Rabbia: perché la provo e come posso esprimerla nel modo giusto?

La rabbia è l'emozione che proviamo più spesso durante la giornata: ma qual è il suo significato e come possiamo manifestarla?

27 APR 2020 · Tempo di lettura: min.
Rabbia: perché la provo e come posso esprimerla nel modo giusto?

Rabbia: perché la provo e come posso esprimerla nel modo giusto?

La rabbia, con la felicità, la tristezza e la paura fa parte delle emozione principali, ed ha una funzione adattiva: serve a raggiungere ciò che desideriamo, a riconoscere un nostro bisogno o a rimuovere un ostacolo. Ci possiamo arrabbiare per tanti motivi: per gli ostacoli che troviamo verso il raggiungimento degli obiettivi, per un insulto ricevuto, una presa in giro, per un ingiustizia, un' aspettativa insoddisfatta e un riconoscimento non ricevuto.

Ecco cosa c'è da sapere sulla rabbia.

Punto uno: la rabbia è soggettiva

Molte volte provare rabbia è una questione soggettiva: se una persona mi taglia la strada io posso arrabbiarmi molto, e un altro invece non se ne preoccupa. Spesso diciamo: "Lui mi ha fatto arrabbiare", "Questa cosa mi fa incavolare", in realtà siamo noi a provare rabbia di fronte ad una determinata situazione e a un determinato comportamento altrui. Nessuno, infatti, può obbligarci ad arrabbiarci.

È importante quindi riconoscere che siamo responsabili delle nostre emozioni, che abbiamo noi il potere di provare o meno una data emozione e non siamo passivi o in balia di essa. Solo riconoscendo a noi la responsabilità di essere arrabbiati, e non delle vittime che subiscono, possiamo gestirla in modo più costruttivo.

Quindi piuttosto di affermare "Lui mi ha fatto arrabbiare" puoi dire "Io mi sento arrabbiato quando lui fa così..."

Punto due: la rabbia è data dai nostri pensieri

Se incontro un amico o un conoscente e lui non mi saluta posso pensare: "Ma guarda questo, che maleducato, non mi considera...". Vedete come sono i pensieri a determinare la rabbia? Infatti se penso: "Guarda questo che maleducato", provo rabbia.

Per gestire la rabbia è quindi importante fare attenzione ai propri pensieri e una volta individuati puoi provare a pensare alle alternative, ad esempio: "Non mi ha salutato perchè era distratto o non mi ha visto".

Punto tre: la rabbia che proviamo racconta qualcosa su come viviamo noi stessi e gli altri

Vediamo il nostro partner che parla con una persona di sesso opposto. Se in quel momento ci arrabbiamo pensando: "Mi sta mancando di rispetto" e "Non gliene frega nulla di me", questi due pensieri stanno rivelando qualcosa su come percepiamo noi stessi e gli altri.

In questo caso mostriamo la nostra difficoltà a fidarci dell'altro e la paura di essere abbandonati, in quanto inconsciamente non pensiamo di valere abbastanza. Quindi chiediti da dove vengono questi pensieri, che origine hanno e se ti è già capitato in passato di pensare questo su di te e sull'altro. Se si, coltiva la tua autostima riconoscendo il tuo valore.

Punto quattro: la rabbia può essere passiva, aggressiva o assertiva

  • Rabbia passiva: quando trattengo la rabbia, provo rancore verso l'altro e non lo esprimo, mi passivizzo e non faccio valere i miei bisogni e le mie necessità.
  • Rabbia aggressiva: la manifesto quando esprimo all'altro come mi sento attaccandolo e aggredendolo. Spesso la rabbia passiva si trasforma in aggressiva, come una pentola a pressione che arrivata al limite esplode.
  • Rabbia assertiva: la manifesto quando esprimo all'altro come mi sento o cosa voglio in modo rispettoso di me e dell'altra persona.

Come avrete intuito, il modo giusto di manifestare la rabbia all'altro è quello assertivo, prendendomi la responsabilità di ciò che sento e chiedendogli cosa desidero. Posso dire ad esempio: "Quando mi hai criticato di fronte agli amici io mi sono sentito ferito o arrabbiato, ti chiedo per favore di non farlo più o di dirmi le cose quando siamo solo noi due…".

In questo modo l'altra persona si rende conto di cosa ha significato per noi il suo comportamento e può decidere di comportarsi diversamente la volta successiva. Il confronto rispettoso permette alle persone di avvicinarsi e di crescere, diversamente una rabbia passiva o aggressiva crea distanza e ulteriore risentimento nel rapporto con l'altro.

Punto cinque: la rabbia va sempre espressa

Le emozioni primarie sono tutte ok e hanno pari diritto di espressione, per cui va bene provare una determinata emozione. L'emozione della rabbia va quindi considerata, accolta. E'il modo in cui la manifestiamo che fa la differenza. Tuttavia non è sempre possibile esprimerla direttamente all'altra persona.

Ecco alcune modalità per farla emergere comunque

Scrivi una lettera: se qualcuno ti ha ferito e ti senti arrabbiato con lui puoi scrivergli una lettera dicendogli quello che pensi e senti. In studio io uso la tecnica della sedia vuota: invito il cliente a immaginare la persona con cui `d arrabbiata seduta in una sedia e lo incoraggio a dirle tutto ciò che pensa e prova. Spesso quando si usano questi due metodi non si sente più il bisogno di parlarne direttamente con la persona, in quando la rabbia è stata espressa e il nostro bisogno accolto.

Ma se si desidera chiedere un cambiamento o si sente il bisogno di parlarne anche con la persona in carne ed ossa e' consigliabile aspettare un momento di tranquillità, quando la rabbia si e'affievolita ed esprimersi in modo assertivo.

Ricorda: "dietro alla rabbia c'è sempre un bisogno non soddisfatto, chiediti qual è il tuo bisogno e fai in modo di appagarlo: il mostro di rabbia che cresce dentro di te diventerà così piccolo e innocuo".

Dott.ssa Cadamuro Martina

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Dott.ssa Cadamuro Martina

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Commenti 1
  • Andrea Pasqual

    Bellissimo articolo. Chiara ed esaustiva nella trattazione dell argomento, dà anche dei consigli efficaci alla quotidianità.

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