Quell’assenza costantemente presente: quando un figlio non arriva

Il presente articolo affronta un tema tanto attuale quanto delicato e cioè quello della difficoltà di concepimento e dei vissuti emotivi e psicologici della coppia implicati nella diagnosi.

2 APR 2019 · Tempo di lettura: min.
Photo by Danielle MacInnes on Unsplash

Affrontare il tema dell'infertilità e della Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) significa aprire una finestra che si affaccia su un orizzonte vastissimo ed implica toccare aspetti sociali, personali, psicologici, politici, medici, religiosi, etici e giuridici.

Si stima che l'infertilità rappresenti una condizione che riguarda il 15-20% delle coppie in Europa ed il 30% delle coppie in Italia (Visigalli, 2014). Secondo i dati di sintesi del 2013, del Registro Nazionale di attività dei centri di PMA le coppie che si sono sottoposte a tali tecniche sono state 71.741 con 12.187 bambini nati vivi (Scaravelli et al., 2013).

Ad un certo punto della propria vita ogni coppia giunge a confrontarsi con l'opportunità di avere un figlio e di diventare una coppia di genitori: tale passaggio rappresenta uno snodo determinante per la vita psichica dei partner sia che essi decidano di avere un bambino sia che decidano di non averne. La dimensione generativa è proprio uno dei compiti che permette di garantire alla coppia la possibilità di sviluppare la relazione coniugale, il trascendere se stessi per dare origine a qualcosa che è frutto della relazione stessa e che la oltrepassa (Giacometti e Mazzei, 2011).

La messa in discussione della realizzazione di questo obiettivo, attraverso una diagnosi di infertilità, può causare dubbi anche sul valore e sul significato che fino a quel momento è stato attribuito alla relazione ed al senso d'identità personale stesso.

La diagnosi di infertilità rappresenta una profonda ferita per molte coppie che desiderano un figlio: un evento inatteso che porta a forti reazioni emotive con ripercussioni sull'identità personale, di coppia e sociale. Ricevere una diagnosi di infertilità rappresenta una delle esperienze più stressanti per una coppia, paragonabili a diagnosi di malattie croniche come l'ipertensione, il cancro o l'HIV (Kukur e collaboratori, 2016).

Questa percezione si può trasformare in una vera e propria crisi nella vita di una coppia con effetti negativi sulla loro qualità di vita, sul benessere psicologico di ciascun partner, su un'acutizzazione di conflitti coniugali e sulla relazione sessuale.

Il concepimento è da sempre visto come un evento naturale perché insito nella natura stessa degli individui e nel loro destino biologico e questo rappresenta un motivo per cui le coppie reagiscono con incredulità alla diagnosi di infertilità (Visigalli, 2015).

L'evento imprevisto sollecita intense reazioni e stati d'animo che cambiano rapidamente e si avvicendano quasi come in una sequenza predefinita:

  • dalla sorpresa dei primi momenti per l'accadere dell'evento che sembra aver violato un ordine naturale e universale che appartiene di diritto a ogni persona, alla reazione di rifiuto e di negazione della realtà;
  • la rabbia, derivata dalla convinzione di aver subito una sorta d'ingiustizia per il mancato concepimento che può essere rivolta contro se stessi, contro il partner, contro gli altri che concepiscono senza problemi, contro il medico. Questa emozione emerge quando la coppia capisce che la diagnosi è certa e iniziano a sperimentare un forte senso di ingiustizia e la ricerca di un significato di senso per ciò che sta accadendo loro. Possono emergere sentimenti d'invidia verso la cerchia di amici che invece riesce a concepire senza sforzo oppure amici o parenti accusati di non capire le sofferenze derivanti dall'infertilità. È questo il momento in cui la coppia può isolarsi dalla cerchia di amici che hanno figli come meccanismo di difesa dalla sofferenza o dal confronto che può portare a sentimenti di inadeguatezza (Visigalli, 2015);
  • il senso di colpa compare dopo la rabbia o contemporaneamente: il partner definito infertile può sviluppare un profondo senso di colpa se ritiene di avere una qualche responsabilità nel determinismo degli eventi oppure può attribuire la colpa al partner (generalmente l'uomo) che si ritiene non faccia abbastanza per ottenere un concepimento;
  • dolore solitario e non condivisibile con altri perché questo evento non prevede riti consolatori e la percezione di perdita di una vita possibile.

La coppia di fronte ad una diagnosi di infertilità dovrà intraprendere un percorso molto impegnativo in cui dovrà accettare il suo problema, far fronte alle pressioni sociali, elaborare il lutto rispetto alla perdita ideale di sé e della propria immagine corporea fino a giungere alla riflessione sull'importanza della genitorialità e sulla propria motivazione ad avere un figlio, per poter così decidere se affrontare il lungo iter dalla PMA o se trovare soluzioni alternative al figlio biologico (Sola, 2011).

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Un'altra importante conseguenza dell'infertilità riguarda le complicanze che tale condizione porta nella vita sessuale e affettiva di queste coppie: l'intimità e la spontaneità sono sostituite da tutta una serie di intrusioni e prescrizioni mediche che portano a un inevitabile calo del desiderio, con un'alterazione del ritmo normale e spontaneo della sessualità.

Gli aspetti legati al momento della ricerca di un concepimento naturale possono influenzare negativamente la sessualità della coppia: spesso viene vissuta esclusivamente come mezzo per il concepimento e perde il significato di piacere l'uno dell'altro; ciò che in passato era piacere adesso sembra essere diventato un lavoro e l'iniziativa sessuale di un partner può essere interpretata dall'altro come risultante del progetto di gravidanza più che come espressione di desiderio (Sola, 2011).

I tentativi di concepimento naturale si ripetono con una frequenza legata al momento dell'ovulazione, al calcolo della temperatura basale, alla valutazione del muco cervicale, all'utilizzo di stick e tutto questo porta ad organizzare la vita sessuale con la conseguenza per molte coppie di avere una percezione meccanicistica del rapporto stesso. La sessualità può essere quindi privata della sua valenza ricreativa ed erotica, subordinando così il rapporto all'unico obiettivo della gravidanza (Marci et coll. 2012). Associati a questi aspetti ci sono i tempi lunghi delle indagini diagnostiche, il continuo peregrinare da uno specialista all'altro, l'ansia e il senso di frustrazione rappresentano ulteriori fattori di rischio per la nascita o l'acutizzazione di problematiche relazionali e psicosessuali nella coppia, fino a veri disturbi sessuali.

La condizione d'infertilità non può essere trattata solo come un problema esclusivamente fisico perché porta con sé un'ampia gamma di problematiche legate alla sfera emotiva, psicologica, relazionale, sessuale e sociale che possono interferire con il benessere personale e di coppia.

La complicata ricerca di un figlio è un'esperienza che per molte coppie rappresenta un momento di forte preoccupazione e stress e che in taluni casi si può trasformare in un vero e proprio trauma che, per essere superato, richiede un'attenta elaborazione di tutti i vissuti.

La fecondazione assistita deve rappresentare una possibilità per la coppia di poter superare un ostacolo che si affronta con sacrifici e sofferenza, perché si vuole rispondere a quel desiderio profondo di vedere realizzato il proprio progetto personale e relazionale, nella consapevolezza però dei propri limiti e di quelli della medicina moderna. La condizione di intertilità non è esperienza che si dimentica, anche quando si supera lascia segni indelebili per sempre e le emozioni dolorose di cui fanno parte devono essere elaborate e superate attraverso la rilettura delle esperienze vissute.

La coppia, sostenuta da una cultura efficientista e pragmatica, viene spesso lasciata sola rispetto ai propri vissuti psicologici e si spinge sulla strada del "fare", dell'"agire", piuttosto che su quella di fermarsi a riflettere e pensare. Risulta così fondamentale trovare un senso che rappresenti il focus sul quale concentrare i tentativi di un sostegno psicologico che ascolti davvero la coppia nel momento in cui creativamente riordina i fili della sua storia dando al suo dolore una funzione intersoggettiva e che restituisca un senso alla loro "perdita".

Articolo della Dott.ssa M.Cristina Brezzi, iscritta all'Ordine degli Psicologi della Toscana

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Scritto da

Dott.ssa Maria Cristina Brezzi

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Commenti 1
  • Filippo Piccini

    in questo articolo ritrovo esattamente quello che ho vissuto sulla mia pelle. Ritengo sia molto importante la divulgazione di queste tematiche

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