente lei all'interno del suo contesto familiare più ampio per valutare qual'è la cosa più utile da fare. Può comunque proporre a sua madre di venire al primo incontro senza comunque obbligarla. le consiglio di rivolgersi ad un terapeuta sistemico- relazionale (che si occupa di terapia della famiglia) poichè il problema che porta sembra riguardare le relazioni all'interno della sua famiglia.
10 GEN 2013
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Gentile Alessandro,
inizi a proporre a sua madre la possibilità che riferisce, per prima cosa. Se dovesse andare in porto la proposta, si vedrà con lo specialista come affrontare al meglio la situazione.
Se al contrario sua madre non dovesse accettare, è opportuno lavorare con lei su come si sente, quando si focalizza anche sulla sua vita e non solo sulla vita della mamma.
9 GEN 2013
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Gentile Alessandro, prima di darsi per vinto provi a chiederlo a sua madre, magari facendogli presente che lei da figlio sta soffrendo sia per se stesso che nel vederla in questo stato, e allo stesso tempo le può far capire che se le cose non dovessero migliorare sarà costretto ad allontanarsi da lei.
Auguri.
8 GEN 2013
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Caro Alessandro, è esattamente come lei dice: servirebbero degli incontri tutti insieme, lei, sua madre e meglio ancora se ci fossero anche suo padre e sua moglie! In questi casi, in queste situazioni conflittuali, l'orientamento più appropriato è la terapia sistemico/relazionale, cioè una terapia che mira al benessere di tutta la famiglia, e che lavora su tutti contemporaneamente e non sui singoli isolatamente.
è importante viversi con tranquillità un rapporto di coppia e la formazione di una nuova famiglia, senza l'ansia e l'incombenza di conflitti con la famiglia d'origine, altrimenti questi causerebbero nuovi conflitti e stati di disagio e di difficoltà.
Se vuole, nel nostro studio effettuiamo questo tipo di terapia: ovviamente gli incontri vengono svolti in base alle esigenze di tutti e non necessariamente in tutti è necessaria la presenza di tutti.
Se vuole sono a disposizione per chiarimenti e/o appuntamenti.
Dott.ssa Marianna Vallone. Roma
8 GEN 2013
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Gentile Alessandro,
forse i conflitti intrafamiliari accentuano in sua madre il vissuto di solitudine e disperazione che, nella sua ottica, si risolverebbero con lei, figlio, accanto. Senz'altro è una situazione di conflitto da risolvere. Potrebbe lei stesso richiedere un supporto psicologico in prima istanza in modo da trovare la giusta modalità comunicativa funzionale al parlare in modo rassicurante con sua madre e poi con calma valutare se è il caso di coinvolgerla in colloqui di terapia.
Cordialmente
8 GEN 2013
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Gentile alessandro,
le dinamiche famigliari possono essere spesso molto complesse e stratificate. forse sua madre ha sempre sentito di avere un rapporto speciale, elitario con lei, forse lei è figlio unico? a volte anche un ragionamento chiaro e netto può no0n essere sufficiente per la persona che vive sentimenti abbandonici poco razionali, come sembra essere sua madre in questo momento. probabilemente un incontro con un'esperto sarebbe proprio quello che ci vuole, ma non si può obbligare sua madre a farlo se non vuole. magari potrebbe iniziare lei a consultare concretamente uno specialista della sua zona e seguire i consigli che questi le darà. a volte il cambiamento si mette in moto anche partendo da un singolo componente di un sistema.
in bocca al lupo per tutto
Cordiali saluti
Dr.ssa scipioni roma
8 GEN 2013
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Buongiorno Alessandro,
la situazione che descrive e' poco chiara: sarebbe opportuno avere un confronto di persona, in modo che lei possa spiegarmi meglio quello che succede e possiamo decidere insieme come e' meglio procedere, chi ha bisogno di aiuto e di quale. Se vuole mi contatti via mail così ci accordiamo e capiamo cosa fare.
Rimango a disposizione
Saluti
Maria Francesca Basoni
8 GEN 2013
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Caro Alessandro,
da quello che riporta, sembra di capire che sua madre trova in lei un punto di riferimento importante e di serenità in un ambiente familiare conflittuale, forse per tale ragione richiede insistentemente la sua presenza.
Purtroppo è molto difficile darle dei consigli tramite un messaggio, perché sarebbe importante conoscere meglio la storia della sua famiglia e dei singoli membri che la compongono.
Mi sento di suggerirle una terapia sistemico-familiare, sarebbe maggiormente appropriato se tutta la sua famiglia partecipasse o almeno lei e i suoi genitori. Ad ogni modo potrebbe consultare uno psicologo presente nella sua zona e farsi consigliare meglio.
Cordialmente
8 GEN 2013
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Credo che sua madre sia decisamente nella fase della "sindrome del nido vuoto" quando i figli lasciano la casa dei genitori. Lei non è responsabile dello stato di sua madre, che, se non supera questa fase, potrebbe giovare dell'aiuto di uno psicologo che la aiuto ad elaborare il "lutto", ma certamente nulla può fare se non è sua madre stessa a volerlo. Intanto lei pensi a sè stesso, alla sua famiglia. a godersi la sua nuova vita di padre e a rafforzarsi contro le accuse e i sensi di colpa che sua madre tenta di farle venire
8 GEN 2013
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Gentile Alessandro,
la soluzione di un confronto tra lei e sua madre, che lei prospetta, appare la strada migliore, sebbene al momento presente difficile da percorrere considerando la resistenza di sua madre a riconoscere il bisogno di una consulenza professionale. A mio avviso tuttavia è possibile che esistano dinamiche all'interno del vostro rapporto precedenti allo stato attuale e che possono averlo provocato; le suggerisco quindi di iniziare a rivolgersi individualmente ad un professionista della sua zona con cui iniziare ad esplorare ed elaborare gli aspetti emotivi da parte sua nei confronti di sua madre. Se lo desidera e può esserle utile, rimango a sua disposizione per una consultazione. Un cordiale saluto, dott.ssa Lucia Mantovani, Milano
8 GEN 2013
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Buongiorno Signor Alessandro,
le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo da solo e poi valutare se sia necessario poi alcune sedute congiunte o individuali anche per sua madre. Questo perché data l'età credo sia più breve un cambiamento ed una comprensione della dinamica sistemica familiare disfunzionale da parte sua che di sua mamma. Attraverso le sedute sarà possibile chiarire lasua real e domanda e quelo che realmente vorrebbe risolvere e superare. Spesso in tali situazioni vi é un problema di mancanza di assertività, ossia di comunicazione dei propri bisogni e dei propri spazi legittimi, e ci si sente i colpa per azioni non effettuate richieste da qualche familiare. La vulnerabilità di sua mamma é certamente importante e andrà mitigata con sensibilità e comprensione, ma ancora più importante anche per suo figlio sarà per lei imparare a porre dei limiti da non oltrepassare per la sua sfera privata, e a non farsi troppo condizionare dai "dettami familiari", questo salvo sempre l'esclusioni di importanti patologie fisiche o psichiche di essa stessa.
Per ulteriori informazioni o per una consulenza sono a sua disposizione.