Aborto al 5 mese di gravidanza
Salve, sono una donna di 33 anni. A maggio ho scoperto di essere incinta, è stata una gravidanza voluta da entrambi. Eravamo felicissimi! I problemi sono iniziati dalla 2 ecografia, nella traslucenza nucale risultava troppo liquido dietro la testa. La ginecologa del centro mi disse di abortire subito, lo disse in maniera secca senza girarci troppo intorno. Piansi, ero distrutta. Andai da un altro ginecologo che mi fece fare la villocentesi perché io volevo capire cosa non andasse. Le trisomie erano negative ed abbiamo saputo che era una femminuccia. Un sospiro di sollievo fino all ecografia successiva. Avevo poco liquido amniotico,la bambina non faceva pipi. Mi seguirono all ospedale e lì mi dissero che aveva una malattia rara, una policistosi renale, incompatibile con la vita. Abbiamo fatto il test del DNA ed è risultato negativo ma i suoi reni non funzionavano, pieni di cisti, un rene troppo grande e non funzionante e l altro piccolo che non funzionava bene. La bambina sarebbe morta nella mia pancia e se fosse sopravvissuta forse non ce l avrebbe fatta tra trapianti e dialisi. Il quadro era dei più tragici. Perciò i medici dissero che l unica cosa da fare era interrompere la gravidanza. Il mondo addosso. Siamo a 18 settimane, 5 mesi. È una piccola bambina...
Il dover fare la cosa giusta come mi è stato consigliato dai dottori non è facile, non volevo abortire ma ho dovuto farlo per non crearle altra sofferenza appena nata. Mi hanno indotto un parto vero e proprio. Cosa che non volevo... Sono stata 2 giorni da sola in quell ospedale, (causa covid) mi sono sentita abbandonata dai sanitari... Nessuno veniva mai a vedere come stavo. Piangevo e guardavo il soffitto tutto il giorno. La mattina dell 8 agosto hanno iniziato a darmi delle pasticche ogni 4 ore per farmi venire le contrazioni. Alle 21 ancora non avevo le contrazioni forti, mi danno per la 4 volta la pasticca e mandano via il mio compagno. Sono di nuovo da sola tra i dolori sempre più forti. Mi si rompono le acque verso le 23 e mentre salgo sulla barella chiedo all infermiera di avvertire il mio compagno in quanto voleva starmi vicino in sala parto visto che poteva assistermi. All inizio mi dice di no e poi mi da il consenso di chiamarlo mentre mi porta in sala parto.
Arrivata all entrata della sala... Mi rendo conto che è finita, sto perdendo la mia bambina, ci stiamo separando. Scoppio a piangere, volevo scappare. Partorisco e chiedo di poterla vedere. Me la mettono vicino, era così piccola. Non so se era viva... Ma mosse il suo braccino verso di me. Aveva un colore tra il rosso ed il nero, non so per quale motivo. Piansi di nuovo nel vederla e le ho accarezzato la gambina con un dito, avevo paura di farle male. Purtroppo il mio compagno nonostante abbia volato nel venire da me non ha potuto assistere. Mi portano in sala operatoria per il raschiamento e solo all uscita riesco a vederlo. Volevo vedere nostra figlia insieme,per l ultima volta, per salutarla e non ce l hanno concesso. Mi hanno riportato in camera e lui è riuscito a vederla... Sono felice di questo, anche se avrei voluto esserci anche io.
È passato quasi un mese da quel giorno ed io rivivo ogni giorno quei momenti, tra i mille giri che abbiamo fatto tra medici ed analisi, pianti e paure per cercare di salvarla.
Non esco più da sola di casa, ho paura... Non ho voglia di fare nulla,non ho voglia di riprendere la mia vita in mano e le persone non capiscono che abbiamo perso nostra figlia e ci ripetono di continuo: "eh vabbé ne farete altri di figli" questa frase mi fa rabbia perché non capiscono che era ed è mia figlia! Guardo il mio corpo e soffro nel vedere che la mia pancia è ancora tonda ma dentro non c è più.
Non sono mai andata da uno psicologo, ho sempre cercato di analizzarmi da sola... Non so neanche se in questo mio caso potete aiutarmi, perché so bene che ho fatto la scelta giusta ma non è la scelta giusta per il mio cuore e mai lo sarà.
Vorrei dire una cosa della mia esperienza: è stato un trauma che mi porterò dentro per tutta la vita come lo porterà il mio compagno... ma in una situazione del genere la sanità dovrebbe permettere ai compagni di stare vicino alla propria moglie. Questa è una cosa che mi fa rabbia, sono stata sola sempre! Non parlo solo per me ma anche per le altre donne nella mia condizione così delicata. Il nostro non è stato un aborto voluto.
Grazie