Sognare, conoscersi, guarire

​Secondo la Psicologia Individuale Comparata di Alfred Adler, sognare significa incontrare l'IO, l'insieme, l'unità.

27 DIC 2018 · Ultima modifica: 31 DIC 2018 · Tempo di lettura: min.
Sognare, conoscersi, guarire

Il sogno, secondo alcune teorie, non è una forma psichica differente da quelle presenti nello stato di veglia, nel senso che nel sonno, come nella veglia, il sentimento del valore dell'IO viene preservato.

Secondo la Psicologia Individuale Comparata, di cui Alfred Adler è il caposcuola, l'indagine del sogno si configura come un'operazione atta ad ottenere indicazioni circa il proprio "stile di vita". Analizzare i contenuti del sogno apre alla comprensione dei propri desideri reconditi, invita a superare rigide convenzioni educative, che spesso portano l'individuo a ripiegarsi su se stesso, fornisce indicazioni atte gestire i problemi, liberando da dinamiche ripetitive, coercitive, disfunzionali.

È in questo senso che ho accolto i sogni di Teresa. Insieme, ne abbiamo rintracciato il simbolismo, correlandolo a due concetti chiave della teoria adleriana, stile di vita e finzione, seguendo il filo del dinamismo psichico, così da cogliere gli elementi del passato e del presente della sua vita emotiva.

L'essere umano, secondo la Psicologia Individuale Comparata, è guidato da un unico principio dinamico, la volontà di potenza, che lo spinge a muoversi da una condizione di minus ad una di plus. Nel movimento verso il futuro, l'essere umano, mosso da un genuino slancio vitale, usa l'immaginazione per avvicinare l'immagine di sé al proprio ideale, sperimentando ruoli e situazioni distanti dalla vita reale. Nel sogno, la fantasia può esprimersi liberamente, offrendo indicazioni d'incoraggiamento verso un determinato fine ultimo o, al contrario, avvertimenti che inducono alla rinuncia.

Teresa ha ritrovato nei suoi sogni le sue speranze, i suoi desideri, i suoi timori. Il materiale onirico ha contribuito a mettere in luce alcune delle sue manifestazioni più tipiche (la rinuncia, l'adattamento, la compiacenza, il distacco), evidenziando alcune delle emozioni da cui è più spesso attanagliata (il senso di colpa, la rabbia, il sentimento di disvalore, la delusione).

I suoi sogni, espressione del suo stile di vita, hanno implementato la conoscenza non solo delle sue dinamiche interiori ma anche delle sue mete segrete, alimentando autoconsapevolezza, fattore di primaria importanza quando si desidera attivare cambiamenti significativi. In particolare, Teresa ha sperimentato come la fantasia, a scopo di compensazione, si sia posta al servizio della sua psiche per ristabilire l'equilibrio emotivo, proponendole la direzione necessaria per superare le difficoltà.

Grazie al lavoro introspettivo, Teresa ha potuto puntualizzare le modalità inefficaci con le quali gestisce le sue dinamiche relazionali, focalizzando le emozioni che non si concede di esprimere. Ha identificato le credenze catastrofiche, che limitano le sue scelte, i pensieri ricorsivi, che le chiudono la visuale, comprendendone il legame con l'educazione ricevuta. Infine, ha compreso che le situazioni di blocco esistono principalmente nella sua mente e sono dovute alle sue credenze. L'aver smesso di tentare ad avere successo nel campo artistico, per esempio, è legato alla paura di fallire, nonché a esperienze lontane nel tempo, che hanno lasciato segni emozionali amari.

Liberato il suo potenziale creativo, un processo di autoregolazione in grado di risvegliare l'intrinseca capacità dell'essere umano di curare se stesso ha preso il via. Obiettivo: l'integrazione di due polarità, la parte di sé negata e la parte di sé ideale, affinché potesse concedersi di essere l'una e l'altra, piuttosto che solo l'una o solo l'altra.

L'essersi data il permesso di sentire profondamente antiche memorie emozionali è servito ad attivare una sorta di riprogrammazione interiore. Espandere dentro di sé, nel corpo, quel vissuto doloroso, permettendosi che avesse un posto, non ha mutato la realtà ma le ha donato un cuore capace di sentire, chiave dell'accettazione, nonché chiave della guarigione.

Teresa mi ha raccontato i suoi sogni ora per comprenderli, ora per liberarsene. Interpretarli insieme ha costituito un'avventura a due, che ha aperto a una comunicazione del comprendere e del farsi comprendere, dove anche io, nel farmi carico dei suoi pensieri e delle sue emozioni, ho allargato la sfera della mia esperienza privata, uscendone trasformata.

Articolo della dottoressa Luisa Ghianda, iscritta all'Ordine degli Psicologi della Lombardia

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Scritto da

Dott.ssa Luisa Ghianda

Laureata in Lingue e in Psicologia, ha approfondito prima la psicologia del lavoro poi la psicologia clinica. È counsellor professionista, Direttore di Psicodramma e conduttore di gruppo con Metodi Attivi, ipnologa. Si occupa di sviluppo personale, organizzativo, educativo, convinta che in ogni essere umano ci sia una grande possibilità di trasformazione.

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