Tu chiamale se vuoi...emozioni!

Lo scopo di questo articolo è fornire conoscenze utili in merito alle emozioni, per comprenderne la natura e i meccanismi psicologici.

6 MAR 2019 · Tempo di lettura: min.
Tu chiamale se vuoi...emozioni!

Le emozioni sono risposte complesse, selezionate nel corso dell'evoluzione, che hanno favorito l'adattamento del nostro organismo all'ambiente circostante.

Sono formate da 3 componenti: i meccanismi fisiologici (ad es. il battito accelerato nel caso della rabbia), le valutazioni cognitive (ad es. i pensieri ansiosi in una condizione stressante) e i comportamenti (ad es. l'azione per uscire da una situazione che fa paura).

La suddivisione classica è quella tra emozioni primarie, che sono innate e universali (gioia, rabbia, tristezza, paura, disgusto, disprezzo e sorpresa) ed emozioni secondarie, che nascono dall'interazione con gli altri ( ad esempio ansia, vergogna ed invidia) (Ekman, 2008).

Una suddivisione meno conosciuta, ma di grande valore psicologico, è quella tra emozioni autentiche e parassite (Berne, 1986).

  • Le emozioni autentiche sono quelle la cui espressione è adeguata come mezzo di risoluzione dei problemi qui ed ora. Ad esempio, se in seguito alla perdita di una persona cara provi tristezza, questa emozione è adeguata alla situazione che stai vivendo e ti permette di elaborare, nel corso del tempo, il lutto.
  • Le emozioni parassite, invece, ci fanno vivere in una condizione di malessere. Sono emozioni che sono state incoraggiate nella nostra famiglia d'origine, a discapito di altre che erano svalutate o proibite. Da piccoli abbiamo imparato presto a sostituire le emozioni proibite con quelle parassite, perché in questo modo avevamo l'amore dei nostri genitori. Da adulti, soprattutto in situazioni di stress, è molto probabile che, invece di darci il permesso di provare emozioni autentiche, proviamo quelle parassite, che tuttavia non ci aiutano a risolvere il problema che stiamo vivendo.

Ad esempio se quand'eri piccolo/a, nella tua famiglia, ogni volta che esprimevi rabbia venivi punito/a, mentre quando mostravi gioia ricevevi amore, è molto probabile che tu ti sia convinto/a che la rabbia è un'emozione da reprimere e al suo posto è meglio mostrarti gioioso/a. Questo meccanismo lo metterai in atto anche da adulto/a, ad esempio fingendo con il/la tuo/a partner di essere felice, quando invece sei arrabbiato/a con lei/lui.

Mostrare sistematicamente un'emozione al posto di un'altra può creare un disagio importante non solo a livello psicologico, ma anche fisico.

Ad esempio se ti mostri sempre forte, perché magari da piccolo/a quando esprimevi le tue paure venivi deriso/a, è molto probabile che il tuo corpo, prima o poi, inizi a darti qualche segnale di sofferenza, magari con dei dolori alle articolazioni che non riusciranno più a sopportare il peso di questa invincibilità.

Ognuno ha il suo modo di esprimere, attraverso il corpo, la propria sofferenza interiore: l'importante è non sottovalutare mai i suoi segnali, ma considerarli come la spia di qualcosa di importante, di cui vale la pena prendersi cura.

Articolo scritto dalla  Dott.ssa Giulia De Benedetto, iscritta all'Albo degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia

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Scritto da

Dott.ssa Giulia De Benedetto

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