Stress da WhatsApp?

Whatsapp è istantaneo, efficiente, efficace e a volte non riusciamo a farne a meno. Siamo in grado di trarne solo i benefici senza lasciare che condizioni la nostra vita quotidiana?

3 FEB 2015 · Tempo di lettura: min.
Stress da WhatsApp?

E' istantaneo, efficiente, efficace e a volte non riusciamo a farne a meno. Non c'è ombra di dubbio che Whatsapp sia in grado di accorciare i tempi e le distanze ma siamo davvero sicuri che stiamo riuscendo a trarne solo i benefici senza lasciare che condizioni in negativo la nostra vita quotidiana?

Con internet onnipresente, i nuovi dispositivi di comunicazione ci mettono costantemente in contatto con gli altri, tant'è che sono progettati appositamente per essere sempre a portata di mano quasi come se fossero una nostra appendice (qualcuno se li porta dietro addirittura sott'acqua e in altri posti che non stiamo qui ad elencare). Ormai si dà per scontato che tutti abbiano possibilità di accesso a internet, che posseggano uno smartphone e che utilizzino l'applicazione di messaggistica istantanea più in voga del momento, ovvero Whatsapp.

La nuova comunicazione istantanea mette ansia

Appena si invia un messaggio tramite Whatsapp ci si aspetta che l'altro risponda, per l'appunto, istantaneamente, come se fosse disponibile a comunicare in qualsiasi ora del giorno e della notte. Il fatto è che il destinatario non può rispondere sempre con la rapidità pretesa ma, secondo il mittente, se la risposta non arriva subito o se quantomeno non compare la notifica " X sta scrivendo … " (per chi non lo sappia, l'applicazione permette di sapere in tempo reale se l'interlocutore sta componendo il messaggio) è segnale che ci sia qualcosa che non va come dovrebbe. Fra le varie notifiche c'è anche quella di avvenuta lettura del messaggio (compare una spunta azzurra accanto al messaggio inviato), che è come una pugnalata allo stomaco soprattutto per i mittenti più impazienti perché è come se leggessero "X ha letto il tuo messaggio ma ha deciso deliberatamente di non risponderti".

Ovviamente non tutti hanno la stessa reazione di fronte alla notifica di conferma di lettura ma, quando è presa male, le reazioni possono consistere in sfumature di rabbia, tristezza o ansia più o meno intense. Perché si reagisce in questo modo? Come mai c'è chi si preoccupa (sfiorando anche la paranoia), chi s'imbestialisce e chi invece riesce tranquillamente ad attendere che arrivi il messaggio di risposta?

La nostra reazione emotiva dipende dal modo in cui valutiamo gli eventi e quindi da quello che pensiamo in merito a ciò che ci succede. Nel caso della mancata risposta a un nostro messaggio, si possono avanzare le più svariate interpretazioni, infatti c'è chi pensa "Ecco, mi odia!", "Non mi vuole bene!", " Non sono importante per lui/lei.", poi c'è chi pensa "Ma che str***o!", "Ma come si permette?" , "Mi manca di rispetto! Io ho sempre risposto subito!", c'è anche chi pensa "Avrò fatto qualcosa di sbagliato?", "Non è che ce l'ha con me?" ed infine c'è chi è assalito da pensieri come "Gli/le sarà successo qualcosa di brutto?", "Avrà avuto un incidente grave?".

In genere i pensieri sono a tema e quelli sopraccitati corrispondono a quattro aree:

  1. Amore/affetto non corrisposto;
  2. Orgoglio ferito;
  3. Timore di colpa (effetto "coda di paglia");
  4. Catastrofe.

Secondo la psicologia del senso comune, chi interpreta l'assenza di risposta come segno di amore/affetto non corrisposto, proverà tristezza; chi si sentirà ferito nell'orgoglio proverà un certo grado di rabbia; chi teme che la mancata risposta sia una conseguenza di qualcosa per cui si potrebbe essere incolpati o di avvenuta catastrofe, proverà un'ansia più o meno intensa. Una modalità di interpretazione alternativa alle precedenti corrisponde ad esempio al pensiero che il destinatario non abbia avuto il tempo di rispondere, che al momento della visualizzazione si sia distratto e dimenticato di dare una risposta o che si sia scaricato il suo smartphone (cosa altamente probabile visto che non durano neanche una giornata). Queste ultime ipotesi sono molto più funzionali non tanto perché hanno l'effetto collaterale di smorzare l'emozione negativa, quanto per il fatto che rendono più semplice dedicarsi ad altre attività senza star lì ad osservare insistentemente quella diavoleria della tecnologia aspettando che dia qualche segno di vita e nella speranza che quando lo si sente suonare non si tratti in realtà di un'illusione percettiva.

Che fare quindi se la mancata risposta a un vostro messaggio vi fa andare nel pallone?

Prestate attenzione alla vostra emozione, identificatela, siate consapevoli di come vi sentite ( "sono triste", "sono ansioso/a", "sono arrabbiato/a"), ascoltate i vostri pensieri in merito al motivo per cui secondo voi non avete ricevuto risposta, ad esempio: "Sono triste perché secondo me non ha risposto perché non mi vuole bene.". Ricordate che il vostro è e rimane un pensiero, un'ipotesi sull'altro che non potete verificare se non chiedendo all'altra persona il perché non vi abbia risposto. Se la richiesta del perché della mancata risposta genera un'ulteriore mancanza di risposta? Sareste di nuovo al punto di partenza e, molto probabilmente, l'emozione sarà più intensa. E allora? Che fare?

Il consiglio della psicologa

Tollerate la vostra emozione perché fa parte del vostro essere umani ed abbiate pazienza con i vostri pensieri perché sono la pura espressione del vostro essere pensanti. Non possiamo fare a meno di formulare ipotesi e previsioni: è la peculiarità della nostra specie! Siate quindi consapevoli della vostra emozione e dei vostri pensieri, considerate il vostro pensiero come tale, non come verità assoluta, non dimenticate mai di prendere in considerazione le ipotesi alternative ("non avrà avuto il tempo" ecc …). Continuate a svolgere la vostra attività dedicandole a pieno la vostra attenzione e il vostro impegno anche perché, poiché non abbiamo poteri magici, guardare lo smartphone con intensità non farà sì che la risposta arrivi prima.

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Scritto da

Anonimo-145603

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