Un mondo di fiabe: antidoto alla paura della fantasia

Tanti buoni motivi per continuare a leggere le fiabe ai bambini, nonostante la tendenza all'impoverimento simbolico al quale la nostra cultura è sottoposta.

16 APR 2014 · Tempo di lettura: min.

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Un mondo di fiabe: antidoto alla paura della fantasia

“Quando il primo bambino sorrise per la prima volta,il suo riso si spezzò in mille frantumiche si sparsero saltellando da tutte le parti…e quella fu l’origine delle fate!”

J. Barrie, da libro “Le avventure di Peter Pan”

Ecco una storia che non dovremmo ascoltare mai:“C’erano una volta una mamma ed un papà che, pensando che le fiabe fossero storie potenzialmente ‘ansiogene’ e non fossero mai racconti ‘veritieri’, decisero di non narrare mai delle fiabe ai loro bambini. Fu così che in quella famiglia le fiabe furono messe al bando.”

Quando raccontiamo ai bambini una fiaba non dobbiamo mai dimenticare che ciò che può rappresentare la “verità” nel mondo di un bambino, può essere un qualcosa di diverso da quello che gli adulti pensano di sapere in proposito. Alcuni genitori che ho incontrato nel corso della mia attività clinica mi raccontano del loro imbarazzo e del loro disagio con i figli piccoli nel confrontarsi con quella che definiscono come la “domanda delle domande”, l’interrogativo più frequentemente posto loro dai figli nel corso del racconto della fiaba: “Ma è vero?!”Vediamo allora quali considerazioni possono accompagnare tali pensieri.

Il timore adulto forse più diffuso in questi casi è quello di dire delle “bugie” ai bambini. Se però stiamo attenti a come le stesse fiabe prendono inizio ci sentiremo già più sollevati rispetto a queste preoccupazioni: C’era una volta…, In tempi antichi…Anticamente, quando desiderare era ancora efficace…sono tutte modalità stilistiche presenti negli incipit delle fiabe che permettono nell’immediato di collocare i bambini direttamente nei “tempi e nei luoghi della fantasia”. Per far sì che questo artifizio stilistico sia il più efficace possibile è necessario che i bambini lo riconoscano come una costante in un certo numero di fiabe. Diviene dunque importante abituare i bambini a non raccontare loro sempre la stessa storia, trascurandone automaticamente altre.

Anche gli argomenti delle fiabe non sono certamente casuali e finiscono con l’affrontare in chiave simbolica quelle che sono le maggiori preoccupazioni, sentimenti ambivalenti e fantasie del mondo infantile: le fiabe parlano alla vita mentale interiore del bambino (B. Bettelheim, 1977). Esistono dunque delle fiabe che con i loro mostri e le loro streghe sono capaci di dare forma e corpo alle ansie dei bambini e soprattutto una loro risoluzione: le fiabe piacciono tanto al bambino non perché le immagini che vi trova si conformano a quanto avviene in lui ma perché - nonostante tutti gl’iracondi e ansiosi pensieri concepiti dalla sua mente a cui la fiaba dà corpo e contenuto specifico – queste storie hanno sempre un esito felice, che il bambino non può immaginare da solo (ibidem). Le fiabe permettono dunque ai bambini, attraverso un processo di identificazioni con i loro personaggi, di “conoscere i propri mostri”, dominarli e “condividerli” con gli altri bambini. In questo mondo di possibilità è forse per il bambino più facile fare una esperienza realmente autentica di sé, senza sentirsi solo.

La capacità delle fiabe di intercettare le “paure fisiologiche” che accompagnano le diverse fasi di vita dei bambini permette poi di scongiurare il presentarsi nella mente di alcuni bambini di ossessioni e ruminazioni coatte, cioè pensieri fissi e stereotipati, favorendo invece un pensiero fatto di fantasie liberamente fluttuanti. Le fiabe rappresentano infatti per i bambini una possibilità di giocare con le idee, un modello di pensiero come esplorazione di possibilità. Le fiabe possono quindi rappresentare per i più piccoli un laboratorio in cui sperimentare un “pensiero libero”, primo terreno fertile per un futuro “pensiero critico” adulto.

Queste sono soltanto alcune delle considerazioni che si possono fare sull’utilità di raccontare ancora fiabe ai nostri bambini, riflessioni ancora più importanti se ci confrontiamo con l’impoverimento in significati e simboli in cui la nostra società è coinvolta. In un mondo dove le relazioni umane sembrano far così tanta paura, presentare ai più piccoli un po’ di magia potrà forse aiutarli ad affrontare più serenamente il loro avvenire…

Fu così che a sei anni io rinunziai a quella che avrebbe potuto essere la mia gloriosa carriera di pittore.Il fallimento del mio disegno numero uno e del mio disegno numero due mi aveva disanimato.I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta.

A. De Saint-Exupèry, da libro “Il piccolo Principe”

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Scritto da

Dott.ssa Sara Ferroni

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