Suicidio: si può prevenire?
La Giornata internazionale per la Prevenzione del Suicidio si celebra il 10 settembre di ogni anno. In quest'occasione, vogliamo ricordare che fare prevenzione è possibile.

In Italia, nel 2015, le vittime sono state ben 4 mila, con un andamento che negli anni della crisi ha visto un +12% fra le persone in età lavorativa. Questi dati sono piuttosto significativi e fermarci a riflettere è molto più che doveroso.
L'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ci ricorda che 800 mila persone si suicidano ogni anno. Ovvero, ogni 40 secondi qualcuno nel mondo si toglie la vita. Sono numeri spaventosi e per questo meritano una particolare attenzione. Sono numeri che mettono in evidenza l'importanza della consapevolezza di questo problema di salute pubblica, cresciuto nel corso dei decenni anche tra giovani e ricchi.
Il suicidio è un comportamento umano estremamente complesso, una combinazione di fattori in cui vi è interazione tra ambiente sociale, culturale, elementi fisiologici e genetici, psicologici e biologici. L'intenzione suicida dovrebbe essere considerata come ambivalente, come un punto continuo: da un lato c'è l'assoluta certezza di voler porre fine alla propria vita, dall'altro la paradossale intenzione di voler continuare a vivere, impegnandosi nel disperato tentativo di fermare la sofferenza.
I volti del suicidio
Cosa può aumentare o facilitare questa tragedia?
- l'accesso a mezzi e metodi per suicidarsi;
- i disturbi mentali;
- un elevato livello di ansia;
- i disturbi fisici;
- l'isolamento sociale;
- la disperazione e l'insoddisfazione per la vita stessa.
Il suicidio ha molte facce. Facce che dovrebbero essere comprese perché racchiudono un rischio reale intrinseco. Dovrebbe essere valutato il contenuto che esprimono, per evitare che l'evoluzione di sofferenze e pensieri porti all'atto concreto.
Di conseguenza è importante conoscere questi volti e le loro caratteristiche: saranno una sorta di allerta ultile a identificare familiari o amici che hanno bisogno di aiuto. Ci sono, infatti, alcuni segnali che ci possono permettere d'indentificare l'evoluzione del quadro in cui la persona dimostra la necessità di ricevere un aiuto professionale di sostegno.
- La realizzazione intenzionale di atti con scopo doloroso, dannoso o distruttivo per se stessi. Alcuni esempi possono essere i tagli che non portano a una perdita sufficiente di sangue, la violazione del codice stradale, una guida pericolosa, abuso di alcol, droghe o farmaci, esporsi volutamente a situazioni rischiose, etc.
- Minacciare esplicitamente la propria vita e fare riferimento a eventuali metodi di suicidio. Il soggetto potrebbe scrivere lettere d'addio o sentirsi colpevole per il proprio gesto.
- Pensieri in cui l'individuo si definisce come la causa delle propria morte o l'espressione di pensieri che dimostrano l'intenzione di morire, come "il mio unico desiderio è quello di non svegliarmi mai più", "voglio saltare fuori dalla finestra" o "penso che non ci siano soluzioni per la mia vita".
- Comportamenti autolesivi che evidenziano l'intenzione di morire. Stiamo parlando di gesti come prendere un sacco di pillole, interrompere il tentativo di ottenere aiuto, chiamare un familiare o un amico per salutarlo per esempio.
Fonte: eltlempodelaluzinterior
Miti e verità sopra il suicidio
Ci sono molti miti per quanto riguarda il suicidio. Ci riferiamo a tutti quei luoghi comuni che non ci permettono di conoscere fino in fondo questo fenomeno. Vale la pena citarli.
Miti
- Le persone che minacciano il suicidio non lo faranno davvero.
- Chi vuole uccidersi, semplicemente lo fa.
- I suicidi capitano senza preavviso.
- I miglioramenti dopo una crisi significano che il rischio è finito.
- Non tutti i suicidi possono essere previsti.
Verità
- La maggior parte delle persone che si uccidono manifestano in qualche modo (e spesso in maniera piuttosto ampia) la loro intenzione.
- La maggior parte delle persone che pensano al suicidio provano sentimenti contrastanti.
- Molti suicidi si verificano proprio quando l'individuo sembra affrontare una fase di miglioramento, quando il soggetto ha più energie a disposizione, che si può trasformare facilmente in un'azione auto-distruttiva.
- Questo genere di pensieri possono tornare, ma non sono permanente. In alcuni casi possono sparire per sempre.
Come aiutare?
È essenziale che le persone che assumono comportamenti rischiosi per la propria vita e la propria salute vengano mandate da un professionista. La valutazione di uno psichiatra, un trattamento farmacologico o la possibilità di un ricovero nelle strutture adatte sono fondamentali per la prevenzione. Anche il supporto psicologico è una chiave importante: consente alla forza emotiva di farsi spazio e riduce la sofferenza.
Nel caso in cui la tragedia avvenga, è essenziale portare avanti un lavoro di monitoraggio con amici e familiari, per la prevenzione e il recupero. Infatti si considera che le persone con una storia familiare di suicidio, per esempio, siano molto più propense a uccidere se stesse.
Il suicidio rende pensabile ciò che non lo era, porta alla manifestazione di intensi sensi di colpa, sentimenti di impotenza e incapacità, con una totale sensazione di fallimento del tentativo di prevenire in modo soddisfacente un gesto così estremo. In tanti non riescono a riconoscere di aver bisogno di aiuto o per loro è molto difficile esprimere questo disagio.
Se conosci qualcuno o pensi di aver identificato qualcuno con le caratteristiche descritte nel testo, assicurati di chiedere aiuto! Parla con i tuoi amici, i tuoi familiari e gli operatori sanitari per cercare il sostegno emotivo adatto.
Fattori legati con il suicidio
Nessuno è esente da comportamenti simili, e la nostra intenzione non è assolutamente quella di incasellare un fenomeno così complesso, ma ci sono degli studi statistici che indicano alcuni fattori prevalenti.
Fattori demografici
Sembra essere più comune tra giovani e anziani. I giovani che sopravvicono a un tentativo di suicidio meritano tutta la nostra attenzione, i loro problemi sono gravi e, anche se non riusciamo a capirli, dobbiamo accettare la gravità della questione. Per quanto riguarda gli anziani, lutti gravi, limitazioni fisiche e/o sociali, solitudine mettono in discussione il valore della propria vita.
Fattori sociali
È più comune tra persone vedove o divorziate, gay o bisessuali (come ben sappiamo, la discriminazione ha in questo caso un ruolo molto forte), disoccupati che stanno vivendo problemi economici importanti, individui in totale solitudine, casi di perdita di parenti o amici molto stretti.
Fattori psicologici
È più comune nei pazienti con disturbi dell'umore, con dipendenza da alcool o droghe, con disturbi psicotici o della personalità, disturbi d'ansia e alimentari.
Fattori medici
È più comune nelle persone che hanno contratto l'Hiv o l'Aids, che hanno il cancro, l'epilessia e la sclerosi multipla.
Fattori familiari
Gli elementi che contribuiscono nell'ambito familiare sono: storie di suicidio, disturbi psichiatrici, abusi fisici e sessuali, disturbi dell'infanzia, violenza domestica.
Le informazioni pubblicate da GuidaPsicologi.it non sostituiscono in nessun caso la relazione tra paziente e professionista. GuidaPsicologi.it non fa apologia di nessun trattamento specifico, prodotto commerciale o servizio.
PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ