A 36 anni come riprendere in mano la propria carriera?
Buongiorno,
sono una donna di 36 anni, colta, sensibile, e misantropa. nata con numerosi talenti, ma non in grado di perseguire nessuna strada con determinazione, manchevole come sono di ambizione vera, insofferente all'autorità e appunto, alle persone, schiva dei palcoscenici e, fondamentalmente, con un'etica e una morale d'altri tempi.
alle spalle ho un rapporto familiare disfunzionale, un'adozione, la mia, andata molto male, e della quale non posso più parlare con i miei genitori, morti entrambi.
ma per la quale ho abusato di droghe da adolescente, cercando in quelle non la compagnia, ma il divertimento con me stessa, l'alleviare il dolore, e infine la mia stessa morte. nel periodo più prolifico della vita di una persona per la strutturazione di una carriera, ho sviluppato un attaccamento insano verso il mio compagno di allora. persa la mia famiglia, preferii non seguire la mia realizzazione personale, ma cercai di mantenere viva la mia relazione. non volevo essere sola al mondo e l'affermazione sociale, lavorativa, non era per me prioritaria. ma non era quella la scelta che avrei dovuto fare, se sono qui ora, probabilmente. perché adesso, un nuovo compagno che amo moltissimo e a cui non rinuncerei comunque mai, senza lavoro ma con una piccolissima rendita personale e qualche risparmio, la mia vita mi sembra inutile. mi sento una fallita. circondata da intellettuali che nulla avevano più di me quando siamo per così dire "partiti" verso questo percorso di sviluppo umano, e che adesso sono "arrivati", o raggiungono, belle soddisfazioni lavorative, mi sento una m***a, una persona con cui non v'è motivo di (con)vivere. non io mi sto realizzando professionalmente. ed io spiccavo molto più degli altri. ho ritenuto, ad un certo punto, importante per me risolvere i miei problemi, una lunga depressione per la quale cominciai il percorso di assistenza psicologica, incontri che che durano tutt'ora, e lentamente piano piano di nuovo il respiro. nel frattempo però gli anni sono passati, non ho lavorato se non a progetti artistici, e non so più come fare a dare fiducia a me stessa, a disincagliarmi da questa pigrizia, da questa vecchiaia. non voglio la luna, vorrei tornare ad essere produttiva (un lavoro qualunque, d'altronde volevo essere "normale" più d'ogni altra cosa) e creativa (intellettualmente, tornare a scrivere a dipingere e fotografare, magari pubblicare). ma non so più farlo. non so concedermelo. è come se mi fossi punita, ed insieme avessi punito tutta la vanità di questo mondo di personalità egotiche, che hanno sempre bisogno di esprimersi, qualunque cosa sia. cosi, io, ho smesso di farlo. convinta che nessuno, né tantomeno la sottoscritta, abbia da dire cose davvero interessanti o sia un genio di cui vale la pena leggere.