21 anni nel mezzo della confusione.
Buongiorno, sono un ragazzo di 21 anni al terzo anno di Ingegneria. Il mio problema riguarda l'università, gli studi e la vita universitaria.
Tutto è partito proprio durante il primo anno, ma prima due parole su di me.
A me studiare (anche molto) è sempre piaciuto, ho frequentato un liceo scientifico che iniziai molto male (tanti debiti e rischio bocciatura), ma che ho terminato dopo molta fatica (piacevole) con 82/100 e tanta soddisfazione personale. Avevo sempre visto lo studio come qualcosa di appunto piacevole da fare e da organizzare, e, vista anche la mia esperienza al liceo quasi al limite ho sempre pensato che nella vita fossi pronto al rischio o comunque all'affrontare realtà che alla prima vista potevano sembrare poco stimolanti (come appunto i primi anni del liceo che non mollai). Dunque vista la mia preparazione all'ultimo anno di scuola feci il test di ammissione al Politecnico di Milano e lo passai, decisi di iscrivermi a Ingegneria Chimica nonostante non avessimo fatto chimica così bene al liceo, il corso di studi e gli sbocchi lavorativi mi interessavano davvero tanto ed ero fiducioso, ammetto che ero anche stimolato dal fatto che la fatica iniziale di Ingegneria sarebbe stata poi ripagata nel mondo del lavoro.
Tuttavia, le materie che amavo al liceo erano praticamente tutte, sia quelle umanistiche (dove avevo voti più alti) sia ovviamente quelle scientifiche che mi interessavano nonostante avessi medie più basse.
Dal primo anno in università sono iniziati i problemi, pensavo di essermi costruito un buon bagaglio culturale a scuola, ma mi accorsi che non era così, che il metodo di studio non era più valido e che dovevo impegnarmi molto di più.
Passarono molti mesi in cui alcuni esami li passavo (con voti non soddisfacenti che dovevo accettare) e altri che ripetevo all'infinito. In tutto questo la mia voglia di studiare diminuiva seppur a un ritmo lento, complice anche il fatto di vedere che molti miei amici e colleghi conosciuti in uni procedevano regolari nella loro strada.
La fase di studio e di frequenza durante il periodo lezioni mi intrigava, ma poi durante la sessione e gli esami non riuscivo a rendere, ci ho riflettuto e, anche grazie agli esami che arrivarono nei successivi anni (sempre più specifici), ho capito che non era un solo un problema di metodo di studio. Ho paura ad ammettere che forse nemmeno i contenuti mi interessano così tanto. Non voglio trovarmi in una situazione che non mi appartiene.
Penso sia arrivato il momento di ristabilire un po’ di ordine e di riflettere, mi verrebbe voglia di seguire l’istinto e iscrivermi a Storia, materia che amavo a scuola e che trovo interessante tuttora. Certo dovrei rinunciare a un futuro lavorativo più stabile, ma almeno starei studiando cose che effettivamente mi interessano.
A tutto questo si aggiungono i miei genitori, che sono bravi genitori, ma molto duri e talvolta poco comprensivi, so che non posso continuare a studiare cose che non voglio, ma dall’altra parte (in modo immaturo) sono spaventato dal sorprenderli con questo mio problema, che conoscendoli so che li farà arrabbiare. Mi sembra di essere un peso durante questi ultimi anni, ho già 21 anni e mi sento come se fossi in ritardo ormai per tutto.