Sofferenza Psichica e Apatia: Significati trasformativi della depressione e del cambiamento

Ogni episodio depressivo ha un significato molto preciso per ciascuno di noi. Per superare questo periodo buio occorre affrontarlo e comprenderne il significato "trasformativo" ed evolutivo.

2 LUG 2018 · Tempo di lettura: min.
Sofferenza Psichica e Apatia: Significati trasformativi della depressione e del cambiamento

Quella forza così oscura che fa sentire morti psichicamente anche se non lo si è fisicamente, quella condizione di apatia, mancanza di senso, di stimoli, sonnolenza e mancanza di appetito, rallentamento psicomotorio ... tutti sintomi che ci fanno rappresentare mentalmente una condizione di qualcosa che è spento, senza energia vitale, come se qualcuno avesse spento l'interruttore delle luce da on/off.

Con la luce accesa sai dove vai, vedi intorno a te cosa c'è, i tuoi obiettivi, la tua direzione passo dopo passo. Con la luce spenta si è al buio. Non si hanno più punti di riferimento. Ci si sente persi.

Eppure tutto questo ha un senso anche se sembra non averlo in quel momento, un significato molto preciso in ciascuno di noi. Per superare questo periodo buio occorre affrontarlo per scoprire il senso per noi di tutto questo. Un senso c'è sempre, anche quando ci sembra che un senso non esista a una condizione tanto miserabile e angosciante.

Cosa ci sta dicendo il nostro corpo e la nostra mente spegnendosi in questa maniera ?

Siamo come bloccati, immobili, non riusciamo ad andare né a destra né a sinistra.

Il rischio e la rinuncia:

Spesso questo spegnimento arriva in momenti di transizione della propria vita, quando siamo costretti a un cambiamento imminente, quando siamo difronte a un bivio, a una scelta. Non riusciamo ad andare avanti, a scegliere, perché non sappiamo la direzione giusta, la risposta giusta alle nostre domande.

E qui si aprono due grandi temi:

Il rischio e la rinuncia.

Il rischio di sbagliare spesso ci blocca. Quando si prende una strada e se ne lascia un'altra posso solo vedere il primo pezzo di strada che è illuminato e che si palesa ai miei occhi, le prime conseguenze immediate delle mie scelte, ma il resto della strada si perde all'orizzonte; quello che non è visibile ai nostri occhi e alla nostra mente, è quell'ignoto che ci terrorizza, è il rischio dell'imprevedibile. Ma quell'ignoto esiste in entrambe le strade e presto o tardi dobbiamo farci i conti. Quell'ignoto è la vita, sono gli imprevisti, le cose a cui non avevamo pensato con la limitatezza del nostro essere umani. L'unica maniera per tollerare l'ignoto è accettare che esista e imparare a tollerare la frustrazione dell'imprevisto e dell'incertezza, che è un'impresa tanto più difficile quanto si progredisce nell'era della tecnologia che ci permette di controllare ogni movimento che fanno gli altri per avere conferme di noi stessi. Se ci si sente in prigione in queste condizioni, se non ce la facciamo più, siamo più sani di quello che pensiamo in una società che alimenta il controllo e la definizione e il valore di se stessi in base al numero di followers.

Ma tornando all'incapacità di tollerare il rischio, la propria limitatezza, la frustrazione derivante da una scelta imperfetta ( tutte le scelte lo sono ), ebbene è questa incapacità che ci blocca e ci fa spegnere. Non scegliamo. O meglio, scegliamo di non scegliere.

Di solito è la paura di sbagliare e di non compiere una scelta perfetta a bloccarci. Ma noi, in quanto imperfetti, non possiamo fare una cosa impossibile, cioè fare una scelta perfetta.

Ma se non faccio la scelta perfetta cosa succede ? Quali sono le mie fantasie inconsce? Non sono bravo?, Non mi ameranno più ? Non m'amerò più ? La cosa da tenere sempre in mente come stella polare è che le persone sono "brave " soprattutto con i loro limiti e difetti. I limiti sono ostacoli che fanno parte di tutti e, chi riesce nonostante il limite e combatte per superarlo, è capace il doppio.

L'altro grande tema è la rinuncia.

Quando si sceglie una via piuttosto che un'altra, abbandoniamo/ rinunciamo a una possibilità ma nel momento in cui scegliamo, andiamo verso un'altra, un qualcosa di nuovo che si palesa e manifesta giorno per giorno.

Perché ci spegniamo quando siamo un bivio?

Perché spesso quando sto facendo un percorso psicologico arrivo a un punto in cui mi sembra di stare peggio di prima?

Perché sono ad un passo dal cambiamento e cambiare significa prendere qualcosa e lasciare andare qualcos'altro, separarsi da qualcosa che fa parte di noi e accettare che un pezzo di noi muoia. E a nessuno piace questo. Questa processo è doloroso e faticoso, ma indispensabile e tappa obbligata per un cambiamento a lungo termine.

Cambiare vuole dire separarsi da una parte di se stessi, una parte che è nostra da tantissimo tempo. Dobbiamo separarci da questa, che pur nella sofferenza conosciamo bene, mentre, al di là c'è l'ignoto, l'incertezza.

In ogni cambiamento si rinuncia a qualcosa ma si acquista qualcos'altro; si perché non si può avere tutto, una cosa e il suo contrario. Se non si lascia andare qualcosa non c'è posto per qualcos'altro.

Lasciare andare è doloroso, separarsi è un vero e proprio lutto che necessita di un periodo di elaborazione: tempo e spazio... sta avvenendo la morte di una parte di noi stessi ( apatia).

L'annichilirsi e l'apatia sono le risposte del corpo di fronte a delle difficoltà molto grosse. Ci si spegne piuttosto che decidere, ci s'immobilizza, perché la paura di sbagliare, di perdere, di separarsi da qualcosa è troppo grande. I cambiamenti e le scelte per raggiungerli non sono mai a costo zero e quando ti illudi che lo siano, c'è sotto il tranello.

Ma cosa può succedere se sbagli? Se fai una scelta piuttosto che un'altra?

A qualcosa bisogna sempre rinunciare per andare avanti.

L'ipersonnia che spesso accompagna questi momenti così vuoti è una difesa e significa che siamo vicini, che stiamo elaborando qualcosa che è molto difficile.

La reazione depressiva - apatica è la fase prima del cambiamento (perché sappiamo che stiamo per "perdere/rinunciare a qualcosa- qualcuno ) e le emozioni che si fanno fatica ad esprimere ( apatia ) si possono incistare nel corpo( disturbi psicosomatici ) o con tanto sonno.

Come uscirne

Cosa fare allora in questi momenti così duri da non vedere la luce ?

Questo è proprio il momento di non mollare. Farsi aiutare da uno specialista e, se lo si sta facendo, tener duro.

Concentrarsi sul fatto che è un momento difficile, doloroso, ma è una fase e passerà. E' come una tappa obbligata…Ricordare il percorso che ti ha portato qui .. Non è la stessa apatia o difficoltà che magari hai avuto mesi o anni fa. Magari i sintomi sono simili ma i significati diversi, perché siamo in continuo mutamento e evoluzione. Ricorda il tuo obiettivo, riuscire a scegliere ed essere sereni nella proprie scelte giorno dopo giorno. Riuscire ad accettare conseguenze positive e negative delle stesse con la consapevolezza che ogni medaglia ha due facce: positivo e negativo. Accettare anche il negativo (es. la bontà d'animo e l'apertura mentale di una persona ha come faccia negativa l'estrema sensibilità che sono fonte di sofferenze esistenziali dolorose per la stessa e a volte può essere difficile stare vicini a persone tanto sensibili), accettarsi senza giudizi esterni e interni rigidi.

Il significato simbolico dell'episodio depressivo è la cosa importante.

L'unico modo per uscire da questa fase è "passarci dentro". E' un cammino. Come Dante per arrivare al paradiso deve passare attraverso l'inferno e il purgatorio: la metafora più calzante della vita e del cambiamento.

Dott.ssa Elisa Priori (Ravenna e Bologna)

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Dott.ssa Elisa Priori

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