Mancanza di stimoli per errato percorso di studi o crisi?

Buongiorno gentile comunità di psicologi.
Sono Antonio, uno studente di quasi 22, frequento la facoltà di lingue e a breve inizierò il terzo anno. Sono arrivato quasi all'ultimo anno di triennale avendo sostenuto solo 6 esami, sicuramente con voti alti ma soltanto perchè erano le materie di mio interesse, ecco. Ho avuto diverse crisi di percorso in passato, ne ho parlato coi miei e loro l'han sempre presa a male, forse giusto, forse sbagliato, non lo so. Volevo cambiare facoltà già un anno fa ma poi con l'aiuto di una ragazza con cui ho avuto una situazione difficile in ambito amoroso che persiste ancora oggi, con la spinta dei miei, ho deciso comunque di continuare. Con quella spinta, con quello stimolo mi è sembrato veramente di voler continuare però non mi sembra normale che io abbia queste crisi di percorso in maniera non proprio sporadica. Mi annoia ciò che studio, pur avendo frequentato il linguistico, non mi piace ciò che si studia e come se non bastasse mi aspettavo questo CDL molto diverso. Forse mi son creato troppe aspettative a riguardo? Non lo so. Credo anche che ci siano delle situazioni esterne all'università che non mi facciano star tranquillo, non nemmeno la forza di studiare. Mi blocca la situazione che ho con questa ragazza che non riesco ad "accantonare", mi bloccano le situazioni che si vivono nel nostro condominio, ci sono sempre litigi e cose del genere e tutto si riversa sul mio percorso che florido non è, e ripeto, mi annoia continuare, non mi interessa. Ho paura di un'altra reazione dei miei, anche. Ho paura possano reagire ancor peggio rispetto alla scorsa volta e che non capiscano le mie sofferenze. Grazie a chi magari mi risponderà qui sotto
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Commenti
Benvenuto e grazie della sua condivisione.
Il periodo di passaggio dalle scuole superiori a quello universitario è spesso caratterizzato dai primi sostanziali cambiamenti nelle nostre vite: ci troviamo a faccia a faccia con le nostre prime scelte personali e di conseguenza con tutte le incertezze che ne seguono: avrò fatto la scelta giusta? E se mi sbaglio? E se perdo il mio tempo?
Non c’è nulla di preoccupante nel fatto di dubitare, purché da quel dubbio evitiamo di identificarci. Lei è prima di tutto un essere umano che sta facendo del suo meglio. Ha diritto alla sua sofferenza così come a liberarsene: si può, rimboccandosi le maniche e lavorando su se stessi e cercando aiuto se da soli non si riesce.
Ha provato a contattare uno psicologo, o dei gruppi di ascolto, ha provato con la meditazione, al fine di calarsi nel profondo delle sue incertezze, riconoscerle, accettarle e gestirle con un atteggiamento di benevola accoglienza ed amorevolezza verso se stesso?
La crisi non è un momento di perdizione, ma di cambiamento di se stessi. E come vede di strade ce ne sono. Bisogna scegliere di iniziare e proseguire con pazienza e determinazione: da quella crisi, col tempo, ne usciremo nuovi.
Le auguro di liberarsi della sua afflizione ed essere piano di quella serenità per riprendersi in mano il suo presente e i suoi progetti.