Scegliere l’università giusta: aiutare i ragazzi ad essere felici
La scelta dell'università è una scelta importante, non sono solo i fattori pratici ad essere in gioco, come la ricerca del lavoro, si deve pensare anche alla ricerca della felicità
Finita la scuola, l'università è forse una delle scelte che più determinano l'indirizzo che prenderà il futuro. L'università infatti non è solo un luogo dove si imparano delle nozioni, è soprattutto un posto dove si impara a misurarsi con prove che arrivano periodicamente, dove si inizia a scegliere per sé stessi e dove si fanno amicizie che durano tutta la vita, in più per qualcuno è anche il momento di mollare gli ormeggi e lasciare il luogo dove si è vissuto con la famiglia. Sceglierla bene è importante
Seguire le proprie attitudini e talenti
Spinti dall'affetto i genitori spesso commettono un comunissimo errorre in buona fede: consigliano sempre le facoltà tradizionali, perché si pensa che diano maggiori possibilità nel mondo del lavoro. Ma diciamoci la verità, oggi è difficile trovare lavoro sia per un musicista che per un ingegnere. Il mondo è pieno di laureati in scienze politiche che volevano essere attori e sono finiti a fare marketing, di scienziati che hanno fatto gli imprenditori, di laureati in lettere che hanno passato anni nei call center in attesa di un concorso.
Pensare al mercato del lavoro è importante ma non può essere l'unico fattore, unire la praticità al talento personale invece può essere una buona via per non incorrere in ansie da esami, percorsi trascinati come fuori corso per 10 anni o finire come contabili infelici che volevano fare studiare lettere e vanno al lavoro con l'ansia. Vostro figlio ha fatto il liceo scientifico ma gli piace l'arte? Forse scegliere una facoltà che insegna il lavoro del grafico pubblicitario (un lavoro che unisce abilità logico-matematiche e creatività) potrebbe essere una buona via di mezzo per non finire a studiare con l'ansia. Ecco cosa consiglia lo psicologo in caso di ansia da studio.
Immaginarsi la propria vita
La domanda: cosa vuoi fare da grande? Non è l'unica importante, bisogna anche sapere se quello che si vuole dalla vita, non solo in termini di lavoro. Si preferisce la stabilità o i viaggi e le avventure? Si è disposti a studiare tanti anni per fare il medico (10 minimo) o ci si vede più in lauree pratiche e triennali?
Importante è anche capire se un fattore di benessere è la vicinanza della famiglia e del fidanzato/a, se il giovane è capace di scegliere da solio e anche a vivere lontano o se vuole condividere la scelta con la famiglia.
Dove pensi di vivere una volta laureato? Vuoi una famiglia prima dei 30 anni? Anche queste sono domande importanti per capire cosa si vuole fare da grandi. È più facile avere stabilità facendo scienze bancarie o amministrative, mentre se si vogliono imparare bene le lingue straniere e si vuole fare un mestiere dove si viaggia (anche saltuariamente) un periodo all'estero è quasi inevitabile, e può essere che la stabilità arrivi più tardi.
Foto da iprog
Aiutarli a informarsi
Capire cosa offre ogni facoltà, quali sono le materie trattate, i tutor dei corsi, i laboratori, la possibilità di frequentare un semestre all'estero sono elementi da tenere in conto. Soprattutto nelle grandi città dove gli atenei sono a volte immensi, orientarsi in una giungla d'informazioni può essere dura e non sempre i ragazzi più grandi hanno tutte le risposte. Esaminate insieme a loro opuscoli e siti web, opportunità e sbocchi, e cercate di far fare al ragazzo la lista delle cose che trova importanti in ciascuna facoltà, solo lui può sapere se sarà felice optando per quel percorso di studi.
Non fare confronti con i fratelli
Evitate i confronti con fratelli, cugini o figli di amici. Il fatto che una scelta sia andata bene per qualcun altro non significa che vada bene per vostro figlio. E soprattutto evitate frasi come "tuo fratello più grande, vedi com'è bravo, prende 30 a tutti gli esami"… ogni persona è brava in qualcosa, ogni persona ha il suo talento, bisogna solo trovarlo.
Se lo etichettate come il cugino o il fratello meno bravo potreste ottenere solo che scelga una facoltà universitaria che non gli piace per sfida finendo per fallire, o che si senta umiliato dal confronto. Mentre a quello considerato "il bravo" non farete altro che generare tanta ansia da prestazione che gli farà credere che non gli volete bene se non si laurea con 110 e lode.
Foto da Pinterest
La scelta si può sempre cambiare
È vero l'università è una scelta importante ma non è nemmeno definitiva. Se ci si rende conto di non aver azzeccato perchè all'atto pratico tutte le teorie si confutano si può sempre tornare indietro, infondo: quanto conta un solo anno nella vita di una persona? Costringere vostro figlio a trascinare degli studi che non ama potrebbe a sua volta costringere voi a mantenerlo agli studi molto più tempo del previsto, fra liti, rancori e incomprensioni.
Guidateli ma se vedete che cadono, ditegli che non succede niente, che possono sempre rialzarsi. Al giorno d'oggi poi non è mai troppo tardi per avvicinarsi ai propri sogni, un master di Iº livello o un corso di specializzazione possono aiutare a dare una svolta diversa agli studi, senza dimenticare che anche ciò che si è studiato prima può sempre essere utile.
La geografia non conta
Tutti o quasi vorrebbero i figli vicino. Lasciare andare un figlio in un'altra città può essere dura, si può soffrire della sindrome del nido vuoto, si può essere preoccupati a mandare i ragazzi lontano o in una grande città, ma preferite vostro figlio vicino e infelice, magari in un'università di cattiva qualità, o lontano, felice e sapere che sta realizzando i suoi sogni? Lo avete messo al mondo perché sia felice non per farvi compagnia. Quindi se decide di mollare gli ormeggi dategli una mano a cercare un appartamento, abbiate fiducia nel suo senso di responsabilità, aiutateli a trovare una borsa di studio se non potete sostenerli economicamente. Ricordate che oggigiorno i collegamenti sono efficienti e potrete andare a trovarlo spesso, che esiste skype e whatsapp, vi saranno più vicini e grati se liberi di seguire la loro strada. E se avete bisogno di aiuto leggete questo interessante articolo su come superare la sindrome da nido vuoto.
Preparatevi al peggio ma sperate nel meglio
Non lo si può negare, lì fuori è un brutto mondo. Trovare lavoro non è per nulla facile, preparateli al fatto che potrebbero dover affrontare delle difficoltà, ma non siate negativi. Se vostro figlio vuole fare il musicista invece che portare avanti la ditta di famiglia, ditegli onestamente che ci saranno tempi duri, che dovrà rinunciare alla stabilità economica, che dovrà probabilmente trovarsi anche un lavoretto da cameriere mentre aspetta di trovare una vera indipendenza economica o che qualcuno lo paghi davvero solo per suonare. Capita anche a laureati in ingegneria con lode di doversi arrangiare o di dover pensare di andare all'estero per un periodo. Non è facile per nessuno, la forza di volontà sará il fattore determinante. E nei momenti difficili si può sempre ricorrere al caro vecchio Jhon Lennon:
Quando avevo 5 anni, mia madre mi ripeteva sempre che la felicità è la chiave della vita. Quando andai a scuola, mi chiesero cosa volessi essere da grande. Scrissi "felice". Mi dissero che non avevo capito il compito, ed io dissi loro che non avevano capito la vita.
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Perché quello che ha fatto sarebbe grave? È solo un corso di studi. E se è per i soldi... Be era meglio prendere Bitcoin che iscriversi per forza all università. Ma seguire altro se non se la sente sarebbe meglio da un lato. Dall' altro però una da forse più lavoro di un altra. Oppure si rischia di arrivare a 34 anni senza un titolo e un lavoro stabile. Ovvero quello che è successo a me. Volevo cambiare il secondo anno vedendo che facevo fatica. Nessuno mi ha ascoltato. D altronde la scelta iniziale è stata piuttosto spinta suggerendo il reddito questo no questo no quello non sei portato. Allora per esclusione la scegli. Per lavorare. E magari in parte ti piace pure. Ma buona parte non ha senso e non fa parte del lavoro quindi a che pro farsela piacere se poi nemmeno esci che sai cosa devi fare? Ad ogni modo ci si trascina . Ma veramente preferivo lavorare a nero rischiando la vita ogni giorno che studiare qualcosa che non piace più o non è mai piaciuta forse ma altro non puoi fare. Non puoi fare arte e pretendere in un lavoro (cosa per altro assurda indipendentemente dal titolo. Ci sono sbocchi o lauree brevi senza bisogno di fare le tradizionali, oppure le sanitarie assistenziali senza fare il malloppo del medico per altro che poi nemmeno sei formato per sapere quello che fai se non i nuovissimi trial di cui nulla ti importa perche solo se sei specialista puoi in caso utilizzarli, cosa che può essere citata come approfondimento senza togliere però alla clinica e alla metodologia e alle basi solide). Se sono i soldi dicono che non c'è lavoro ma adesso tutti a fare i camerieri e fattorini in bici. Che senso ha dopo 20nanni di studi rovinarsi altri 10 anni di vita e il futuro? Poi si cambia magari ci si rinnamora di quello che si fa. Se è una scelta di soldi nemmeno iniziarla allora l università. Fare un corso tecnico e lavorare
Sono preoccupata, mio figlio di 22*anni al terzo anno di giurisprudenza ha detto che vuole smettere perché non si sente felice vuole fare archeologia... Premetto che noi non lo abbiamo mai influenzato nelle scelta lui stesso è responsabile e se n'è reso conto ora? Come comportarsi, io e suo padre abbiamo piacere che sia felice ma una simile decisione ci ha veramente buttato giù... Abbiamo fatto sacrifici poteva dirlo subito...che consiglio ci può dare? Non voglio condannarlo ma neppure lodarlo... Io penso che nella vita si sbagli ma è giusto che se fanno errori bisogna pagarne le conseguenze e assumersi le responsabilità, se vuole cambiare università deve però capire che quello che ha fatto è grave e gli sbagli si pagano d'ora in avanti contribuendo alle spese....