Abbandonare gli studi: incertezze e come dirlo ai genitori?

Buonasera, scrivo in questo spazio perché ho veramente bisogno di consigli utili.
Sono una studentessa universitaria di 22 anni al secondo anno (ormai terzo) a cui cui mancano ancora 18 esami per la laurea. Il problema è che vorrei ritirarmi. Ho perso la motivazione, o forse non l'ho mai avuta perché non ho mai realmente voluto iscrivermi all'università, l'ho fatto solo per accontentare mia mamma e per mancanza di lavoro. Ma ora sono schiacciata da questo macigno chiamato università, che non mi fa respirare a pieni polmoni. Non mi riconosco più. Non sono felice, non mi godo più la vita e la compagnia del mio ragazzo e amici, non sono serena e spensierata. Mi manca la voglia di sorridere e divertirmi, inoltre spesso penso a gesti veramente brutti e codardi ma che potrebbero alleviare questa sofferenza. A volte ho anche degli attacchi di panico, mi viene spesso da piangere e sono apatica. L'università mi sta distruggendo mentalmente, non riesco più a reggere. Nel corso dei due anni ho provato più volte a dirlo a mia mamma che l'università non fa per me, ma lei non ne vuole sapere di farmi mollare. Non capisce che l'unica cosa che sento dentro, che voglio a tutti i costi raggiungere, è l'indipendenza. Voglio vivere come si deve. Avere delle entrate, guadagnarmi le cose attraverso la mia "fatica". Il solo pensiero mi fa sentire libera e immaginare di respirare. Godermi appieno il tempo libero. Voglio che il mio futuro sia incerto ma limpido, non un enorme macchia nera tenebrosa. Però i problemi fondamentali sono due: come dirlo ai miei genitori in modo che comprendano? Come risolvere l'incertezza del lavoro?
Sono fortunata ad avere il mio ragazzo e le mie amiche a supportarmi, ma non basta per me. Voglio troppo bene ai miei genitori, e sapere che la loro unica figlia li ha delusi mi ammazzerebbe dentro e mi sentirei in colpa tutta la vita. Continuare a studiare mi rende infelice, non riesco più a vivere ma sopravvivere. Sono veramente confusa e triste. Non voglio che i miei genitori spendano ulteriori soldi per una cosa che non mi appassiona e rende felice. Ovviamente se e quando inizierò a lavorare, restituirò tutto, fino l'ultimo centesimo! E cercherò di renderli orgogliosi e felici in altri modi. Ho veramente voglia di indipendenza, voglio costruire cose concrete! Come ad esempio prendermi una macchina, andare a convivere, crearmi una famiglia... Mi sento bloccata. Ho veramente tanto bisogno di aiuto e consigli.
Grazie.
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Commenti
Buongiorno Gaia,
benvenuta e grazie per la sua condivisione.
Quella che lei vuole prendere è forse la decisione che più di tutte condizionerà la sua vita. Di conseguenza richiede di essere presa lucidamente. Quindi bisogna essere sinceri con se stessi e maturare le proprie scelte. Le consiglio caldamente quindi di spostare l'attenzione sul suo rapporto con l'esperienza universitaria, piuttosto che sui suoi obiettivi futuri. Difatti le sue parole spesso non sono coerenti con la sua intenzione. Prendiamo ad esempio alcune frasi come: "Voglio vivere come si deve. Avere delle entrate, guadagnarmi le cose attraverso la mia fatica. Il solo pensiero mi fa sentire libera e immaginare di respirare. Godermi appieno il tempo libero. Voglio che il mio futuro sia incerto ma limpido, non un enorme macchia nera tenebrosa.... Come risolvere l'incertezza del lavoro?...Ho veramente voglia di indipendenza, voglio costruire cose concrete! Come ad esempio prendermi una macchina, andare a convivere, crearmi una famiglia". Bene, tutti questi desideri e asserzioni, non sono affatto in contrasto con l'esperienza universitaria: la prosecuzione degli studi non potrà che agevolarla in quello che lei cerca e, al contrario, l'interruzione dell'università, quasi certamente ne ostacoleranno la realizzazione. Quindi io le suggerirei di tenere da parte la paura di deludere gli altri e pensare prima di tutto a non deludere se stessi. La questione da porsi davvero è: "qual è il mio rapporto con lo studio e perché voglio smettere di studiare". E quindi: "perché vivo gli studi in modo così negativo e improduttivo?" Se non si va a fondo in questi termini, si rischia di girare intorno alla questione, prendere decisioni affrettate e incoerenti e di ritrovarsi in futuro con le stesse ansie, timori, paure irrisolte. E' lì che deve scavare, nel profondo del suo giovane malessere: capirne le origini e le modalità e soprattutto provare ad intraprendere un cambiamento del suo io. Si dia un tempo, ad esempio, un altro anno, in cui mettere in pratica questo percorso, con determinazione e fiducia, ad esempio con l'aiuto della meditazione costante e quotidiana, anche accostandosi a dei gruppi. Potrebbe scoprire che appunto il problema - come sono quasi sicuro che sia - non è l'università, ma dentro di sé, nel suo modo di rapportarsi all'università, agli esami, agli studi, agli impegni, alle scadenze, etc... di questi ostacoli la vita è piena. Se non riesce ad affrontarli adesso da giovane in pochi anni di università, come pensa di riuscire nella vita che lei si augura? Se davvero vuole interrompere gli studi, ci deve essere un motivo valido, evidente, incontrovertibile, che sinceramente non leggo nelle sue parole. Io vedo solo una crisi che chiede di essere affrontata da subito, con determinazione, fiducia e soprattutto con l'intenzione di un cambiamento sostanziale di sé. Auguri.
Grazie per la risposta. Ma è da gennaio che ci rifletto e mi sono resa conto che la motivazione e passione per questo corso non l'ho mai avuta. Ho scelto di intraprendere questo percorso solo per accontentare mia mamma, per renderla felice. Ma ora sono arrivata al limite. Sono veramente infelice, più di quanto si possa immaginare. Non riesco più a portare questo peso sulle spalle. Voglio iniziare a vivere, godermi spensierata i momenti di relax. Non voglio più sentirmi così, non mi riconosco più, non sono più io.
Bene. Allora molli tutto. Ma si prepari ad essere incredibilmente forte. Difatti molto probabilmente, dopo un periodo di apparente pausa o relax, in lei riemergeranno le ansie, le infelicità, le insoddisfazioni, le recriminazioni, uniti all'angoscia di aver fatto l'ennesima scelta sbagliata. Semplicemente perché non ha mai avuto la forza di fare la scelta più importante, lavorare su di sé. Solo da lì si iniziano veramente a risolvere i problemi.
Chiaramente potrei sbagliarmi. Anzi mi auguro profondamente di sbagliarmi. Auguri.