Stili genitoriali e ansia adolescenziale

L'adolescente può incorrere in difficoltà ansiose in termini di ansia da prestazione ad esempio a scuola. Come gestire queste difficoltà? Come comportarsi da genitore?

20 MAG 2019 · Tempo di lettura: min.
Stili genitoriali e ansia adolescenziale

Durante l'adolescenza si verificano continui cambiamenti inerenti la dimensione cognitiva, emotiva e fisica. Alcune manifestazioni d'ansia sono normali ad una certa età, ma non ad un'altra.

Ad esempio per un bambino di cinque anni è normale mostrare qualche difficoltà a separarsi dalla madre, mentre è diverso per una bambina di 14 anni la quale normalmente ha già superato questa fase. Nel bambino piccolo le paure sono frequenti e tendono a diminuire nel corso degli anni, mentre nell'adolescente la presenza di diverse paure è indicativa della presenza di difficoltà ansiose. Occorre quindi comprendere quale livello di sviluppo ha raggiunto l'adolescente e come si manifesta l'ansia.

A seconda della tipologia del disturbo d'ansia, la manifestazione è differente.

Nello specifico mi riferisco alla manifestazione dell'ansia da prestazione. Ad esempio l'adolescente manifesta l'ansia durante la verifica o le interrogazioni in ambienti scolastici cioè in contesti ben definiti, mentre in altre aree mostra un buon funzionamento.

Molti disturbi emotivi e comportamentali dell'adolescente, cosi come del bambino, derivano dallo stile educativo prevalente in famiglia. Lo stile educativo è formato dall'insieme degli atteggiamenti, comportamenti, emozioni mediante i quali i genitori si relazionano con il minore. Il genitore può agire in buona fede, non si accorge di sbagliare oppure ignora il problema o ancora l'adulto presenta altresi difficoltà emotive.

Occorre sostenere in questi casi il genitore/i senza biasimo nel percorso educativo: i sensi di colpa sono sempre in agguato, di conseguenza l'intervento sui genitori è fondamentale per superare comportamenti e stati d'animo disfunzionali. In questo senso i genitori rappresentano una risorsa essenziale.

I principali stili educativi disfunzionali

Nello Stile Iperprotettivo i figli non devono ricevere mai nessuna frustrazione, il genitore non vuole compiere alcun errore. Questo stile genera bambini ed adolescenti ansiosi, non pronti ad affrontare situazioni nuove. Nello Stile Iperansioso i genitori hanno paura di tutto, i pericoli sono dappertutto; di conseguenza l'adolescente sarà pauroso e insicuro. Anche con lo Stile Ipercritico si innesca nel bambino la paura di sbagliare, la paura di deludere, isolamento sociale e bassa autostima, in quanto il genitore esercita un'elevata critica con frequenza e continuità, ad esempio con rimproveri eccessivi, svalutazione, biasimo.

Può essere presente anche lo Stile Perfezionistico quando i genitori credono che sia necessario riuscire in tutto, e il valore del ragazzo dipende dai successi che riesce a raggiungere. Le aspettative sono piuttosto elevate, tutto ciò porta quindi l'adolescente ad essere in ansia quando ad esempio vi è una prestazione scolastica e la possibilità di sbagliare è vissuta come una catastrofe.

Varie ricerche hanno dimostrato che utilizzando tecniche comportamentali e procedure cognitive, è possibile ottenere dei cambiamenti nel modo di reagire dei bambini ed adolescenti ansiosi (Kendall, Howard e Epps, Chansky).

Le abilità di fronteggiamento o coping skills che si possono utilizzare sono ad esempio il rilassamento, tecniche immaginative, problem solving, cambiamento dei pensieri irrazionali, la meditazione guidata.

Nello specifico la ristrutturazione cognitiva potrebbe avvenire sul concetto di valore dell'adolescente. Se il pensiero disfunzionale era "il mio unico valore è la scuola, io valgo solo se ricevo ottimi voti... se fallisco deludo tutti", allora il pensiero alternativo può diventare: "io ho un valore, la mia vita è piena di interessi, sono una persona valida, i miei genitori mi vogliono bene e mi accettano non solo per i risultati scolastici".

Racconta una cliente: "da piccola si discuteva sempre di scuola, anche adesso la scuola è sempre al centro, per la mia famiglia è un valore assoluto. Ho sempre avuto paura di deludere tutti, le gratificazioni per i miei risultati erano scarse, le critiche e le discussioni frequenti. Anche per me la scuola è importante, cerco di impegnarmi e motivarmi per recuperare le materie. Devo ancora imparare a gestire i miei insuccessi, se compio degli errori comprendo che posso riparare, non è una catastrofe, mi posso perdonare".

Bibliografia

  • Terapia scolastica dell'ansia di P.Kendall e M.Di Pietro Ed. Erickson
  • La scuola di mio figlio di P. Di Pietro Ed. Casa Red
  • Come vincere l'ansia sociale di Signe A. Dayhoff ed. Erickson

 Articolo della dottoressa Donatella Costa, iscritta all'Albo degli Psicologi della regione Lombardia  

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Scritto da

Studio Psicologia e Benessere

Psicologa clinica specializzata in counseling, svolge la professione con impegno e serietà mediante continui aggiornamenti e supervisioni da diversi anni. Utilizzando frequentemente la tecnica del counseling, scarica emozioni negative, ridimensiona il problema, individua strategie. Ha inoltre una formazione specifica in psicosessuologia con master in strategica breve.

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Commenti 2
  • Roberto Golfarelli

    Mestiere difficile quello del genitore, in un mondo in continua evoluzione, rischia di fornire ai figli, un modello non adatto ad affrontare crisi attuali.

  • Roberto Golfarelli

    Valori competitivi come la scuola é tutto, il lavoro è tutto, contraddicono valori cooperativi.

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