Un po' di storia della psicologia

In questo articolo ripercorro i passaggi fondamentali della nascita e sviluppo della psicologia. Tratterò il tema sia a livello internazionale che italiano.

5 LUG 2022 · Tempo di lettura: min.
Un po' di storia della psicologia

La storia della psicologia si caratterizza per avere delle origini lontanissime nel tempo che la fanno coincidere con un'altra disciplina che ne condivide lo studio dell'uomo e delle sue caratteristiche: la filosofia. Nel corso degli anni le due discipline si sono gradualmente individualizzate e diffuse in modi e tempi diversi. In questo articolo descriverò i paggi fondamentali della nascita e sviluppo della psicologia, i principali orientamenti teorici e un breve focus sulla sua nascita in Italia.

Partiamo dalla base: cosa è la psicologia?

Il termine "psicologia" deriva dal greco psyché (ψυχή), ovvero: spirito o anima e da logos (λόγος) che si può tradurre con i termini di discorso e studio. Questo termine, tradotto letteralmente, indica lo studio dello spirito o dell'anima. La psicologia è la scienza che studia il comportamento dell'uomo attraverso i suoi processi mentali, affettivi e relazionali per promuovere il miglioramento della qualità di vita.

Gli albori

Lo studio della mente e dei comportamenti umani è stato d'interesse per l'uomo che si interrogava su questo tema fin da tempi remotissimi. Con la nascita della filosofia, questa disciplina inizia a porre, attraverso i suoi esponenti, svariati interrogativi sulla mente umana e sul suo funzionamento.

Tra i principali filosofi che possiamo citare, Socrate e Platone, sono tra i più rappresentativi. In quel tempo gli uomini hanno iniziato a chiedersi a lungo quali fossero i meccanismi attraverso cui si determinavano delle scelte e venivano a configurarsi le esperienze dell'essere umano.Anche se inconsapevolmente, non poteva essere altrimenti per la psicologia, risulta evidente come le conoscenze psicologiche sono state fondamentali per la nascita e strutturazione della società, della politica e della cultura.

Dalla poleis greca dobbiamo aspettare il Seicento, secolo in cui furono nuovamente i filosofi a farsi portavoce di riflessioni e proporre teorie sulla mente umana.Nonostante la risonanza del dibattito filosofico, questo non dette vita alla vera e propria psicologia intesa come materia a sé stante. Emblematico in questo senso risulta l'accezione con cui viene coniato il termine "psicologia" utilizzato per la prima volta nel XVI secolo, dal tedesco Filippo Melantone, latinista e grecista, per indicare l'insieme delle conoscenze psicologiche, filosofiche, religiose, pedagogiche e letterarie di un essere umano.

Quando nasce?

La nascita effettiva della psicologia come scienza viene generalmente ricondotta alla seconda metà dell'Ottocento, quando l'indagine psicologica si apre alle metodologie delle scienze naturali.Tra il 1850 e il 1870, infatti, fisici e medici iniziarono ad occuparsi dello studio della psiche. Gli scienziati applicarono allo studio della mente le tecniche che già applicavano alle scienze naturali, senza capire che stavano creando una nuova scienza: la moderna psicologia scientifica.

Il primo laboratorio di psicologia fu creato da Wilhelm Wundt (1832-1920) a Lipsia, in Germania. Qui veniva utilizzato il metodo introspettivo secondo cui il modo migliore per comprendere l'esperienza soggettiva consiste nell'osservazione sistematica e diretta dei processi che hanno luogo nella persona che esperisce un fenomeno, nel momento stesso in cui lo sta vivendo. In questo modo Wundt cerca di scomporre i processi psichici (sensoriali, cognitivi e comportamentali) nelle unità elementari (atomi) che li compongono.

Come si diffonde?

Dall'inizio del Novecento iniziano a nascere varie diramazioni all'interno della psicologia e la disciplina inizia ad affermarsi sempre più fuori dai confini tedeschi. L'espansione della psicologia portò, nel corso del XX secolo alla formazione di diverse scuole di pensiero basate su assunti teorici molto diversi:Il funzionalismo è una corrente di pensiero che vede i fenomeni psichici come funzioni attraverso cui l'organismo cerca di adattarsi all'ambiente sociale e fisico;

  • Il comportamentismo si proponeva di indagare il comportamento umano in prospettiva di "comportamenti osservabili", secondo un paradigma "stimolo-risposta". La sua nascita coincide con la pubblicazione del "Manifesto" di John Watson (1878-1958) nel 1913 e assumerà una posizione di predominio nell'ambito psicologico per tutta la prima metà del Novecento. Il comportamentismo rivoluzionò i concetti della psicologia, concentrando i suoi sforzi e studi non sulla "coscienza", inosservabile e astratta, ma sul "comportamento". Il nuovo e unico oggetto di studio della psicologia divenne così il comportamento osservabile degli organismi viventi;
  • La psicoanalisi nacque in ambito psichiatrico nei primi decenni del Novecento, grazie all'opera innovatrice di Sigmund Freud (1856-1939), un neurologo viennese. Questa corrente non nacque dai laboratori di ricerca, ma ebbe origine dalla pratica clinica del trattamento di pazienti con disturbi di natura psichica (nevrosi). La vera rivoluzione che Freud introdusse nella psicologia fu la concezione dell'esistenza di una parte irrazionale e nascosta dello psichismo di ogni essere umano che chiamò inconscio. Tutti i suoi lavori cercarono di trovare dei metodi e delle strategie per poter analizzare l'inconscio e lavorare sulle varie istanze psichiche (Es, Io e Super-Io), ad esempio tramite l'interpretazione dei sogni;
  • Il cognitivismo derivò dalla necessità di superare il dualismo stimolo-risposta del comportamentismo, che non riusciva a spiegare in modo esauriente comportamenti umani complessi. La tesi alla base del cognitivismo riguardava l'accento sull'attività pensante dell'uomo, visto come organismo attivo e non più passivo, quindi in grado di determinare il proprio futuro e migliorare la propria condizione di vita attraverso il lavoro sulla propria mente;
  • La psicologia Umanistica: sotto l'impulso di un gruppo di psicologi tra cui A. Maslow, C. Rogers e R. May, iniziò a porsi in essere la cosiddetta "psicologia della terza forza". Questa si poneva l'ambizioso obiettivo di riportare al centro dell'indagine psicologica la sfera della soggettività e dell'esperienza vissuta in modo specifico di ogni singolo individuo. Nel 1962 gli stessi Maslow, May, Rogers e Allport costituirono l'Associazione di Psicologia Umanistica Americana (Association for Humanistic Psychology – AHP) allo scopo di riscoprire l'uomo nelle sue caratteristiche emozionali, creative che rendono ogni individuo particolare ed unico. La Psicologia Umanistica ampliò così il campo di osservazione della natura umana e della pratica psicoterapeutica ponendo particolare interesse per alcune qualità umane considerate peculiari come la capacità di scelta, la creatività e la tendenza all'autorealizzazione, ma anche l'intento di valorizzare la dignità della persona e favorirne lo sviluppo del potenziale insito in ciascun individuo.

Sulla scia di questi valori iniziarono a fiorire una numerosa serie di scuole di psicoterapia (fra queste: la terapia centrata sul cliente di Carl Rogers, la terapia della Gestalt di Fritz Perls, l'analisi transazionale di Eric Berne, la terapia bioenergetica di Alexander Lowen e la psicosintesi di Roberto Assagioli) che, pur distinguendosi per l'approccio metodologico, si riconobbero nel movimento della psicologia umanistica e nella la tendenza a privilegiare l'emozione e l'esperienza rispetto al concetto e alla teorizzazione del processo terapeutico.

Negli anni successivi queste scuole hanno sempre più attenuato la loro contrapposizione portando alla formazione di scuole dall'approccio integrato che miravano ad unire assunti teorici di orientamenti diversi tra loro per creare stili terapeutici e utilizzare tecniche provenienti da varie correnti della psicologia.

La Psicologia in Italia

Ci sono diversi pareri sulla data di "nascita" della psicologia in Italia. La maggior parte delle fonti a cui mi sono rivolto tende a stabilirla nel 1870 con la pubblicazione di un manuale: "La psicologia come scienza positiva" di R. Ardigò. In ambito nazionale, il primo laboratorio di psicologia venne istituito a Roma nel 1889 da G. Sergi (autore della pubblicazione: "Principi di psicologia" del 1873). Ardigò e Sergi rappresentano quindi i pionieri della psicologia italiana. In questo stesso periodo, come abbiamo visto precedentemente, la psicologia nasceva in Germania e nel resto del mondo, quindi contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare l'Italia, cronologicamente parlando, non partì svantaggiata rispetto agli altri paesi. Quello che invece ne determinò, nel corso del tempo, un certo gap, soprattutto in ambito sperimentale furono le condizioni sociali e culturali che non apparivano particolarmente favorevoli allo sviluppo della psicologia.Per la creazione della Società Italiana di Psicologia (SIP) si dovrà attendere il 1909, durante il VI Congresso Internazionale di Psicologia a Ginevra, durante il quale venne definita una rappresentanza per l'Italia formata da illustri psicologi dell'epoca e guidati da G. C. Ferrari.

Il primo statuto della Società venne presentato e approvato nel corso del I Congresso Nazionale svoltosi a Torino nel 1911. I soci fondatori erano 53 e la Società venne governata da un Consiglio Direttivo eletto periodicamente.

Negli anni del ventennio fascista e della seconda guerra mondiale si assistette ad un sostanziale stallo nei progressi di questa disciplina. Fu solo negli anni del dopoguerra che si assistette al "risveglio" della psicologia, grazie all'attività accademica che portò ad investire risorse umane ed economiche (seppur limitate) nella ricerca in questo ambito.

Sul versante della psicologia clinica, nel 1946 fu rifondata la Società Italiana di Psicoanalisi e nel 1955 Musatti dette vita alla "Rivista di psicoanalisi". Nel 1960 il nuovo modo di approcciarsi alla psicologia e ciò di cui si occupa venne sancito attraverso l'approvazione di un nuovo statuto che modificò denominazione e sigla dell'associazione degli psicologi italiani che divenne: Società Italiana di Psicologia Scientifica (S.I.P.S.).

Oltre al Consiglio Direttivo lo statuto prevedeva così la costituzione di una consulta scientifico-didattica (soci ordinari accademici) e una consulta professionale (soci ordinari attivi nei vari settori professionali).

Dopo oltre un secolo dopo la nascita della psicologia scientifica italiana, nel 1971 a Roma e Padova furono attivati i primi due corsi di laurea specifici per la formazione dello psicologo.

Da un punto di vista istituzionale per legittimare la psicologia e il lavoro di psicologo si dovrà invece attendere la legge n.56 del 18 febbraio 1989 promossa con forza e determinazione dal senatore e psicologo Adriano Ossicini, proprio per questo infatti è conosciuta come "legge Ossicini".

Oltre ad aver definito ciò che entra a far parte della professione di psicologo, la legge stabiliva chi potesse (e chi no) utilizzare certe tecniche psicologiche. Questa stessa legge regolamenta inoltre l'attività della "psicoterapia" e istituisce l'albo degli psicologi, cioè il registro che riporta tutti i nominativi di coloro che sono autorizzati a svolgere la professione di psicologo. Tutti gli iscritti all'albo costituiscono nel loro insieme l'Ordine degli psicologi, che è a sua volta strutturato a livello regionale.

PUBBLICITÀ

Scritto da

Dott. Damiano Pucci

Bibliografia

  • Anolli L. & Legrenzi P. (2001). Psicologia Generale. Il Mulino, Bologna.Harrè, R., Roger, L., & Mecacci, L. (1998).
  • Psicologia. Dizionario enciclopedico. Laterza, Bari.Mecacci, L. (2003).
  • Manuale di psicologia generale. Giunti, Firenze.Mecacci, L. (2008). Manuale di storia della psicologia. Giunti, Firenze.

Lascia un commento

PUBBLICITÀ

ultimi articoli su psicoterapia

PUBBLICITÀ