Inviata da Maria Milano Alexandru · 25 mar 2017Fobie
Salve, come scritto nel titolo, ho 25 anni ma dormo ancora con la "lucetta" accesa ed evito di restare al buio in tutte le sue forme.
E' una paura che, a quanto ne so, ho almeno fin dai 4 anni appena compiuti, età in cui sono stata adottata - della prima notte, i miei genitori mi hanno raccontato che, subito dopo avermi messa a letto, ho cominciato ad urlare "luce" in rumeno e da allora ho cominciato a dormire con la luce accesa. L'ho sempre fatto ovunque, in qualsiasi casa, in albergo, sia che fossi da sola, sia che dormissi con qualcuno. Gli unici momenti in cui riuscivo, era da piccola quando dormivo nel lettone con mia madre (mio padre andava a dormire nel mio letto), ma anche allora continuavo a fissare una piccola fascia di luce che veniva dal corridoio e, addirittura, ad un certo punto ho cominciato a fantasticare sul fatto che mia madre potesse essere essa stessa uno spettro o simili e non mi sono più fidata.
Quel che so, è che ho una forte immaginazione (difatti ho deciso di diventare illustratrice) e che potrei usare questa "dote" a mio vantaggio, anzichè il contrario, ma proprio non riesco...
Il mio attuale ragazzo, per dormire ha bisogno di stare al buio e non vuole venirmi incontro, nè parlarne, ed io ho cominciato ad odiarlo per questo.
Avete consigli?
Ps. ho già uno psicoterapeuta (per problemi di ansia a dipendenza) e ne abbiamo parlato ma, a differenza di altre questioni, su questo non sono riuscita a convincermi delle sue risposte; a dirla tutta le ho ignorate e non saprei ricordare cosa mi abbia detto di preciso...
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27 MAR 2017
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Cara Maria,
mi ha davvero incuriosito quello che ha scritto. Le prime cose che mi sono venute in mente sono l’immagine di un piccolo faro nel cuore della notte, che garantisce protezione in una stanza buia, e una strofa di una canzone di Bruce Springsteen, “my father’s house”: un bambino impaurito corre a perdifiato nel cuore della notte, e la casa di suo padre si staglia nell’oscurità, brillante e luminosa, come un porto sicuro a cui attraccare, nonostante le incomprensioni.
Penso anche io, come la collega, che questa luce le sia servita, quando era più piccola, per avere un punto di riferimento su cui poter contare in un momento di profondo cambiamento...ci ha parlato di un’adozione avvenuta quando lei aveva 4 anni, evidentemente, come ogni bambino, ha cercato un appiglio a cui aggrapparsi. A tal proposito mi ha colpito il dettaglio che ci ha fornito sulla mamma (“ho cominciato a fantasticare sul fatto che mia madre potesse essere essa stessa uno spettro o simili e non mi sono più fidata.”). E’ un pò come se la luce svolgesse una funzione genitoriale protettiva, su cui, ovviamente, la invito a riflettere insieme al suo psicoterapeuta.
Visto che fa l’illustratrice provi a “giocare” con questa luce, la metta su carta, la disegni, provi a colorarla e ha trovare i suoi significati insieme alla persona che la sta seguendo, sfrutti la sua immaginazione e si conceda tempo, vedrà che a tempo debito troverà le sue risposte!
27 MAR 2017
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Questa é una paura infantile (ce l'hanno più o meno tutti I bambini) che normalmente viene superata nel tempo. Nel suo caso invece é persistita fino ad I suoi 25 anni. Ne parli al.suo terapeuta chiedendo di prestare a questo aspetto più attenzione. In caso non troviate soluzioni, si rivolga ad uno psicoterapeuta cognitivo comportamentale, che ha delle.conpetenze specifiche nel trattamento delle.fobie.Le proporrà sicuramente un training di desensibilizzazione.
27 MAR 2017
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno Maria,
non è la sola adulta ad avere paura del buio. Però nel suo caso, da ciò che scrive, la paura sembra legata all'esperienza di separazione e adozione, come se la lucina le desse la sensazione (anche ora) di avere un controllo sulle sue emozioni. Benché lei senta che questo controllo sia inefficace, mi pare che però abbia la sensazione che senza lucina funzionerebbe ancora meno.
Credo che per risolverla lei debba fare tutto il lavoro terapeutico di elaborazione delle emozioni legate a questa esperienza della sua vita.
Ne parli col terapeuta.
Dr.ssa Pugno
26 MAR 2017
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Salve Maria
se è già seguita da un terapeuta la cosa migliore sarebbe parlarne con lui e affrontare insieme i suoi dubbi.
La reazione che descrive da piccola, può essere legata ad esperienze di paura o di pericolo che ha vissuto prima dell'adozione e che hanno innescato questo bisogno di avere la luce accesa; di solito si tratta di normali comportamenti protettivi che la mente mette in campo per avere più controllo sull'ambiente circostante e sono molto frequenti in bambini adottati.
Sicuramente questo comportamento le è stato utile in passato per sentirsi al sicuro ed è normale che ora la sua mente fatichi ad abbandonare questa protezione.
Provi a darsi tempo nel lavoro terapeutico, quando si sentirà più al sicuro questa abitudine tenderà a ridursi e non ne avrà più bisogno.
Spero di averle almeno in parte risposto,
Buona giornata.