Quando lo psicologo va in vacanza

Cosa succede quando lo psicologo va in vacanza? Una corretta gestione del distacco può aiutare il paziente ad affrontarlo nel migliore dei modi, e soprattutto in sicurezza.

25 OTT 2018 · Tempo di lettura: min.
Quando lo psicologo va in vacanza

Durante il periodo estivo, quando anche noi Psicologi stacchiamo la spina, per molti dei nostri pazienti è una vera e propria tragedia, fonte di agitazione e di angoscia.

Per lo psicologo, tuttavia, questa pausa è necessaria per evitare il cosiddetto burn-out (tipico delle professioni di aiuto) e soprattutto per ritrovare quella concentrazione che gli è richiesta durante tutto il restante anno lavorativo.

Il distacco, fondamentale al terapeuta può dunque, specialmente nei pazienti più gravi, generare un senso di abbandono e, come conseguenza, la paura di dover gestire le difficoltà da soli!

Per i pazienti meno gravi o che sono in terapia da lungo tempo, invece, un periodo di separazione può essere addirittura benefico, anche se non sempre del tutto privo di disagio.

Partendo da queste riflessioni, il momento del distacco estivo, se non gestito nel modo giusto dallo psicologo, può essere rischioso: può indurre una profonda crisi abbandonica nel paziente, con conseguente agitazione che può spingerlo a fare disastri e, nei casi limite, a lasciare addirittura la terapia.

Come gestire allora la separazione nel migliore dei modi ed evitarne i danni?

Affinchè il paziente sia preparato al momento di distacco, è necessario non lasciare sullo sfondo i suoi vissuti a riguardo, ma prendersene cura, per evitare che la separazione diventi crisi profonda, o che il paziente abbandoni la terapia. Sarà quindi compito dello psicologo, in sede di penultimo incontro, far presente al paziente che la seduta successiva sarà l'ultima e che si parlerà dell'interruzione.

Successivamente, nel corso dell'ultima seduta si prenderà cura del paziente, parlando di come questi viva la seprazione, di eventuali fantasie al riguardo (che cosa succederà mentre lo psicoterapeuta è assente) e di quali emozioni provi.

Sarà inoltre necessario chiarire di che tipo di interruzione si tratta: quanto dura, quando ci sarà il prossimo incontro, etc.

Sarà importante dare al paziente delle piccole regole per affrontare il distacco, secondo le sue capacità e il momento del percorso terapeutico: cosa può fare nei momenti di angoscia, a chi può rivolgersi se ha difficoltà, come e con chi passerà le vacanze, e così via.

Infine, se il professionista lo riterrà opportuno, potrà informare il paziente della possibilità di chiamarlo nei momenti critici, ovviamente secondo alcune regole stabilite: in quali momenti della giornata, con quale frequenza e soprattutto in quali occasioni.

In conclusione, se gestita bene, l'interruzione estiva può essere un momento positivo sia per il paziente che per lo psicologo e giovare anche alla terapia stessa. Perciò, buone vacanze a tutti!!

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Scritto da

Dott. Celli Marco

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