30 anni e ancora troppo condizionata dai miei genitori

Inviata da virginia · 7 ott 2020

Buongiorno. Come da titolo ho 30 anni e vivo ancora con la paura di deludere i miei genitori. Sono figlia unica, i miei genitori sono stati dei bravi genitori per carità, non mi hanno mai fatto mancare nulla, ma mi rendo conto che la mia vita nel bene o nel male è sempre stata in parte condizionata da loro, sopratutto per quanto riguarda la scelta degli studi e poi se lavoro. Ho fatto il liceo classico perché era scontato che facessi quello, cioè non mi sono mai realmente chiesta cosa volessi fare perché era scontato che dopo le medie avrei fatto quello. Uscita dalle superiori anche la scelta dell’università è stata in qualche modo condizionata da loro. Io volevo fare la maestra, amo i bambini, amo stare in mezzo alle persone, ma loro hanno cominciato a dirmi che non avrei mai trovato lavoro, che avrei fatto la precaria a vita e alla fine mi sono buttata su giurisprudenza, l’unica facoltà che mi ritenevo in grado di fare perché molto teorica, poca matematica (che odio). Da lì il mio percorso è proseguito da se.. mi sono ritrovata a quasi 30 anni a lavorare in uno studio legale che odiavo, con un lavoro che odiavo, sottopagata e a settembre di quest’anno ho preso l’unica decisione della mia vita da sola, cioè mollare quello studio. Fiduciosa che avrei trovato un altro impiego, nel frattempo ho cominciato a studiare per vari concorsi pubblici e contemporanea a mandare curriculum in aziende e in altri studi legali perché quello che so è che io non voglio fare l’avvocato, ma nel frattempo devo pur lavorare da qualche parte. Mio padre ancora una volta si mette in mezzo, riesce a farmi avere un colloquio presso uno studio importante, uno di quei posti che detesto, che tra l’altro tratta una branca del diritto che io non conosco, provo a dirgli che non fa per me, che mi ritroverei nella stessa situazione di prima (cioè lavorare 10 ore al giorno praticamente gratis) ma niente. Devo fare il colloquio. Ho fatto ieri questo benedetto colloquio, è andato bene, il titolare mi ha lasciato libera scelta dicendomi che se decido di lavorare per lui potrei cominciare anche la prossima settimana, ma io non voglio lavorare lì, so che di questi tempi non posso permettermi di rifiutare un lavoro ma la mia situazione lavorativa sarebbe identica a quella precedente, cioè gavetta gavetta gavetta, sbattimento, responsabilità, per nulla. Se non accetto il lavoro mio padre non oso immaginare come reagirebbe ma io so solo che è da stanotte che ci penso e l’idea di andare lì mi fa venire la nausea. Vorrei solo sentirmi libera di dire “no grazie” ma ancora una volta ho questo spettro dei miei che mi blocca. Scusate se mi sono dilungata

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Miglior risposta 8 OTT 2020

Cara Virginia, Lei si trova in un momento esistenziale in cui si accorge, dopo tempo, che la progettualità che ha seguito e su cui si è mantenuta non è identitaria e autentica. E' normale e comprensibile che si senta in scacco. Sta cogliendo una serie di segnali esperienziali che La stanno riposizionando rispetto alle scelte per la Sua vita. Assertività e responsabilità sono capacità che possono essere sviluppate e allenate, e sarebbero obiettivi di un percorso terapeutico. Ad oggi sembrerebbe che la Sua unica o primaria fonte di mantenimento del senso di sè sia legata alla volontà dei genitori; sviluppare nuove modalità di co-percezione, ricreando un mondo di possibilità d'azione identitarie, sarà il modo con cui Lei riuscirà a sganciarsi dallo spiacevole stallo - ora e in futuro. Valuti la possibilità di iniziare una psicoterapia. Cordialità, DP

Dott. Daniel Michael Portolani Psicologo a Brescia

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9 OTT 2020

Cara Virginia,
avere 30 anni non rispecchia un momento di piena età adulta sai, almeno il più delle volte. E' un età di "giro di boa" chiamiamola così, dove si guarda indietro a ciò che si è costruito fino a quel momento e si fanno i conti con ciò che si è imparato a conoscere di sé, si sceglie la strada da proseguire, o da cambiare come nel tuo caso ed è possibile a volte anche che vengano ridefiniti i rapporti non solo con i familiari, ma anche con gli amici (i cosiddetti rami secchi).
Perciò credo che tu rappresenti a pieno questa età così importante e per nulla semplice.
Ci vuole un grande coraggio a proporre dei cambiamenti nella propria famiglia, soprattutto perché i genitori fanno fatica ad accettare che le cose non siano più come prima, ma tu ce lo hai avuto. Io darei ai tuoi genitori una possibilità: dici che non osi immaginare tuo padre come reagirebbe, scoprilo, prova a parlargli, esprimiti come ti sei espressa qui. Forse non se lo aspetteranno, forse si, ma ciò che più conta è che parlandogli avrai integrato la parte che senti in armonia con te stessa con l'affetto che provi per loro. Sottolinea questa cosa se necessario: cambiare rotta della tua vita non cambierà il tuo affetto per loro anzi, probabilmente ne avrai ancora più bisogno.
Non aver paura di chiedere il loro aiuto, proponi dei compromessi se necessario dopodiché SPIEGA LE TUE VELE.
Ti auguro uno splendido viaggio,


Dr.ssa
Michaela Mortera

Dr.ssa Michaela Mortera Psicologo a Civitanova Marche

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9 OTT 2020

Cara Virginia ,
nella sua lettera lei racconta di aver vissuto sin dall'adolescenza, e forse anche dapprima, con dei genitori molto controllanti. Lei afferma che le hanno quasi imposto un percorso di studi dalla scuola all'università . Ora, questo accade anche nella scelta del lavoro. Da ciò deduco che lei non si è mai sentita libera di scegliere in base a ciò che desiderava. Quindi non è riuscita ad esprimere i suoi talenti , le sue capacità e potenzialità . Adesso, al'età di 30 anni , sembra che lei voglia prendersi la libertà di dire :" No grazie!". Questo è già un buon inizio , è diventata consapevole ed ha fatto una richiesta di cambiamento : imparare a dire di no ai suoi genitori . Tuttavia c'è un blocco che le impedisce di essere libera nelle sue scelte . Per questo motivo la invito a sottoporsi ad una psicoterapia affinchè con uno psicoterapeuta venga individuato ed eliminato il suo blocco . In tal modo lei potrà raggiiungere i suoi obiettivi di vita attraverso una " ridecisione" che le permetterà di cambiare il copione di vita che ha adottato sin da bambina adattandosi passivamente alle richieste dei suoi genitori.

Dott.ssa Anna Capriati Psicologo a Trieste

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9 OTT 2020

Buongiorno signora Virginia,
i genitori sono per ogni figlio delle figure importanti, a volte imponenti. Da figli, ci si sente sempre piccoli e si tende a considerare i genitori come dei giganti. Va da sé che lottare coi giganti....
Lei sta desiderando che il gigante diventi buono e che le consenta di fare quello che vuole all'ombra della della sua benedizione.
Fin qui ho parlato della dimensione psichica per la quale, se la fa soffrire, occorre una psicoterapia che la emanciperebbe dal punto di vista psichico e la porterebbe ad affrontare meglio il mondo reale.
Se lei fosse ora alla fine di una terapia, avendo chiaro quello che vuole fare del suo titolo di studio e sentendosi in grado di affrontare il mondo conte sue gambe, andrebbe dalla persona che le ha offerto il lavoro e contratterebbe le condizioni a suo favore. Per esempio di avere il tempo di studiare, oppure che il compenso sia congruo.
Con l'indipendenza psicologica, avrebbe l'indipendenza economica che le serve per raggiungere i suoi obiettivi professionali.
dott.ssa Giuliana Gibellini

Dott.ssa Giuliana Gibellini Psicologo a Carpi

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9 OTT 2020

Virginia, il coraggio che cerchi è proprio lì, a portata di mano. dici "vorrei solo sentirmi libera di...." EBBENE SI, SENTITI LIBERA. Chiudi gli occhi inspira profondamente, e pensa alla sensazione di leggerezza che proveresti nel dire NO. GRAZIE. NO GRAZIE. Dillo davanti allo specchio, No grazie.

Sei solo tu, individuo unico, nessuno può decidere per te. Hai già tutte le risorse che ti servono per fare questo passo, non ti resta che decidere di iniziare a vivere come Virginia, quella vera.

Se hai bisogno di una consulenza , puoi cercarmi tramite questo sito e troverai i contatti che ti servono. https://psicologo.reggioemilia.it

Nel frattempo, CORAGGIO.
Dtt.ssa Boccafogli Eleonora

Dott.ssa Eleonora Boccafogli Psicologo a Reggio Emilia

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9 OTT 2020

Cara Virginia,
dal suo racconto deduco che i suoi genitori sono stati molto controllanti impedendole di fare le sue libere scelte durante gli studi e poi persino in ambito lavorativo. In questo modo lei non ha avuto modo di esprimersi e si è adattata alle richieste genitoriali. Oggi vuole cambiare dicendo di no a queste richieste . Ciò dimostra che ha raggiunto già un primo passo verso la consapevolezza dei suoi problemi. Tuttavia non sa come fare . Le suggerisco di intraprendere un percorso di psicoterapia attraverso l'Analisi Transazionale per decontaminare il suo Stato dell'Io Adulto dal Genitore Normativo e dal Bambino Adattato. Ciò avviene attraverso un processo " Ridecisionale " che vada a rivedere la decisione che lei ha preso durante l'infanzia e che fa parte del suo " Dono d'amore " verso il genitore. .
Le faccio i miei migliori auguri
Cordialmente
Dr.ssa Anna Capriati

Dott.ssa Anna Capriati Psicologo a Trieste

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8 OTT 2020

C'è una bellissima frase che dice " Il successo è passare da un fallimento all'altro senza perdere l'entusiasmo".
La vita è un continuo cambiamento, il cambiamento porta a fare fallire certe cose per iniziarne altre. Soprattutto a trent'anni, dove si inizia a capire chi si è.

La nostra società tra l'altro non ci aiuta a diventare padroni della nostra vita.

I valori standard di riuscita e successo impregnano la maggior parte delle famiglie purtroppo.

Però questa crisi sono sicura che le farà fare un passo avanti nella sua autodeterminazione. Ne approfitti, parlare con un professionista credo sarebbe una scelta saggia.
Cordialmente

Dott.ssa Luciana Maníaci Bocchiardo

Dott.ssa Luciana Maniaci Bocchiardo Psicologo a Milano

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8 OTT 2020

Gentilissima,
sicuramente un supporto psicologico breve la aiuterà a comunicare i suoi veri bisogni e desideri ai genitori senza ferirli. Quello che le posso dire ora è che più si allontanerà dai suoi valori e desideri personali più farà del male ai suoi genitori perché la frustazione personale la condurrà ad odiarli e questo sarà peggiore dell' imporsi con fermezza. Sono sicura che dopo un primo impatto negativo suo padre accetterà la sua decisione, ma occorre molta pazienza.
Resto a disposizione.
Cordiali saluti
Dott.ssa A. Monticone

Monticone Alessandra Psicologo a Asti

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8 OTT 2020

Cara Virginia, è molto importante realizzarsi in ciò che si vuole nella propria vita. Ci si può sentire, altrimenti, addosso fallimento e insoddisfazione. C'è da dire che pare, nonostante la fatica, sia una persona in gamba che riesce comunque a trovare nuove strategie per "battersi" in maniera efficace (e questa non è cosa da poco). Credo sia utile, anche se difficile, parlare apertamente ai Suoi genitori del Suo malessere, legato, mi sembra di capire, alla dinamica relazionale che caratterizza la Vostra famiglia, che si ripercuote, a sua volta, sulle Sue scelte. Può esserLe utile e d'aiuto, la richiesta di un supporto psicologico che possa aiutarLa a raggiungere l'autonomia e l'indipendenza che cerca, svincolandosi dai Suoi genitori. Questo per essere in grado sì, di rispettare il loro pensiero, ma anche di riuscire a scegliere, nonostante l'opposizione che può riscontrare all'esterno, per Lei la strada che ha scelto, senza sensi di colpa o rabbia. E' anche molto importante che i Suoi genitori, verso cui sarà sempre riconoscente per il supporto e l'accudimento dimostrato, capiscano che è Lei la padrona della Sua vita. Ad un certo punto, i figli lasciano il nido di casa per realizzarsi come meglio credono- per alcuni, è difficile questo passaggio da accettare, ma bisogna attuarlo, per il benessere della famiglia stessa.-
Buona fortuna.
Dr.ssa Amanda D'Ambra.

Dr.ssa Amanda D'Ambra Psicologo a Torino

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