Aiutare un malato di Alzheimer
Come si può aiutare un malato di Alzheimer a recuperare un po' il linguaggio?
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Gentile Mimma,
come forse già saprà, la malattia di Alzheimer è dovuta ad una degenerazione delle cellule nervose cerebrali in cui si accumulano sostanza amiloide ed ammassi neurofibrillari.
La sintomatologia comporta disorientamento, depressione, afasia, alterazione dell'umore e del comportamento ed amnesia soprattutto per eventi recenti.
Per questa malattia purtroppo non vi è ancora una cura risolutiva e i trattamenti terapeutici possono solo rallentarne il decorso.
La terapia, a parte l'uso di presidi farmacologici, si avvale di "training cognitivi" eseguiti sia a livello individuale anche presso il domicilio da caregivers opportunamente formati, sia in sessioni di gruppo.
In molte città esistono anche Centri Diurni ove i pazienti possono avere discreti benefici per la stimolazione cognitiva e sociale ed anche i caregivers possono ricevere un supporto sociale indiretto.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
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Buongiorno Mimma,
direi che la cosa migliore come consiglio è rivolgersi al neurologo/neuropsicologo che ha effettuato la valutazioen e successiva diagnosi, per chiedere un consulto. Bisogna capire che tipo di problema di linguaggio sia presente per consigliarla al meglio. Ovviamente tra le varie opzioni potrebbe esserci quella che non vi è nulla da fare.
Un caro saluto
dott.ssa Miolì Chiung
Studio di Psicologia Salem
Milano - Agrate - San Donato M.se
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Buongiorno Mimma,
la sua richiesta mi colpisce molto: il "come" all'inizio della frase suggerisce che lei è certa che un modo, un qualsiasi modo, per arginare il "furto" di competenze che l'Alzheimer perpetra ai danni delle sue vittime... Purtroppo raramente è così.
Se la la degenerazione cellulare ha colpito le aree cerebrali che si occupano del linguaggio, ad oggi, non vi è modo di invertire il processo. Esiste però un modo, anzi tanti modi, per continuare a comunicare con la Persona di cui lei ci parla.
Può cercare di comunicare attraverso le poche parole rimaste (dando loro valore in modo che si perdano il più lentamente possibile), attraverso esperienze condivise (il fare assieme è potente), attraverso il contatto visivo (che trasporta le nostre emozioni al di là delle parole) e quello fisico (che ci permette di sentirci amati),
Inoltre può facilitare la vita quotidiana della persona cui tiene attraverso tanti piccoli trucchi (un esempio può essere il contrassegnare con immagini i cassetti e le antine che contengono oggetti di cui la persona potrebbe avere bisogno).
Come le è già stato detto ormai pressoché ovunque esistono servizi (pubblici o promossi da associazioni di volontariato) che offrono supporto psicologico e informazioni pratiche ai care givers (coloro che si occupano del malato), nonché momenti di incontro dedicati sia ai familiari che agli ammalati stessi. Possono essere molto utili sia a "capire" che a elaborare ciò che vi sta succedendo!
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni la prego di non esitare a contattarmi. Un abbraccio.
Dott. Barbara Furlan
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Buongiorno,
La demenza di alzheimer è una malattia complessa, che si manifesta in modo differente in ogni soggetto. Faccio questa premessa per dire che non esiste una risposta "giusta" alla sua domanda, ma delle indicazioni di massima che potrebbero aiutarla.
Generalmente è utile stimolare la persona con le normali attività della vita quotidiana, ad esempio portarlo a fare una passeggiata, facendo una chiacchierata con lui sulle cose del passato o su argomenti leggeri che abbiano un significato per la sua storia di vita (lavoro o interessi particolari).
Sono da evitare il più possibile domande dirette che richiedano una risposta precisa perché se la persona si sente "interrogata" potrebbe vivere uno stato d'ansia che non favorisce la possibilità di rispondere.
Esistono di solito nel territorio servizi (come ad esempio il caffè alzheimer o i centri per i disturbi cognitivi e le demenze) che potrebbero aiutarla a capire più nello specifico come funziona questa malattia e che interventi poter mettere in atto.
Chieda al suo medico di base o all'assistente sociale del suo comune, loro sapranno certamente darle delle indicazioni sui servizi a cui rivolgersi.
Non esiti a contattarmi se avesse bisogno di altre informazioni!
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