Sopprimere le emozioni aumenta la sofferenza fisica e mentale

​Diverse ricerche hanno messo in risalto che sopprimere quello che proviamo genera effetti negativi sulla nostra mente e sul nostro corpo.

14 NOV 2019 · Tempo di lettura: min.
Sopprimere le emozioni aumenta la sofferenza fisica e mentale

Diverse ricerche hanno messo in risalto che sopprimere quello che proviamo genera effetti negativi sulla nostra mente e sul nostro corpo. Uno studio del 2013 della Rochester University ha fatto emergere che soggetti che ingoiano quello che provano, aumentano la probabilità di morte prematura di più del 30%, con aumento di rischio di ammalarsi di cancro del 70%. A breve termine, possiamo vivere reazioni fisiche e mentali quando sopprimiamo le nostre emozioni. Che si tratti di rabbia, tristezza o frustrazione, il corpo reagisce con stress, andando ad intaccare la pressione sanguigna, la memoria e l'autostima.

A lungo termine, il rischio di diabete e malattie cardiopatiche aumenta. Evitare le emozioni è associato inoltre a depressione, aggressività, ansia e problemi di memoria. Uno studio dell'Università del Texas ha messo in evidenza come non riconoscere le nostre emozioni, di fatto, le fortifica. 

Come gestire le emozioni forti

Imparare a gestire le emozioni può essere molto difficile. Sono stati individuati ben quattro passaggi per imparare a gestire le emozioni forti.

  • 1. Riconoscere l'emozione

È fondamentale riconoscere il modo in cui ci sentiamo. Non c'è bisogno che la cosa venga verbalizzata ad alta voce, basta che l'emozione venga riconosciuta dentro di noi. Ci può capitare di sentirci arrabbiati, ma in realtà non è proprio così. Si potrebbe trattare di una rabbia che nasconde un vissuto emotivo più complesso di tristezza, che preferiamo gestire appunto con la rabbia. Come facciamo per risalire all'emozione di base? Potremmo chiedere a noi stessi: "perché ti stai comportando in questo modo? Perché sto avendo questa reazione?". Effettuare questo semplice passaggio di identificazione .può avere benefici.

  • 2. Affrontare la causa dell'emozione

Se è possibile, potremmo provare a confrontarci con la situazione o la persona che ha generato la nostra risposta emotiva con l'intento di risolvere il problema. Nel caso contrario, possiamo provare a diventare osservatori della situazione, accrescendo le nostre potenzialità nel processo. Osservando le cose a debita distanza è come se guardassimo la situazione con distacco, e questo ci fa sentire meno coinvolti, come se la cosa non ci riguardasse in prima persona.

Questo passaggio di decentramento riduce la frustrazione e la rabbia. Un'altra possibilità è quella di parlarne con qualcuno rispetto al modo in cui ci sentiamo. Questo potrebbe avere un effetto terapeutico e ridurre l'intensità del nostro vissuto emotivo.

  • 3. Riconoscere e prendere consapevolezza delle proprie reazioni

Per comprendere cosa stiamo provando, possiamo provare a riflettere sul modo in cui abbiamo reagito alla situazione. Ad esempio, dopo un'accesa discussione con un amico, abbiamo alzato la voce e ce ne siamo andati sbattendo la porta. Domandiamoci cose del tipo: "perché mi fa arrabbiare cosi tanto? Cosa mi ha fatto reagire in questo modo? Come mi sento ora?".

Questi passaggi servono a facilitare l'identificazione del nostro vissuto emotivo, ma anche a riflettere sulla nostra reazione e il modo in cui abbiamo risposto alla situazione. Le domande da porsi sono: "come sono giunto a questo punto?". Se la nostra reazione era inevitabile, riflettiamo sul nostro comportamento e come avremmo potuto gestire l'emozione in un modo migliore.

  • 4. Trovare uno spazio personale per prendersi cura di se stessi

Qualsiasi attività orientata alla cura di sé che ci rilassa ed è efficace per noi è la benvenuta. Le ricerche hanno messo in rilievo che l'attività fisica riduce lo stress emotivo. La meditazione e lo yoga sono incluse tra queste attività. In uno studio del 2015 postato sulla rivista Cognition and Emotion, soggetti con problemi di regolazione emotiva riuscivano a gestire meglio emozioni problematiche dopo aver fatto jogging. Risultano inoltre funzionali anche gesti di gratitudine e indulgenza verso gli altri attorno a noi.

Articolo della dottoressa Maria Teresa Caputo, iscritta all'Ordine degli Psicologi della Campania.

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Scritto da

Dott.ssa Maria Teresa Caputo

La dott.ssa è Psicologa e Psicoterapeuta ad indirizzo Cognitivo-Comportamentale, iscritta all'ordine degli Psicologi della Regione Campania. Svolge la professione privatamente occupandosi di disturbi d’ansia, depressione, disturbo ossessivo compulsivo, lutto nell’ età evolutiva e nell’età adulta.

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