Un'esperienza da "Panico"

Panico: i pensieri che lo guidano, i sintomi fisici che lo accompagnano e i comportamenti protettivi che lo mantengono. Un esperienza raccontata.

29 MAR 2016 · Ultima modifica: 30 MAR 2016 · Tempo di lettura: min.
Un'esperienza da "Panico"

È sempre difficile, se non forse impossibile, dare una definizione di ansia che vada bene per tutti. L'ansia è una esperienza fortemente soggettiva che può manifestarsi in maniera diversa, combinando le componenti cognitive, somatiche e comportamentali secondo priorità differenti per individuo oppure situazione specifica.

Tuttavia il "panico", che possiamo definire uno stato d'ansia molto elevato, ha mostrato la stessa modalità d'insorgenza, sintomatologia somatica e funzionamento cognitivo (il cosiddetto chiacchiericcio accelerato della mente) in molte persone che ne sono preda.

Ho provato, con un tono di simpatia, a descrivere un episodio di panico per rendere a voi lettori curiosi e "sempre in cerca di conferme/dis-conferme" un idea di come è vissuto un attacco di panico, quali possono essere i pensieri che lo guidano, i sintomi fisici che lo accompagnano e i comportamenti protettivi che lo mantengono. Al termine della lettura troverete, spero, uno spunto interessante che potrebbe dare luce alle vostre battaglie.

Un tipico episodio di panico

<< All'improvviso realizzo che qualcosa non va. La realtà che mi circonda si mostra minacciosa, paurosa, eppure apparentemente nessun pericolo è alla porta, e per porta non intendo certo l'ingresso di casa. Seduta a fianco la mia futura moglie, promessi sposi tra poco più di quattro mesi, lei non si accorge di nulla, è presa dalla tv, guardavamo insieme squadra antimafia com'era solito il mercoledì sera, e mentre io inizio a temere le sceneggiature di una fiction un'angoscia insolita mi avvolge, inizio ad avvertire una leggera ma persistente compressione al cranio "non avrò mica un tumore al cervello???"

Sarò subito chiaro, sicuramente più di quanto lo sia stato con me stesso, no! Non avevo un tumore al cervello. Questo però io non lo sapevo, ovviamente, ed ero alla costante ricerca d'indizi, segnali del mio corpo, che confermassero la maligna ipotesi. Ecco quindi che riaffiorano alla mente ricordi bizzarri, come quando due giorni prima ebbi difficoltà a pronunciare il nome del mio migliore amico, o ancora peggio avevo sulla punta della lingua il nome di mio fratello, la memoria nell'ultimo periodo difettava, più di qualcuno mi aveva fatto notare di essere "assente", ero spento e distratto, anche i miei occhi erano stanchi… e proprio mentre pensavo questo la mia vista si appanna, Calcaterra abbandona la scena e la maligna ipotesi diventa sempre più certezza "c****, ho un tumore al cervello?!".

Tutto questo avveniva in meno di un minuto, anzi saranno trascorsi appena venti secondi, venti lunghissimi secondi. Angoscia, quella maledetta angoscia m'impediva d'essere logico, i pensieri decidono di alzare la voce, diventano rumorosi, fastidiosi. Sono in trappola! Ostaggio di una vocina stridula e accelerata che diventa sempre più estranea, insopportabile... vorrei strapparmi la testa pur di azzittirla! L'agitazione aumenta, vampate di calore, sudori freddi, il cuore batte all'impazzata, il respiro diventa corto, i muscoli tesi, le gambe iniziano a tremare e non riesco a fermarle, il mondo intorno a me è così irreale, non mi appartiene, io non mi appartengo! Ho paura di perdere il controllo, d'impazzire... di morire. Tutto questo in un minuto.

Che sia stramaledetto squadra antimafia, saranno state le sue scene violente a provocare tutto questo… ma mentre lo pensavo sapevo infondo che era una cazzata, non poteva essere andata così. Miseria ladra, sono uno psicologo! Non posso lasciarmi prendere dall'ansia, cosa mi sta succedendo?

Un lume di ragione si fa strada nel panico suggerendomi un ipotesi rassicurante "forse sarà che sono così teso, i muscoli rigidi e contratti dalle gambe alla schiena fin'anche i muscoli pericranici… sarà questo a provocarmi il fastidio alla testa!?!... si, si credo di si! Sarà certamente così, altro che tumore!!! Credo…". Il cuore ha iniziato a rallentare, il respiro si faceva regolare, la ragione si faceva garante del pensiero, seppur la mente, come una banca alla richiesta di apertura mutuo da un libero professionista, faceva bene attenzione a fidarsi e gonfiava d'interessi la somma da restituire. Ed ecco quindi che pagavo il debito in energia vitale.

Ero stanco, stanchissimo, direi svuotato dentro e logorato fuori neanche avessi zappato la terra e svolto calcoli algebrici nello stesso tempo, con le melodie di Gigi D'Alessio a ricordarmi che ad agosto nevica. Un vero incubo! Ciononostante le mie gambe avevano ancora energia per tremare, e ne avranno avuto ancora per un bel po'… di giorni. Era l'inizio di un brutto periodo, destinato e diventare il più bello della mia vita >>.

Perché il più bello della mia vita?

Perché solo quando l'ansia giunge al capolinea della consapevolezza, decidiamo quindi di lottare con il coltello tra i denti. In questo caso possiamo realizzare di aver bisogno di ampliare il bagaglio armamentario per far fronte alla sfida, ci affidiamo quindi ad una guida esperta, e iniziamo un percorso che ci renderà migliori, forti e sereni di quanto lo eravamo prima, ancor prima di aver guardato negli occhi il panico ed etichettarci "ansiosi". Ed allora che capirai che l'ansia non si combatte, ma sia accetta e la si rende complice del nostro progetto di vita. L'ansia che ci ha sempre fatto tanta paura, infondo, non c'ha mai fatto "realmente" del male.

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Scritto da

Centro Nova Mentis

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