Vademecum per ritrovare se stessi

Ogni processo di superamento dei problemi deve essere sostenuto e velocizzato, se possibile, e questo si può realizzare attraverso esercizi che stimolino la motivazione.

26 FEB 2016 · Tempo di lettura: min.
Vademecum per ritrovare se stessi

Nell'ultima intervista con la Dott.ssa Silvana Ceccucci abbiamo parlato di crisi esistenziali e di come imparare a riconoscerle. Oggi vogliamo guardare in faccia tali episodi per offrirvi dei validi strumenti per gestirli.

Quali esercizi quotidiani bisognerebbe svolgere per superare una crisi esistenziale?

Diciamo che ogni processo di superamento dei problemi deve essere sostenuto e velocizzato, se possibile, e questo si può realizzare attraverso esercizi che stimolino la motivazione facendo intravvedere il raggiungimento dello scopo o meta come raggiungibile, oltre che, fortemente desiderabile.

In ogni processo di cambiamento è importante potersi rendere conto del beneficio pratico del cambiamento stesso.

Questo di poter intravvedere immaginativamente raggiunta una meta, subito dopo averla definita, è, di per sé, un meccanismo insito nella mente e ha il preciso scopo di stimolarci all'azione secondo la direzione tracciata.

Quindi gli esercizi più efficaci a mio parere, sono proprio quelli che "sfruttano" per così dire, questo meccanismo mentale naturale e ne amplificano la portata.

Posso citare come estremamente efficaci a tutti i livelli, gli esercizi su base immaginativa (anche ipnagogica) dove cioè viene usata l'immagine mentale, che ci fornirà un'idea insieme motivante e realizzante del contenuto desiderato.

Seguendo l'esempio precedente dove ho segnalato i danni prodotti dalla mancanza di autostima, un semplice esercizio immaginativo può essere quello di invitare il soggetto ad immaginarsi come potrebbe essere se godesse di forte autostima:

Come apparirebbe? Come si sentirebbe? Come si vestirebbe? Come sentirebbe il suo corpo? Come percepirebbe il mondo circostante? Che amici avrebbe? Quali sarebbero i suoi progetti? Come sarebbe la sua giornata? Come sarebbero le sue relazioni? Cosa penserebbe di se stesso? Ecc.

Questo tipo di esercizi, e ce ne sono molti e divertenti, stimolano enormemente l'immaginazione e, lungi dal rappresentare una evasione dal reale, possono contribuire a ricollegare interiormente il proprio "Io" abbattuto e frustrato ad un modello di Io ideale forte, e che, pertanto, può stimolare la forza interiore trascinando lo stanco Io verso mete costruttive e permettendo l'ideazione dei piccoli passi quotidiani alla correzione anche di abitudini erronee e sbagliate.

"Questi esercizi possono contribuire a ricollegare interiormente il proprio "Io" abbattuto e frustrato ad un modello di Io ideale forte...."

Certo questo tipo di esercizi, peraltro molto piacevoli, e altamente consigliati, dovrebbero, però, essere appresi sotto la guida esperta di uno psicoterapeuta specialista di queste tecniche e in grado di poterle "modellare" a misura del paziente.

Molti oggi si'improvvisano su tecniche similari, ma qui non è concesso dilettantismo in quanto occorre precisione, esperienza e conoscenze tecniche per proporle in un percorso terapeutico in modo efficace e sicuro.

Quindi sconsiglio vivamente seguire Guru improvvisati.

Esistono esercizi per recuperare l'autostima?

Per poter parlare adeguatamente dell'autostima, bisognerebbe partire da tre fattori fondamentali: come viene generata, come viene sviluppata e mantenuta.

Infatti l'autostima è una realtà psichica che per essere compresa, deve essere percepita sempre come in movimento; non è data una volta per tutte e non è detto che sia fissa e stabile, o perlomeno potrebbe non esserlo sempre e per sempre.

Infatti l'autostima, se nell'infanzia viene generata in noi, attraverso adeguati rapporti con le figure genitoriali, successivamente saremo noi a doverla mantenere in vita e sviluppare; infatti si potrebbe anche perdere e vedremo il perché.

Ma quali sono gli elementi che, attraverso i genitori, fanno nascere in noi il senso di autostima?

Fondamentalmente sono due:

  1. il senso del nostro valore, trasmesso attraverso le cure e l'amore che riceviamo
  2. il senso della nostra crescente capacità di incidere sulla realtà e questo viene trasmesso attraverso la fiducia in noi e in ciò che potremmo realizzare con le nostre capacità.

Però, ed è molto importante, dobbiamo anche notare che, insieme a queste due cose, ci vengono trasmessi anche valori di vita e saranno questi che daranno la direzione al nostro agire.

Quindi non è solamente importante valere e saper fare, ma anche mantenere una direzione di vita significante, segnata da valori e, successivamente, da azioni corrispondenti.

Qui torniamo al primo punto trattato e cioè a quella "crisi esistenziale" e di identità che è relativa al senso di vuoto creato dalla perdita di valori e da stili di vita distruttivi.

Ecco dunque spiegato come il seguire i valori umani fondanti traducendoli in azioni consone, sviluppa e mantiene l'autostima e il senso di identità.

Trovandoci nella condizione opposta di compiere azioni contrarie ai nostri stessi umani valori, non si può che distruggere, insieme alle nostre capacità, anche l'autostima e il senso di identità ad essa correlato.

In sintesi autostima = percezione di poter incidere positivamente nelle situazioni di vita in accordo con i propri valori umani positivi e condivisibili per tutti (la definizione è mia).

Mantenere e recuperare l'autostima è un fatto di coerenza tra pensiero e azione in direzione di valori umani fondamentali.

Quindi l'autostima non è guardarsi allo specchio e dire: "oh quanto sono bello o bella!" o, perlomeno questo ne rappresenta un minimo aspetto.

Come occorrerebbe comportarsi nelle interazioni sociali e nei contesti di gruppo?

In un ambiente sociale tanto caotico come quello in cui ci troviamo a vivere e a volte, anche trovandoci in difficoltà personali, (di tanti generi, lavorative, relazionali ecc), non è facile interagire a livello adeguato in tutti i livelli di "scambio umano" in cui siamo immersi e coinvolti.

Purtroppo oggi, se non si seguono le mode e i modelli proposti dai canali ufficiali, che ci fanno apparire desiderabili comportamenti competitivi e aggressivi,è difficile trovare modalità che siano alternative senza tuttavia sembrare deboli e rinunciatari.

Occorre molto equilibrio e trovare la giusta via da percorrere che non sia quella di cedere a modelli comuni o di ritirarsi per non misurarsi nel confronto e nella lotta.

Purtroppo molti giovani scelgono proprio questa seconda opzione e, come moderni eremiti, si chiudono in casa.

A mio parere, a fronte di questa difficoltà a convivere in questo duro mondo, ci vengono in aiuto due capacità:

  • una quella di interagire pacificamente e collaborativamente sulla base di concetti paritari secondo i modelli americani es. indicati da E. Berne di "io sono ok e tu sei ok";
  • l'altra sapersi affermare sulla base delle proprie caratteristiche personali e specifiche che, più che essere omologate, dovranno invece essere esaltate e affermate con la giusta forza ma non messe in competizione.

Per poter creare questo giusto mix che, a mio parere, risulta gradevole in ogni contesto, e apprezzabile in quanto assertivo ma non aggressivo e competitivo, occorre sviluppare una certa "intelligenza sociale" che, in definitiva consiste nel saper osservare e comprendere, i diversi contesti in cui ci si trova ad interagire e regolarsi di conseguenza anche alternando le due modalità sopra descritte.

L'intelligenza sociale dovrebbe essere sviluppata fin dalla tenera età, anche insegnata a scuola.

Tutt'altro si sta facendo ora nelle scuole.

Come si capirà se il miglioramento è effettivo o solo un effetto placebo momentaneo?

Quando una persona entra nel suo Centro ed impara ad abitarlo stabilmente la sensazione che si percepisce è come se qualcosa che prima era frammentato e sconnesso cominciasse a divenire più compatto e collegato.

L'immagine interiore assume contorni precisi e viene "messa a fuoco", ne seguono obiettivi e comportamenti coerenti insieme alla capacità realizzativa che parte ad operare dal prendere decisioni (circa le proprie cose della vita), e, mantenendo ferme queste decisioni, le realizza nella pratica.

La persona avverte chiaramente in sé senso di efficacia e senso di forza interiore e così questo "essere nel mondo" come soggetto pensante, agente e realizzante, in coerenza ai propri valori è il segnale preciso che ci sono stati dei grandi cambiamenti in positivo.

Il riscontro viene anche dall'esterno in quanto questa persona sarà percepita come affidabile, corretta e competente.

Questi cambiamenti saranno debitamente e fedelmente rispecchiati anche nel miglioramento delle condizioni di vita pratiche.

Insomma si noterà come piano piano tutto va a posto!

Esistono delle tecniche per conservare l'equilibrio con se stessi?

Una su tutte il Training Autogeno di J.H. Schultz, a mio parere a tutt'oggi insuperata per praticità, efficacia e versatilità.

Proprio trovandoci a vivere in contesti altamente stressanti e a dover gestire situazioni di vita che sono o possono divenire angosciose come ad esempio perdita di lavoro, problematiche familiari, rapporti con i figli, relazioni difficili ecc., abbiamo bisogno di una base sicura da cui partire, per poter gestire eventuali stati di ansia, crisi di panico, e angoscia che possono insorgere in tante e varie occasioni.

Il T. A. offre la praticità di un metodo valido e sicuro per la gestione emotiva della mente e per calmare stati agitati psichici e fisici.

Inoltre ottimo il suo apporto di prevenzione e cura dei disturbi su base somatica.

Aiuta la concentrazione in ogni compito difficile, sviluppa la creatività e sviluppa il carattere a partire dai concetti di calma e sicurezza, necessarie per ogni realizzazione e per l'ottimizzazione delle relazioni personali, intime e sociali.

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Scritto da

Dott.ssa Silvana Ceccucci

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Commenti 2
  • Giampiero Lai

    Mi piace perché aiuta a formare il carattere.

  • Massimiliana Pieri

    Bellissima intervista, costruttiva e attenta. Spiegata con semplicità in modo che il messaggio ed i consigli vengano compresi da tutti. Complimenti e grazie alla Dottoressa Ceccucci.

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