Recensione psicologica di "Scheletro femmina" Di Francesco Cicconetti

identita′ di genere, espressione di genere, orientamento sessuale, transizione ecc l'esperienza dell'autore potrà essere d′aiuto a quant* abbiano bisogno di una compagnia nel percorso specifico

21 FEB 2025 · Tempo di lettura: min.
Recensione psicologica di "Scheletro femmina" Di Francesco Cicconetti

Noto come Mehths, Francesco e′ uno scrittore e digital creator italiano. La sua storia di transizione di genere, condivisa con naturalezza e ironia sui social dal 2017, l′ha reso un punto di riferimento per la comunità LGBTQI+.Francesco sintetizza il suo libro SCHELETRO FEMMINA in questo modo:--Questo non e′ un romanzo sulla transizione di genere. Non soltanto, almeno. Capitolo dopo capitolo si affronta in modo schietto e senza sconti l′argomento, ma cio′ che si celebra in queste pagine e′ lamore, perno intorno al quale ruota la vita di Francesco fin dall′infanzia. Un sentimento che ha il volto delle persone che segneranno la sua esistenza e lo accompagneranno nel percorso di scoperta di sé: la nonna, la mamma, Sara, e poi Pietro, Michela e Riccardo. Infine quello, tutto da costruire, di Francesco nei confronti di se′ stesso--Condivido molto questa sintesi perche′ da qui avrei iniziato a parlare di questo libro, ovvero se siete interessat* al tema identita′ di genere, espressione di genere, orientamento sessuale, transizione ecc e′ il libro che fa per voi; trovo che la sua esperienza possa essere d′aiuto a quant* abbiano bisogno di una compagnia nel percorso specifico .Tuttavia decido di fare questa recensione perche′ identità di genere a parte, questo libro ha il magico potere di specchiarci: tutt* siamo Francesco-a!Francesco parla di identita′, di capire chi siamo e cosa possiamo essere.<< Non mi arrabbiavo mai con lui, piuttosto mi arrabbiavo con me stesso per avere quella faccia li′, la faccia che non faceva neanche capire alla gente cosa fossi..vivevo di perifrasi, non riuscivo a parlare di me al maschile davanti a loro ma evitavo di chiamarmi al femminile. Cercando di affermare il mio genere li avevo persi tutti, ero diventato niente.>>Descrive il percorso di ognun* di noi che comincia quasi sempre dal cercare di adeguarci alle aspettative delle persone che ci circondano o dell′ambiente in cui cresciamo .Per esempio un ragazzo nato e cresciuto in un paese che si sta dispopolando ( Vedi il film di e con Antonio Albanese "Un mondo a Parte") avra′ su di se′ le aspettative genitoriali e comunitarie che un giorno andra′ via per affermarsi in citta′; e se quel ragazzo avesse l′ambizione di diventare un coltivatore diretto? Verrebbe sicuramente osteggiato, avrebbe da farsi una corazza grossa per non incappare nei giudizi di folle che le persone gli cucirebbero addosso, e dovrebbe coltivare un gran coraggio per diventare chi già e′, ma nessuno nemmeno lui vede.(riprendendo Albanese, nei titoli di coda la storia di questo ragazzo ha un lieto fine come quella di Francesco).In piccolo ogni persona deve affrontare quel momento in cui si chiede "quello che ci si aspetta da me e′ davvero uno specchio di me e dei miei bisogni?"Citiamo un altro esempio: famiglia matriarcale in cui da sempre le piu′ piccole (in particolare le donne) si occupano dei piu′ grandi, fino alla loro scomparsa.Una donna nata in questa famiglia avrebbe notevoli problemi se rispondesse negativamente alla precedente domanda: e dovrebbe accettare di deludere, di segnare un passaggio di novita′ che sappiamo sconvolge l′abitudine rassicurante, passerebbe da egoista, tutto questo vale seguire la propria strada?Nel mio lavoro vedo spesso che rischiare di perdere gli affetti e′ quasi sempre un buon motivo per spegnersi, accettare di adeguarsi alle aspettative, li′ arrivano i sintomi, validi amici che incoraggiano a curarsi, che non e′ solo togliere il sintomo ma soprattutto proseguire la transizione verso il vero se′, che si tratti di transizione di genere o semplicemente poter andare verso cio′ che appartiene definitivamente.Ecco perche′ decido di recensire il libro, credo fortemente di fare la differenza con il mio lavoro: decisamente la terapia aiuta ogni individuo a transitare verso il proprio se′.la Transfobia è il termine utilizzato per descrivere i pregiudizi, le stigmatizzazioni sociali e le discriminazioni nei confronti delle persone transgender o della transessualità in generale. La transfobia può includere paura, avversione e odio irrazionali, provati o espressi nei confronti di persone che non si conformano alle aspettative sociali di genere e può portare a comportamenti discriminanti in più ambiti, negazione di diritti, fino a sfociare in atti di violenza spesso meno visibili, (dette covert).

Ne sono un esempio le micro-aggressioni, che si verificano a vari livelli della società, dal momento che si basano su pregiudizi e stereotipi culturalmente radicati.

Aggiungo che la transfobia, oltre a d essere una fonti di stress che si correla ad una condizione di maggiore malessere e di conflitto rispetto alla propria identità,perde ancor di piu′ completamente di senso: se si legge o si osserva con gli occhi del cuore si vede benissimo che quel ragazzo che vuol diventare un coltivatore in un paese spacciato, o la donna che vuol andar via senza occuparsi degli avi, sono Francesco-a!Siamo tutti e tutte individui che vivono all′ombra delle aspettative altrui per tanto tempo, poi qualcun* ha una gran fortuna di potersi sedere comod* nelle sedie in cui è stato mess*, la maggior parte di noi invece in quella sedia sta scomod* e come Francesco, bisogna transitare verso le nostre sedie, quelle che hanno la forma delle nostre chiappe!!!

E se non esistono, proviamo a costruirci ognun* la propria seduta!

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Scritto da

D.ssa Valentina Strippoli

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