Buonasera, ho 32 anni e cercando in internet ho visto il vostro sito che spero dia consigli utili da parte di esperti. Sono stata lasciata dopo 1 anno e mezzo di storia d'amore intensa. Alti e bassi dovuti al suo carattere un pò rude e ai miei problemi di disturbi alimentari, ansia, uveiti etc. Purtroppo ora vivo malissimo questo abbandono con sfoghi soprattutto fisici (dolori, insonnia, nausee, ansie, coliti) che mi stanno distruggendo. Faccio joga, mi distraggo con il lavoro e i familiari, ma purtroppo avendo pochi amici/che single non esco molto. Con lui è finita, non mi vuole più ed io cerco di non chiamarlo ed evitarlo, ma come posso vincere questo dolore grande che si manifesta con infiammazioni oculari e intestinali? Come posso sfogare la rabbia interiore? Grazie dr.ssa A.
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9 OTT 2012
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Gentile Anna, credo che questo momento difficile della sua vita possa essere l'occasione per occuparsi di se stessa affrontando così i "problemi" a cui accenna e che probabilmente celano un disagio più profondo che merita di essere accolto e compreso. Rivolgendosi ad un professionista, potrà "vincere questo dolore grande" "sfogare la rabbia interiore" ma anche riscoprire le sue risorse e potenzialità. Un saluto. Dott.ssa Annalisa De Filippo - Psicologa
8 LUG 2013
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Per un problema di tipiche somatizzazioni, consiglio di affiancare il percorso psicoterapico a tecniche di gestione dello stress e dell'ansia, visualizzazioni psicocorporee, tecniche yoga in psicologia, ipnosi clinica e tecniche di auto ipnosi e di training autogeno. Naturalmente i benefici arrivano, ogni paziente ha comunque un percorso terapeutico a se', con modalità' e tempi diversi. Dr.ssa Federici
9 OTT 2012
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Gentili dottori, vi ringrazio per la cortese risposta. Lo yoga aiuta molto, ho già seguito due psicoterapeute per 5 anni spendendo soldi e la conclusione del percorso è stato : "devi farcela con le tue forze!! Se non ti aiuti tu non ti aiuta nessuno". Sinceramente come voi avete studiato sui libri per apprendere anche io credo che le letture e il confronto con altre persone con problemi simili siano una soluzione. Grazie del sostegno
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9 OTT 2012
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Salve Anna, il modo migliore per non somatizzare il proprio malessere, è affrontarlo e parlarne. Spesso noi riversiamo sul corpo tutta una serie di dolori che non riescono a emergere attraverso altri canali, cerchi uno psicoterapauta che abiti a lei vicino, potrebbe aiuarla a uscire da questo malessere in cui è orami bloccata da tempo. Cotesi daluti, D.ssa Paola Liscia
4 OTT 2012
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Gent.le Anna,
dalle sue parole " sfogare in altro modo" la sua sofferenza, mi sembra di capire che mette in relazione i suoi disturbi fisici (manifestazioni) con il dolore interiore che sta vivendo per la chiusura della relazione. mi sembra però anche che tali disagi fisici (ed emotivi) ci fossero anche prima o durante la relazione ("alti e bassi dovuti al suo carattere e ai miei problemi di disturbi alimentari...").
Allora , oltre a canalizzare questa sofferenza attraverso attività (yoga ecc, che va benissimo), direi che è il momento di prendersi cura anche della sua parte interiore in modo mirato, con un percorso di psicoterapia, che la aiuti a comprendere da dove arriva questo disagio, di cosa è fatta questa sofferenza, emotiva e fisica, per poterle conoscere, capire, rileggere e trovare altri modi, altre parti di sè da mettere in gioco e riprendere in mano con più serenità i suoi giorni e i rapporti con gli altri.
un grosso augurio
4 OTT 2012
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Buongiorno gentile Anna,
la sua rabbia ha già trovato il canale di sfogo attraverso la somatizzazione. Ma lei già è predisposta a questo come ci spiega poco sopra. Nel suo caso è necessario un percorso di psicoterapia de visu dove con calma e pazienza possa giungere a comprendere il suo focus relazionale e come questo infliusca nel rapporto con se stessa e verificare quanto possa essere più o meno disfunzionale anche al suo equilibrio psicofisico.
Ottimo lo joga ma probabilmente non risolutivo per lei in questo momento della sua vita.
Resto a disposizione per ulteriori delucidazioni, non esiti a contattarmi cliccando sul form di contatto che vede qui sotto.
Cordialmente
Dr.ssa Anna Mostacci Psicologa Psicoterapeuta
4 OTT 2012
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Cara Angela, l'abbandono è sempre molto doloroso, ed affrontare il dolore in maniera sana può essere occasione di crescita. Le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo che può accompagnarla in un percorso di elaborazione di ciò che sta vivendo. Sarà un momento per capire anche il collegamento che potrebbe esserci tra i suoi disturbi alimentari ed ansia ed il suo vissuto attuale.
Saluti,
D.ssa Angela Bianco da Bologna.
4 OTT 2012
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Gentile dottoressa Anna,
non si tratta di sfogare "diversamente" la sua rabbia interiore: si tratta invece di capirne le cause, le dinamiche interne, misurarla con opportuni test nella sua intensità, durata e frequenza, infine ridurla nei limiti della cosidetta normalità. Comunque è da valutare (prima di intervenire in modalità mirata e risolutiva) come mai dopo essere stata lasciata esita una serie di sintomi spiacevoli che la fanno stare male. Lo psicoterapeuta cui accederà dovrà occuparsi pure di capire le sue caratteristiche personologiche che l'anno fatta reagire in tale modo e probabilmente per situazioni simili reagirà ancora in futuro cosi maladattivamente. Quindi modificare quanto di maladattivo è stato individuato
dr Paolo Zucconi, psicoterapeuta e sessuologo comportamentale a Udine
4 OTT 2012
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Gentile Anna,
il suo dolore è tanto forte da coinvolgere, oltre la sfera affettiva ed emotiva, anche il corpo, con sintomi fisici che la disturbano in diversi momenti della giornata; da quanto scrive ci sono però problematiche di sofferenza psicologica precedenti, che sicuramente vengono peggiorati dalla situazione difficile attuale dopo questo abbandono. Potrebbe essere proprio questa l'occasione per affrontare queste difficoltà e questi motivi di disagio per trovare un nuovo e più funzionale equilibrio personale. Le suggerisco quindi di rivolgersi ad un professionista della sua zona per iniziare un percorso di conoscenza di sé in un ambiente capace di sostenerla e supportarla. Un cordiale saluto, dott.ssa Lucia Mantovani, Milano
3 OTT 2012
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Salve Anna, quando finisce una storia in cui si è creduto e investito è difficile affrontare il dolore, ma possibile. La sua rabbia forse non parla solo di questa separazione. Tutti possiamo aver bisogno, in momenti particolarmente faticosi, di prenderci cura di noi, della nostra sofferenza, con l'aiuto di uno specialista.
In bocca al lupo.
Marianna Bonanni
3 OTT 2012
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Gentile Anna,
un percorso di consapevolezza e metabolizzazione del dolore le sarebbe certamente utile. Il dolore merita il suo tempo. Il corpo e la mente sono legati e spesso i disagi di natura psicologica vengono sfogati attraverso i sintomi fisici. In clinica questo processo viene chiamato "somatizzazione". Fa bene a praticare discipline come lo yoga che facilitano il rilassamento (anche il training autogeno è una pratica molto utile per i disagi legati all'ansia). se ha la possibilità si faccia sostenere anche in un percorso come quello citato che le dia anche del supporto per superare al meglio il momento che sta vivendo.
Cordiali saluti