Sesso e falsi miti: 7 convinzioni che rovinano la sessualità

I nostri processi cognitivi sono strettamente legati al nostro comportamento sessuale. Schemi rigidi, convinzioni errata e pensieri disfunzionali interferiscono con la nostra sessualità.

7 GIU 2016 · Tempo di lettura: min.
Sesso e falsi miti: 7 convinzioni che rovinano la sessualità

Secondo il modello cognitivo i nostri pensieri e il modo in cui interpretiamo ciò che ci accade determinano le nostre emozioni e i nostri comportamenti. Siamo portati ad orientarci nel mondo sulla base dei nostri schemi, ovvero delle convinzioni su di noi, gli altri e il mondo che ci costruiamo sin dall'infanzia e che rappresentano le "lenti" attraverso cui noi leggiamo la realtà.

Tra i comportamenti che noi mettiamo in atto ogni giorno e che sono in questo modo influenzati dai processi cognitivi rientra senza dubbio quello sessuale.

Molto spesso alla base di alcuni comportamenti disfunzionali presenti nell'area della sessualità si ritrovano infatti alcuni meccanismi cognitivi che, attivandosi durante l'esperienza sessuale, determinano fallimenti e insuccessi: si pensi ai vissuti di inadeguatezza che spesso si celano dietro l'ansia da prestazione nell'eiaculazione precoce o agli schemi rigidi che, rimandando a un'immagine del sesso legata al peccato o alla vergogna, impediscono a volte – soprattutto nel vissuto femminile – di lasciarsi andare al piacere vivendo il rapporto in maniera gratificante.

In un'ottica cognitiva il disturbo sessuale può essere visto proprio come una manifestazione cognitiva (di pensieri e emozioni) e comportamentale (sia individuale che relazionale) considerata sgradevole dal soggetto stesso e che tende ad automantenersi

Questa tendenza all'automantenimento sembra essere sorretta dai circoli viziosi che spesso si creano a partire dalle valutazioni che il soggetto fa del proprio sintomo (e di conseguenza di se stesso) capaci, a loro volta, di ripercuotersi sul comportamento; ne è un esempio piuttosto tipico il soggetto che considera la sessualità come un banco di prova della propria virilità e che per il fatto di essere concentrato esclusivamente sui "numeri" e sulla prestazione favorisce quell'ansia da prestazione che è spesso proprio l'artefice principale del cosiddetto "fallimento sessuale".

Il sintomo dell'impotenza generato in tal modo dall'ansia da prestazione verrà ovviamente vissuto da questo tipo di soggetto come un metro del proprio valore personale, producendo un crollo dell'autostima e un vissuto depressivo che non faranno altro che influire negativamente sulle successive esperienze sessuali, alle quali il soggetto si accosterà con un'ansia sempre maggiore fino alla creazione di un vero e proprio circolo vizioso che si mantiene da sé e sul quale spesso poggia le basi il disturbo sessuale.

Ma quali sono le convinzioni "distorte" sulle quali spesso poggiano le basi le difficoltà di tipo sessuale e che, in ogni caso, contribuiscono al mantenimento di tali disturbi?

  1. Il mito del "macho", (un uomo deve dimostrare potenza sessuale in tutte le situazioni, soddisfare la donna, avere un'intensa vita sessuale, ottenere un'erezione efficace e veloce, ecc.);
  2. catastrofizzazione delle reazioni della donna di fronte al fallimento sessuale maschile ("se non la soddisfo abbastanza mi umilierà, mi abbandonerà");
  3. richieste di soddisfazione sessuale della donna e priorità del coito (le donne sono molto esigenti e il coito è la componente principale della vita sessuale);
  4. necessità di orgasmo simultaneo ("affinchè il rapporto sia soddisfacente si deve raggiungere l'orgasmo nello stesso momento");
  5. primato dell'erezione (importanza eccessiva attribuita all'erezione);
  6. rigidi schemi sessuali (dovuti a educazione ricevuta, precetti religiosi, condizionamenti morali, ecc);
  7. catastrofizzazione delle conseguenze pubbliche del fallimento sessuale.

L'attivazione degli schemi disfunzionali, inoltre, sembrerebbe contribuire alle risposte cogbitive ed emotive implicate nei disturbi della sessualità: ad esempio, l'attivazione dello schema "sono un fallito" ad esempio determina pensieri automatici legati al fallimento e alle sue conseguenze negative, diminuendo l'attenzione che il soggetto riuscirà a prestare agli stimoli erotici e causando risposte emotive negative.

Tutte queste componenti lavorerebbero in modo interattivo, influenzandosi a vicenda al punto da poter considerare il funzionamento sessuale come il risultato dell'influenza integrata di queste variabili cognitive ed emotive. Essere consapevoli quindi, di quelli che sono i nostri pensieri, le nostre convinzioni e il modo in cui esse influenzano emozioni e comportamenti e imparare a valutarti e a modificarli laddove si rivelassero disfunzionali può esserci d'aiuto per vivere una vita sessuale più libera e appagante..

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Scritto da

Dott.ssa Claudia Petrilli

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Commenti 3
  • Gianluca buono

    Io sto vivendo questo problema da 1 anno ormai a seguito a problemi e esperienze negative in ambito sessuale con la Mia ex partner, non so davvero più come raggirare i pensieri negativi di impotenza, ho gia eseguito terapia e ancora sto proseguendo con EMDR , ma mi sembra di vivere un incubo insormontabile

  • Diletta Parlanti

    Voleva essere un articolo sulla sessualità maschile, giusto?

  • Chi

    Quindi non è come 11 Min il libro di Paolo Coelho

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