Violenza gratuita, da cosa dipende?

In una città del nord Italia poco tempo fa è stato arrestato un ragazzo che con un pugno ha colpito e ucciso senza motivo uno sconosciuto.Dalle indagini è emerso che si trattava di un nuovo

24 MAG 2016 · Tempo di lettura: min.
Violenza gratuita, da cosa dipende?

In una città del nord Italia poco tempo fa è stato arrestato un ragazzo che con un pugno ha colpito e ucciso senza motivo uno sconosciuto.

Dalle indagini è emerso che si trattava di un nuovo gioco. Colpire a caso un passante con un pugno in pieno volto. Gruppi di ragazzi si riuniscono, non sanno che fare e allora si inventano, per combattere la noia, un nuovo divertimento. Far del male agli altri.

Che dire? Di casi del genere in passato ne ho sentiti altri: c'era un individuo che per divertimento, a suo dire, sfregiava le donne con una lametta. Mi fermo qui perché non voglio far pubblicità ad atti del genere, commessi evidentemente da esaltati e squilibrati. Non è che la cosa sia molto diversa da quella osservata in altri casi, studiati dalla psicologia sociale: ad esempio, un passante cade per la strada e nessuno si ferma a soccorrerlo.

Quello che più mi preoccupa, a parte il fatto violento in sé, è che nel corso degli anni ho assistito ad una escalation di questo tipo di trasgressioni (le voglio chiamare così).

Dalla violenza sulle cose a quella sulle persone

Una volta, e mi riferisco agli anni '80, gli atti vandalici erano diretti per lo più contro le cose: si assisteva a danni procurati al patrimonio, tipo bucare le gomme delle auto, graffiare la carrozzeria, sporcare con la vernice i portoni delle case; questo accade ancora oggi, è vero, ma in misura minore.

Attualmente si assiste ad un trasferimento di violenza direttamente nei confronti delle persone.

Potremmo mettere sotto accusa la società, in particolare la televisione, che propina sempre film violenti, l'esempio dato dalla classe politica di corruzione e quant'altro, la cattiva educazione o l'assenteismo dei genitori, le separazioni o i divorzi sempre più frequenti, in cui a farne le spese sono in primo luogo i bambini. Tutto questo avrebbe un fondo di verità, ma, a mio avviso, non è sufficiente. Ho paura che ci sia di più.

Il sopravvento di Thanatos e destrudo

Quando per noia il divertimento diventa la violenza, credo proprio che nella natura umana abbia preso il sopravvento quello che Freud chiamava Thanatos e destrudo, l'istinto, la pulsione di morte, la distruttività. Se è così stiamo assistendo ad un escalation della malattia mentale, in tutti i sensi. E allora non credo proprio che bastino atti repressivi da parte delle forze dell'ordine.

Questi, se pur necessari, sono solo palliativi, perché se reagiamo con la violenza non faremo che provocare altra violenza. Non credo che bisogna cadere in questa trappola.

L'educazione nelle scuole e nelle famiglie

Risaliamo alle origini, torniamo un attimo indietro. Mi riferisco, ma solo in parte, alla scuola, alla prima educazione. È necessario che le risorse vengano investite in quel campo, molto più importante di quanto si creda. I bambini di oggi saranno prima i ragazzi e poi gli adulti di domani. Dobbiamo far sì che le nuove generazioni crescano in modo sano e la parola deve tornare agli educatori, genitori e insegnanti. Questi devono essere formati e messi in grado di svolgere il loro lavoro, meglio che sia possibile.

Se questo non sarà fatto ho paura che la strada in discesa che abbiamo imboccato difficilmente saremo in grado di risalirla.Ma anche qui non c'è da stare allegri perché attualmente la scuola sembra in ginocchio e non è solo la classe politica la responsabile, anche i genitori fanno la loro brava parte.

Come psicologo devo dire che la famiglia è la malata per eccellenza e per questo spesso dico che la terapia sistemico-familiare è quella che dovrebbe essere più usata. Vanno individuati nella famiglia i punti deboli e i cosiddetti capri espiatori, perché è da lì che nasceranno i futuri delinquenti e sociopatici.

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Scritto da

Dott. Sergio Rossi

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